CANNES 63 – Apichatpong Weerasethakul. Fantasmi del passato, echi del futuro

Il regista e artista thailandese Apichatpong Weerasethakul porta in concorso a Cannes 63  il suo ultimo film, storia onirica e sottilmente politica di guerra e di sogno
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Il regista e artista thailandese Apichatpong Weerasethakul porta a Cannes 63 il suo ultimo film, storia onirica e sottilmente politica di guerra e di sogno, della memoria incandescente di un uomo che conosce il momento esatto della sua morte, di una moglie fantasma e di un figlio-scimmia, all'interno di Primitive, progetto artistico multipiattaforma che comprende installazioni, video, cortometraggi, fotografie.

 

Apichatpong Weerasethakul è già stato premiato due volte a Cannes: nel 2002 per Blissfully Yours e nel 2004 per Tropical Malady (Prix du Jury). Tra le altre sue opere, Syndromes and a Century, presentato nel 2006 alla Mostra del Cinema di Venezia (l'incontro con il regista) e il documentario Mysterious Object at Noon.

 

Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives è prodotto da Simon Field, Keith Griffiths, Luis Minarro and Charles de Meaux.

Questa la sinossi del lungometraggio: Zio Boonmee soffre di insufficienza renale. È tanto consapevole del suo corpo che sa perfettamente quanto gli resta da vivere: 48 ore. Per questo chiede ai suoi lontani parenti di portarlo a casa dall'ospedale. Al loro arrivo, questi vengono accolti dal fantasma della sua defunta moglie, tornata per prendersi cura di lui. Ricompare sotto forma di scimmia anche il figlio, anch'esso scomparso dopo aver vissuto tra gli alberi per 15 anni con una creatura nota come la “scimmia fantasma”.

 

Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives nasce da Primitive, progetto multipiattaforma ospitato dalla prestigiosa “casa dell'arte” di Monaco Haus der Kunst, commissionato anche da FACT, galleria d'arte e società cinematografica con base a Liverpool, e Animate Projects. I produttori del lungometraggio sono Kick the Machine e Illuminations Films.

 

Apichatpong racconta: Qualche anno fa, nella città in cui sono nato, Khon Kaen, mi è stato regalato un libro intitolato A Man Who Can Recall His Past Lives, su un uomo che ricordale sue tante vite sotto forma di uomo o animale. Ho sempre pensato che fosse un masochista, perchè rinasceva puntualmente nel nord-est, territorio brullo e politicamente instabile. Un aspetto che mi attira è che mentre Zio Boonmee ricorda eventi che si svolgono lungo centinaia di anni, noi riusciamo a dimenticare eventi che appartengono alla nostra epoca, come la tirannia dei regimi passati.

 

Così ho iniziato a viaggiare per il nord-est per mettere a fuoco il mio progetto. Ho scelto il villaggio di Nabua, […] sonnolento villaggio nella provincia di Nakhon Pahom (l'area in cui il fiume Mekong divide Thailandia e Laos – zona di frontiera in cui i locali sono stati vessati, alcune donne violentate, uomini uccisi nelle loro case) […] La maggior parte dei contadini del luogo, accusati di ribellione, non comprendeva neppure la parola “comunismo”. La mattina del 7 agosto 1965, Nabua conquista la sua reputazione internazionale quando scoppia il primo conflitto armato tra gli agricoltori e il governo totalitario. Come risultato, Nabua viene occupata e posta soto un duro controllo militare. Il terrore intensificato. La paura dilaga. Molti sono fuggiti nella giungla. La notte viene illuminata da lampi militari. Nel villaggio restano soprattutto donne e bambini […]

 

Per ironia della sorte, presso Nabua è nota l'antica leggenda della vedova fantasma che rapisce tutti gli uomini che entrano nel suo impero, per condurli in una terra invisibile: da qui il soprannome di una “città vedova”, senza uomini. La storia di Nabua presenta certamente echi delle turbolenze politiche in Thailandia. Le istituzioni politiche coinvolte in questi eventi passati, come quelli di oggi, manipolano la psiche collettiva sfruttando fede e paura. […]

 

Il progetto Primitive è reinventare questo territorio, un luogo in cui ricordi e ideologie si sono estinti. In Primitive i protagonisti sono i discendenti maschi degli agricoltori di allora, Nabua diventa la città degli uomini, liberata dal fantasma-vedova dell'impero. Questi ragazzi fabbricano ricordi e costruiscono un paesaggio onirico nel mezzo della giungla. […]

 

Non c'è nessun legame evidente tra Zio Boonmee e Nabua, ma quel villaggio è pieno di ricordi rimossi. Ho deciso di lavorare là. Ho intervistato un gran numero di persone, anche se alla fine non ho usato quel materiale. Ho lavorato con dei ragazzi per costruire una nave spaziale e fare il nostro piccolo film. È il mio modo di ricordare. […]

 

Primitive parla di reincarnazione e di trasformazione. Si tratta di una reincarnazione di presenza (e di assenza). È anche una reincarnazione del cinema come un mezzo di trasporto come era ai tempi di Méliès: l”immagine movimento” ci porta fuori dal nostro mondo. Primitive è una meditazione su quei viaggi in veicoli fantastici che hanno a che fare con la trasformazione delle persone e della luce.

 

Le dichiarazioni di Apichatpong Weerasethakul sono tratte dal sito che presenta il progetto Primitive, animateprojects.

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    CANNES 63 – Apichatpong Weerasethakul. Fantasmi del passato, echi del futuro

    Apichatpong Weerasethakul a CANNES 63  con
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    Il regista e artista thailandese Apichatpong Weerasethakul porta a Cannes 63 nella sezione Un Certain Regard il suo ultimo film, storia onirica e sottilmente politica di guerra e di sogno, della memoria incandescente di un uomo che conosce il momento esatto della sua morte, di una moglie fantasma e di un figlio-scimmia, all'interno di Primitive, progetto artistico multipiattaforma che comprende installazioni, video, cortometraggi, fotografie.

     

    Apichatpong Weerasethakul è già stato premiato due volte a Cannes: nel 2002 per Blissfully Yours e nel 2004 per Tropical Malady (Prix du Jury). Tra le altre sue opere, Syndromes and a Century, presentato nel 2006 alla Mostra del Cinema di Venezia (l'incontro con il regista) e il documentario Mysterious Object at Noon.

     

    Apichatpong Weerasethakul a CANNES 63  con Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives è prodotto da Simon Field, Keith Griffiths, Luis Minarro and Charles de Meaux.

    Questa la sinossi del lungometraggio: Zio Boonmee soffre di insufficienza renale. È tanto consapevole del suo corpo che sa perfettamente quanto gli resta da vivere: 48 ore. Per questo chiede ai suoi lontani parenti di portarlo a casa dall'ospedale. Al loro arrivo, questi vengono accolti dal fantasma della sua defunta moglie, tornata per prendersi cura di lui. Ricompare sotto forma di scimmia anche il figlio, anch'esso scomparso dopo aver vissuto tra gli alberi per 15 anni con una creatura nota come la “scimmia fantasma”.

     

    Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives nasce da Primitive, progetto multipiattaforma ospitato dalla prestigiosa “casa dell'arte” di Monaco Haus der Kunst, commissionato anche da FACT, galleria d'arte e società cinematografica con base a Liverpool, e Animate Projects. I produttori del lungometraggio sono Kick the Machine e Illuminations Films.

     

    Apichatpong racconta: Qualche anno fa, nella città in cui sono nato, Khon Kaen, mi è stato regalato un libro intitolato A Man Who Can Recall His Past Lives, su un uomo che ricordale sue tante vite sotto forma di uomo o animale. Ho sempre pensato che fosse un masochista, perchè rinasceva puntualmente nel nord-est, territorio brullo e politicamente instabile. Un aspetto che mi attira è che mentre Apichatpong Weerasethakul a
CANNES 63  con Zio Boonmee ricorda eventi che si svolgono lungo centinaia di anni, noi riusciamo a dimenticare eventi che appartengono alla nostra epoca, come la tirannia dei regimi passati.

     

    Così ho iniziato a viaggiare per il nord-est per mettere a fuoco il mio progetto. Ho scelto il villaggio di Nabua, […] sonnolento villaggio nella provincia di Nakhon Pahom (l'area in cui il fiume Mekong divide Thailandia e Laos – zona di frontiera in cui i locali sono stati vessati, alcune donne violentate, uomini uccisi nelle loro case) […] La maggior parte dei contadini del luogo, accusati di ribellione, non comprendeva neppure la parola “comunismo”. La mattina del 7 agosto 1965, Nabua conquista la sua reputazione internazionale quando scoppia il primo conflitto armato tra gli agricoltori e il governo totalitario. Come risultato, Nabua viene occupata e posta soto un duro controllo militare. Il terrore intensificato. La paura dilaga. Molti sono fuggiti nella giungla. La notte viene illuminata da lampi militari. Nel villaggio restano soprattutto donne e bambini […]

     

    Per ironia della sorte, presso Nabua è nota l'antica leggenda della vedova fantasma che rapisce tutti gli uomini che entrano nel suo impero, per condurli in una terra invisibile: da qui il soprannome di una “città vedova”, senza uomini. La storia di Nabua presenta certamente echi delle turbolenze politiche in Thailandia. Le istituzioni politiche coinvolte in questi eventi passati, come quelli di oggi, manipolano la psiche collettiva sfruttando fede e paura. […]

     

    Il progetto Primitive è reinventare questo territorio, un luogo in cui ricordi e ideologie si sono estinti. In Primitive i protagonisti sono i discendenti maschi degli agricoltori di allora, Nabua diventa la città degli uomini, liberata dal fantasma-vedova dell'impero. Questi ragazzi fabbricano ricordi e costruiscono un paesaggio onirico nel mezzo della giungla. […]

     

    Non c'è nessun legame evidente tra Zio Boonmee e Nabua, ma quel villaggio è pieno di ricordi rimossi. Ho deciso di lavorare là. Ho intervistato un gran numero di persone, anche se alla fine non ho usato quel materialeApichatpong Weerasethakul - PRIMITIVE. Ho lavorato con dei ragazzi per costruire una nave spaziale e fare il nostro piccolo film. È il mio modo di ricordare. […]

     

    Primitive parla di reincarnazione e di trasformazione. Si tratta di una reincarnazione di presenza (e di assenza). È anche una reincarnazione del cinema come un mezzo di trasporto come era ai tempi di Méliès: l”immagine movimento” ci porta fuori dal nostro mondo. Primitive è una meditazione su quei viaggi in veicoli fantastici che hanno a che fare con la trasformazione delle persone e della luce.

     

    Le dichiarazioni di Apichatpong Weerasethakul sono tratte dal sito che presenta il progetto Primitive, animateprojects.

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      2 commenti

      • Non per fare il rompiscatole ma il nuovo film di Apichatpong Weerasethakul non in Un Certain Regard ma in CONCORSO. Blissfully yours è stato premiato a Cannes nel 2002 e non nel 2003 e Tropical Malady ha vinto il premio speciale della giuria e non il Gran premio..

      • @Kitaniano, nessuna rottura di scatole 🙂 grazie per la segnalazione delle sviste, di cui mi scuso e che provvederemo subito a correggere: il film di Apichatpong è effettivamente in concorso, in una selezione che vede alcuni nomi asiatici davvero eccellenti, da Kitano all'attesissimo nuovo Lee Chang Dong, di cui abbiamo già parlato. Presto dedicheremo anche un piccolo spazio anche a The Housemaid di Im Sang-Soo. Blissfully Yours è stato come segnali premiato a Cannes nel 2002. Quanto a Tropical Malady, mi risulta che sia invece effettivamente vincitore del premio della giuria (Prix du Jury) a Cannes, nel 2004, mentre il gran premio SPECIALE della giuria in quell'anno è stato assegnato all'ottimo Oldboy.<br />Un premio cosiddetto "Speciale" della Giuria a cui forse alludevi è invece stato assegnato a Tropical Malady l'anno seguente all'Indianapolis International Film Festival.