CANNES 62: La Palma dell'immobilità

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Dopo la sorprendente e meritatissima Palma d'Oro dell'anno scorso per La classe di Laurent Cantet, stavolta Cannes premia un film chiuso, immobile, vecchio. Proprio il contrario della sorprendente modernità del grandissimo Vincere di Marco Bellocchio, in cui il regista piacentino è in uno stato di grazia assoluto. Scopiazzare Carl Theodor Dreyer e Ingmar Bergman evidentemente ha colpito nel segno: Das Weisse Band di Michael Haneke ha ottenuto il massimo riconoscimento. Oltre a Bellocchio ci sono altre decisioni incomprensibili come quella di non premiare affatto il bellissimo The Time That Remains di Elia Suleiman, la lezione di cinema di Visage di Tsai Ming-liang e, ammettiamolo, anche Looking for Eric di Ken Loach. Con il videocommento di Aldo Spiniello

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vincereNon era dato per favorito, ma negli ultimi giorni le voci si rincorrevano in maniera sempre più insistente e alla fine Das Weisse Band di Michael Haneke ha vinto la Palma d'Oro del 62° Festival di Cannes. Qualcuno potrà pensare che, nell'assegnazione di questo premio, possa essere stato decisivo il peso della Presidente della Giuria Isabelle Huppert che dal regista è stata diretta in La pianista e Il tempo dei lupi. Peccato che l'attrice, all'inizio del festival aveva detto: "Non siamo qui per giudicare, ma per amare i film". Ecco, ora Haneke potrà piacere o non piacere (a noi non è piaciuto affatto ma questo è totalmente irrilevante) ma Das Weisse Band è proprio tutto il contrario del classico film 'da amare'. Si potrà ammirare la regia, la cura formale, ma non è proprio di quei film che smuovono e fanno uscire fuori di testa. Evidentemente scopiazzare Carl Theodor Dreyer e Ingmar Bergman deve aver colpito nel segno. Dopo la sorprendente e meritatissima Palma d'Oro dell'anno scorso per La classe di Laurent Cantet, stavolta Cannes premia un film chiuso, immobile, vecchio. Proprio il contrario della sorprendente modernità del grandissimo Vincere di Marco Bellocchio, in cui il regista piacentino è in uno stato di grazia assoluto. La sua opera avvolge e coinvolge, è impetuosa e fiammeggiante e ha attratto più la stampa internazionale che la nostra. Stavolta non si tratta di partigianeria e di lagnosa e prevedibile difesa del cinema italiano (le nostre posizioni, al contrario hanno creato anche delle polemiche come è accaduto, per esempio, per la scorsa edizione di Cannes) ma lasciar fuori Bellocchio e, diciamolo apertamente, non dargli la Palma d'Oro, è una decisione clamorosamente ingiusta. Lasciare poi fuori completamente il film dal Palmarès diventa una conseguenza diretta. Anche lo scorso anno Clint Eastwood con Changeling non ha vinto nulla eppure si è visto che è un film immenso.
Oltre a Bellocchio ci sono altre decisioni incomprensibili come quella di non premiare affatto il bellissimo The Time That Remains di Elia Suleiman, la lezione di cinema di Visage di Tsai Ming-liang e, ammettiamolo, anche Looking for Eric di Ken Loach. In passato "Sentieri Selvaggi" non è mai stata tenera nei confronti del regista inglese. E forse proprio per questo che questa pellicola, che ci è parsa uno delle più sincere del regista oltre che la commedia (amara) più divertente di questa competizione, avrebbe meritato ben altra considerazione. Tra gli altri titoli che erano stati dati per 'quasi sicuri' vincitori (almeno nella griglia dei premi) c'erano anche Bright Star di Jane Campion e Los abrazos rotos di Pedro Almodóvar. Appare pure un riconoscimento riduttivo quello dato al 'futuristico' Inglourious Basterds di Quentin Tarantino (nel senso di un cinema che guarda veramente al futuro) che ha ottenuto solo il premio per la miglior interpretazione maschile al bravo Christoph Watz. Tra gli altri film premiati ci sono Fish Tank di Andrea Arnold e Thirst di Park Chan-wook (Premio della giuria ex-aequo), Spring Fever di Lou Ye (miglior sceneggiatura a Mei Feng) e Samson and Delilah dell'australiano Warwick Thornton. 

 

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I PREMI DEL 62° FESTIVAL DI CANNES

Palma d'Oro: Das Weisse Band di Michael Haneke
Gran Premio della Giuria: Un prophète di Jacques Audiard
Premio Eccezionale della Giuria: Alain Resnais
Premio della Giuria: (ex-aequo) Fish Tank di Andrea Arnold e Thirst di Park Chan-wook
Premio per la migliore interpretazione maschile: Christoph Waltz per Inglourious Basterds di Quentin Tarantino
Premio per la migliore interpretazione femminile: Charlotte Gainsbourg per Antichrist di Lars von Trier
Premio per la sceneggiatura: Mei Feng per Spring Fever di Lou Ye
Premio per la regia: Brillante Mendoza per Kinatay
Caméra d'Or migliore opera prima: Samson and Delilah di Warwick Thornton
Menzione speciale Caméra d'Or: Ajami di Copti e Shami
Palma d'Oro del cortometraggio: Arena di Joao Salaviza
Menzione speciale per il cortometraggio: The Six Dollar Fifty Man di Mark Albiston e Louis Sutherland


Il videocommento di Aldo Spiniello ai riconoscimenti del Festival:

  

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    Un commento

    • Scusate ma possibile che nesuno metta in rilievo lo scandaloso conflito d'interessi della Huppert?