Tratto dal bestseller di Lionel Shriver, presentato il secondo lungometraggio e unico film inglese in concorso We Need to Talk About Kevin. Alla proiezione stampa è stato accolto molto favorevolmente e soprattutto è partito un applauso ancora più convinto quando sui titoli di coda è apparso il nome della protagonista, Tilda Swinton. L'ex musa di Derek Jarman interpreta la madre di un adolescente ribelle, incapace di instaurare l’imprinting giusto con il figlio, il quale è destinato a segnare indelebilmente la vita dei suoi famigliari. Girato dalla regista scozzese Lynne Ramsay, messasi in luce proprio a Cannes nel 1996, vincendo il Premio della Giuria con il cortometraggio Kill the Day. Nel cast c’è anche John C. Reilly e tra i produttori figura Steven Soderbergh

 

 

Lynne Ramsay ci parli della genesi del suo film…
Ho sempre dovuto combattere molto con me stessa prima di intraprendere una nuova avventura cinematografica, immaginate per quest’ultima opera. Ho bisogno sempre comunque di realizzare il mio film prima visivamente nella mia testa e poi posso cominciare a lavorare.

 

Tilda Swinton, a proposito della solitudine che vive il suo personaggio, Eva…
L’esperienza che vive il mio personaggio è molto più comune di quanto si pensi. Diventare madre può essere molto violento, molto faticoso. L’idea di mettere alla luce un essere che incarna le proprie sofferenze, è una cosa terrificante. Questo film è un viaggio in cui si analizzano le emozioni di una madre e le sue ripercussioni sulle relazioni famigliari.

 

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John C. Reilly a proposito del suo personaggio, padre di Kevin…
Kevin manipola suo padre e questo non gli consente di mediare con obiettività tra il figlio e sua moglie. Si convince che tutto in famiglia vada bene e non riesce a prendere in mano la situazione, sperando che le cose si risolvano sempre naturalmente.

 

Lynne Ramsay, a proposito della violenza nel film…
Non ho voluto mostrare il massacro a scuola per evitare di far vedere qualcosa di estremamente violento, ma solo perché volevo preservare il punto di vista di Eva, che deve immaginarsi la scena. Quanto alla violenza di Kevin, penso possa essere comparata a quella del mondo, che ci rifiutiamo di guardare.