CANNES 64 – “Paolo ha una mano magica quando gira”. Incontro con Sean Penn e Paolo Sorrentino

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Il secondo film italiano in Concorso ha ricevuto una buona accoglienza, anche se non ha raggiunto i livelli trionfalistici di Habemus Papam. This Must Be the Place, rappresenta la prima esperienza statunitense del regista nostrano. Protagonista Sean Penn che interpretare un’ex rockstar in declino, rievocando nel look Robert Smith dei Cure. Ricevuta la notizia della morte del padre, parte dall’Irlanda per gli Stati Uniti, alla ricerca del nazista che ha perseguitato il padre in un lager della Seconda Guerra Mondiale. In conferenza riflettori puntati soprattutto sull’attore…  
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sorrentinoIl secondo film italiano in Concorso ha ricevuto una buona accoglienza, anche se non ha raggiunto i livelli trionfalistici di Habemus Papam di Nanni Moretti. This Must Be the Place, rappresenta la prima esperienza statunitense (il film è girato in parte anche in Irlanda) del regista nostrano. Protagonista Sean Penn a interpretare un’ex rockstar (ha cantato con Mick Jagger e David Byrne e ricorda Robert Smith dei Cure) in declino. Parte per gli Stati Uniti, alla ricerca del nazista che ha perseguitato il padre in un lager della Seconda Guerra Mondiale. La storia pare sia stata pensata tre anni fa, quando Sorrentino è stato premiato per il Divo e Sean Penn era presidente di giuria. Stando ad alcune dichiarazioni dell’autore, il film ha una venatura autobiografica in cui Sorrentino lascia riemergere metaforicamente il rapporto con il padre. In conferenza, presenti sia il regista che l’attore, verso il quale i giornalisti hanno mostrato maggiore interesse, rivolgendogli gran parte delle domande. In Italia il film esce in autunno distribuito da Lucky Red e Medusa.
 
Paolo Sorrentino com’è nata la storia?
Sono partito dalla mia curiosità sui nascondigli dei criminali nazisti e dall’interesse per un romanzo di formazione di un uomo rimasto bambino fino a cinquant’anni, un ruolo che mi sembrava giusto affidare ad un’ex rockstar. L’idea è partita tre anni fa quando sono stato premiato per il Divo e ho conosciuto Sean Penn, allora Presidente di Giuria.
 
Sean Penn quando è partita l’esperienza con Sorrentino?
Ci siamo conosciuti a Cannes tre anni fa. Avevo visto i suoi film precedenti e ho sempre pensato che avesse una mente molto originale. Lavorare con lui è stato molto stimolante. Sembrava che suonasse il piano e io giravo le pagine dello spartito. Quando ha ritirato il premio per il Divo, ho confessato che avrei lavorato per lui in qualunque momento e con qualsiasi storia. L’anno successivo mi ha inviato lo script e non ho esitato un attimo.
 
Paolo Sorrentino quali sensazioni ha provato girando negli Stati Uniti?
E’ il Paese del cinema per eccellenza e ovviamente è stato appassionante. Riprendere i suoi spazi non è stata impresa ardua. Eravamo come dei bambini che stavano scoprendo un mondo nuovo.
 
Sean Penn su cosa il lavoro si è maggiormente concentrato?
Con Paolo abbiamo lavorato molto al personaggio e soprattutto abbiamo ragionato sul fatto di come la depressione può avere degli effetti sul fisico. Devo dire che lui aveva delle idee molto chiaro sul personaggio.
 
Sean Penn quali altre sfaccettature del personaggio di Cheyenne considera rilevanti?
Quel personaggio porta dentro qualcosa, un senso di vendetta che appartiene agli americani, basta guardare la reazione che hanno avuto di recente alla morte di Osama Bin Laden.
 
Avete fatto un pensierino alla Palma d’Oro?
Sean Penn
: “Spero di festeggiare domenica sera”.
Paolo Sorrentino: “E' la mia quarta volta a Cannes, ma non è che si costruisca una carriera su questo. La Palma d'Oro? Penso proprio di no. Stare qui in Concorso è già il miglior risultato possibile”.
 
Sean Penn sono vere le voci che la vedono coinvolto sentimentalmente con Scarlett Johansson?
E’ un segreto, un segreto…
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