CANNES 64 – “Grazie per averci permesso di essere il merletto di questo film”. Incontro con Bertrand Bonello, Josée Deshaies, Céline Sallette e Hafsia Herzi

l'apollonide
Terzo regista francese in competizione a Cannes e già in concorso sulla Croisette nel 2003 con Tiresia, Bertand Bonello dischiude il mondo chiuso delle case di tolleranza all’inizio del secolo scorso e, in un sontuoso scenario ispirato alle tele di Courbet, Renoir, Manet, racconta la storia delle dodici ragazze che lavorano a L’Apollonide. Nel cast, oltre all’italiana Jasmine Trinca e all’affascinante Céline Sallette, la conturbante Hafsia Herzi
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bertrand bonelloTerzo regista francese in competizione a Cannes e già in concorso sulla Croisette nel 2003 con Tiresia, Bertand Bonello dischiude il mondo chiuso delle case di tolleranza all’inizio del secolo scorso e, in un sontuoso scenario ispirato alle tele di Courbet, Renoir, Manet, racconta la storia delle dodici ragazze che lavorano a L’Apollonide. Nel cast, oltre all’italiana Jasmine Trinca e all’affascinante Céline Sallette, la conturbante Hafsia Herzi
 
 
Come ha scelto le dodici ragazze protagoniste?
Bertrand Bonello: Per riuscire a creare un gruppo, bisogna prima avere degli individui. Ognuna delle ragazze è stata scelta per una ragione differente. Avevo bisogno di attrici capaci di viaggiare dalla nostra epoca agli inizi del 1900 e dare vita a questo mondo. Il casting è durato nove mesi. E’ stato un bel puzzle.
 
Come ha lavorato sulla fotografia del film?
Josée Deshaies (direttore della fotografia): Abbiamo avuto da Bertrand Bonello delle istruzioni molto precise: un bordello, un posto unico, una storia di finzione ambientata nel passato. Le luci sono state allo stesso tempo realistiche e sognanti. La casa è un teatro.
 
Come è stato lavorare con Bertrand Bonello?
Céline Salette: Siamo state guidate in maniera molto attenta. Ogni giorno facevamo un’ora di prove coreografiche. Bertrand Bonello ha fatto davvero un ottimo lavoro, un lavoro minuzioso, come quando si da il merletto. Grazie Bertrand per averci permesso di essere il merletto di questo film!
 
E’ stato problematico girare le scene di nudo?
Hafsia Herzi: Per me non è stato difficile. Sul set eravamo come in una grande famiglia. E’ difficile da spiegare. Non ci siamo vergognate perché eravamo tutte insieme. Mostrare il proprio corpo è stata un’esperienza bellissima.
 
Che punto di vista ha scelto per rappresentare la casa di tolleranza?
Bertrand Bonello: Quando si parla di un bordello, è quasi sempre attraverso un punto di vista maschile che viene raccontato questo mondo. Penso ai pittori, agli scrittori… Io invece ho scelto di adottare il punto di vista delle donne, come loro guardano gli uomini. Questo non è un film che cerca il dibattito. Ho tentato da farlo parlare attraverso la sceneggiatura, attraverso le immagini.
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