CANNES 65 – Incontro con Bernardo Bertolucci

bernardo bertolucci sul set di io e te
A 9 anni di distanza da The Dreamers, il regista ritorna dietro la macchina da presa con Io e te, dal romanzo di Niccolo' Ammaniti. Timido e orgoglioso, parla di miracolo per essere tornato a girare un film, e' la prima volta che incontra i giornalisti da quando e' su una sedia a rotelle. Si sofferma poi sui suoi giovani attori e della casa dell'artista Sandro Chia usato come set che e' a pochi metri da casa sua  

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bernardo bertolucci sul set di io e te“Pensavo che non avrei mai più girato un film. Pensavo che non avrei mai più diretto un attore. E poi, è accaduto questo miracolo. Sono tornato a dirigere, e l’ho trovato insieme prodigioso e assolutamente naturale. In fondo, è quello che ho sempre fatto. E sono tornato a farlo anche da questa… da questa sedia”.


Bernardo Bertolucci è insieme, in qualche modo, timido e orgoglioso. Timido, perché è la prima volta che incontra i giornalisti per presentare un suo film, da quando è su una sedia a rotelle. Orgoglioso, perché probabilmente per lui – nonostante i tanti Oscar, e la Palma d’oro alla carriera – questo è il premio più ambito. “Da quando mi sono accorto che non potevo più camminare, mi ci sono voluti anni per elaborare il lutto”, dice il regista, settantun anni, a Cannes fuori concorso con Io e te.  Un film intimo, così lontano dalle dimensioni colossali de L'ultimo imperatore o di Piccolo Buddha. Qui, un minuscolo gruppo di famiglia in un interno. Lui e lei, adolescenti. E come set, lo studio dell’artista Sandro Chia, a pochi metri da casa sua.

 

Ho girato tutto il film praticamente sotto casa mia, e questo mi ha aiutato a sentire tutto più facile, più fattibile”, dice Bertolucci. “Mi muovevo, grazie a questa seggiolina meravigliosa, che va da tutte le parti; e ho scoperto che un’inquadratura è sempre un’inquadratura, e che stavo tornando a fare, con semplicità, quello che ho sempre fatto: il cinema”.

Il ragazzo del film si chiama Iacopo Olmo Antinori: ha uno sguardo a dir poco inquietante, che ricorda… “Sì, mi ricordava molto Malcolm McDowell di Arancia meccanica, ma anche mille altre cose, anche Pier Pasolini”.

La ragazza, che nel film interpreta sua sorella, si chiama Tea Falco, ha ventisei anni, e si aggiunge alla galleria di bellezze che non si dimenticano, nei film di Bertolucci. “Appena la ho vista scendere dal treno proveniente da Catania – perché l’aereo non lo prende – ho capito che era lei l’attrice che cercavo; poi abbiamo scoperto che è anche un’artista, una fotografa di grande creatività, e ho modellato il personaggio proprio intorno a lei, alla sua storia vera, alla sua vita”.

 

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    Un commento

    • bix o vattelapesca

      tea falco in the desert, olmo antinori da novecento ritornante.. i nomi sono fatali credo, anzi sono abbastanza sicuro.. due film sottoforma d'attore che vengono a visitare l'inedito set, due segni spettrali amorosi del viversi autobiografico intensissimo del regista, tra enormità del sogno e intimità dell'inquadratura, qui riconvocati come angeli per le nuove immagini