CANNES 65 – Incontro con David Cronenberg

david cronenberg
A due giorni dalla premiazione, Cannes vede in concorso l’atteso Cosmopolis. Dopo A Dangerous Method, David Cronenberg porta sul grande schermo il romanzo di Don DeLillo. Robert Pattinson è Eric Paker, il giovane mago della finanza che, dalla sua limousine, guarda la fine del capitalismo. Nel cast anche Juliette Binoche, Paul Giamatti, Samantha Morton, Mathieu Amalric

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david cronenbergA due giorni dalla premiazione, Cannes vede in concorso l’atteso Cosmopolis Dopo A Dangerous Method, David Cronenberg porta sul grande schermo il romanzo di Don DeLillo. Robert Pattinson è Eric Paker, il giovane mago della finanza che, dalla sua limousine, guarda la fine del capitalismo. Nel cast anche Juliette Binoche, Paul Giamatti, Samantha Morton, Mathieu Amalric.
 
 
Come è stato lavorare sul romanzo di Don DeLillo?
Conoscevo i romanzi di Don DeLillo, ma non avevo letto Cosmopolis. Non appena l’ho letto ho impiegato solo sei giorni per scrivere la sceneggiatura, un nuovo record per me. E questo perché il libro è fantastico, i dialoghi sono perfetti e bellissimi. Quello che si vede nel film è quasi esattamente ciò che c’è scritto nel romanzo, dialogo per dialogo. Ho dovuto fare dei cambiamenti perché un film e un libro sono due cose diverse e ho imparato in passato che è impossibile girare rimanendo del tutto fedeli al romanzo, devi creare una nuova cosa che è quasi un ibrido di cinema e romanzo.
 
In che modo ha girato Cosmopolis? Ci può parlare della scena finale?
A prima vista gli ultimi ventidue minuti del film possono apparire come un’opera teatrale, con Robert Pattinson e Paul Giamatti in un unico set. Come se all’interno di Cosmopolis ci fosse un cortometraggio. Ma c’è un differenza tra cinema e teatro, è la macchina da presa, le lenti usate, i movimenti di camera, la differenza dei piani. Credo che l’essenza del cinema sia il volto che parla, per questo i ventidue minuti finali rappresentano l’essenza del cinema. Dopo le riprese, quando tornavo alla mia roulotte, guardavo quello che avevo girato, guardavo le luci, facevo attenzione ad ogni dettaglio. Questo non è stato affatto un film facile da girare.
 
Ci può parlare del ruolo di Robert Pattinson?
E’ facile dire che il personaggio interpretato da Robert Pattinson è una sorta di vampiro che succhia il sangue da Wall Street. Ma questa è solo una cosa superficiale. Un attore non può recitare a partire da un concetto astratto. Dovevo rendere reale questo personaggio, renderlo un personaggio con un passato.
 
Che relazione ha Cosmopolis con i suoi precedenti film?
Quando giro non penso ai miei altri film. Quando vengo intervistato posso anche giocare a fare il critico della mia filmografia, ma nella realtà ogni mio film è diverso. Ogni mio film mi chiede qualcosa di diverso. Non mi piace cercare una consonanza tra i miei lavori, non mi serve sul set quando giro.
 
C’è un relazione tra Cosmopolis e Occupy Wall Street?
E’ stato sorprendente per noi girare una rivolta anticapitalistica a New York e poi leggere la sera del movimento di Occupy Wall Street. E’ stato strano. Era come se stessimo girando un documentario invece di un film. Ma non è stato voluto, è stato accidentale. Lavoravamo sui dettagli dei dialoghi, sono dialoghi filosofici e provocatori. Certo, Cosmopolis evoca lo spettro del capitalismo, abbiamo quasi citato alla lettera Karl Marx, ma non abbiamo cercato nessuna relazione con Occupy Wall Street. Semplicemente abbiamo poi riflettuto su di essa, sul suo significato.

 

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