CANNES 65 – De rouille et d'os, un film espressionista: parlano Jacques Audiard e Marion Cotillard
"Il film è fisico, estremamente sensuale. Ci sono la violenza della carne – lui è un pugile – e la sensualità della carne." Così Marion Cotillard sull'atteso film diretto Jacques Audiard, De rouille et d'os, in concorso a Cannes 65

"Il film è fisico, estremamente sensuale. Ci sono la violenza della carne – lui è un pugile – e la sensualità della carne."
Così Marion Cotillard, in un'intervista pubblicata nel numero di maggio di Obsession, con fotografie di Jean-Baptiste Mondino, sull'atteso film diretto Jacques Audiard, De rouille et d'os (foto dal set, trailer) tratto da Rust and Bone, raccolta di racconti di Craig Davidson, in concorso a Cannes 65.
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Non solo per il testo di partenza, di uno scrittore "così giovane, solo 27 anni, e così incredibilmente brillante" ma anche per l'intrecciarsi dell'esperienza della maternità con le riprese del film ("mio figlio aveva solo 5 mesi e l'ho allattato sul set durante tutto il lavoro") e per la sovrapposizione con gli impegni presi per The Dark Night Rises ("quello con Audiard è stato tempo letteralmente rubato, abbiamo iniziato le riprese di nascosto").
La Cotillard, che sta lavorando con grandi registi (la vedremo anche in Low Life di James Gray) descrive il lavoro con Audiard come straordinariamente impegnativo e fatto di molta improvvisazione.
"Da questo punto di vista è l'opposto di Nolan. Con lui è come essere su un ring, hai poco tempo per prepararti e la battaglia è già cominciata".
Del suo partner sul set di Rust and Bone, Matthias Schoenaerts, attore di impressionante fisicità in Rundskop, la Cotillard parla così:
"Uno degli attori più magnetici coi quali abbia mai lavorato. Devo ammettere che all'inizio quasi mi spaventava. Michael Mann, al quale l'ho presentato, mi ha inviato una e-mail il giorno dopo descrivendolo semplicemente così: Matthias è una rivelazione".
Audiard e il suo cosceneggiatore Thomas Bidegain, già insieme per Un profeta (Bidegain ha scritto anche Aimer à perdre la raison di Joachim LaFosse, a Cannes nella sezione Un Certain Regard) spiegano lo spirito del film nelle note di regia:
"C'è qualcosa di sorprendente nella raccolta di racconti di Craig Davidson: l'immagine di un mondo moderno vacillante, all'interno del quale i singoli percorsi, dei destini semplici, vengono amplificati dal dramma e dagli incidenti della vita. Una visione degli Stati Uniti come un universo razionale in cui i corpi devono sforzarsi per trovare il loro posto, per cercare di capovolgere il destino a loro riservato.
Ali e Stephanie, i nostri due personaggi, non esistono nei racconti, e la raccolta di Craig Davidson sembra ormai appartenere alla preistoria del nostro progetto, ma la forza e la brutalità della storia, la volontà di sublimare i personaggi attraverso il dramma, anzi il melodramma, vengono direttamente da lì.
Fin dall'inizio del nostro lavoro di adattamento, ci siamo orientati verso una forma cinematografica che in mancanza di qualcosa di meglio potremmo definire "espressionista", dove il potere delle immagini è al servizio del melodramma. Un'estetica drastica, fatta di contrasti brutali, in cui la straordinarietà delle suggestioni visive sublima la durezza della realtà, di un mondo in cui "Dio vomita i tiepidi".
Questa forma ci ha guidato per tutto lo script, fino alla storia d'amore, che diventa il vero "eroe" del film: il mondo attraverso gli occhi di un bambino smarrito, che mostra la nobiltà dei nostri personaggi nel bel mezzo della violenza di un mondo in preda alla catastrofe ecomomica. Ali e Stephanie si svelano e lottano per uscire dalla loro condizione."
[Jacques Audiard e Thomas Bidegain]
Prodotto da Why Not, Page 114 e Les Films du Fleuve dei fratelli Dardenne, De rouille et d'os uscirà nelle sale francesi il 17 maggio.
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