CANNES 66 – Incontro con Jerry Lewis e Daniel Noah per “Max Rose”

daniel noah e jerry lewis

È sicuramente uno degli avvenimenti d’eccezione di questa edizione del festival. A Cannes arriva Jerry Lewis, che, dopo anni di assenza, torna al cinema come protagonista di Max Rose di Daniel Noah. La storia è quella di un anziano pianista che deve affrontare la morte della moglie, dopo sessant’anni di matrimonio

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daniel noah e jerry lewisÈ sicuramente uno degli avvenimenti d’eccezione di questa edizione del festival. A Cannes arriva Jerry Lewis, che, dopo anni di assenza, torna al cinema come protagonista di Max Rose di Daniel Noah (alla sua seconda regia dopo un film nel 2001, Twelve). La storia è quella di un anziano pianista che deve affrontare la morte della moglie, dopo sessant’anni di matrimonio. E il lutto è reso ancor più tormentato dalla scoperta di essere stato tradito. La conferenza stampa si è svolta “all’oscuro”, prima dell’unica proiezione ufficiale prevista, ma è stata trasformata in un vero e proprio show dalle battute e dalle smorfie di un Jerry Lewis strepitoso.

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Qual è stata l’origine del progetto?

Daniel Noah. Il personaggio è ispirato a mio nonno. Era un compositore jazz a Chicago abbastanza conosciuto…

Jerry Lewis. …aumentate il volume, siamo qui per lavorare!

Daniel Noah. …mio nonno è morto molto anziano nel 2003. E mi ha sempre colpito il rapporto d’amore che aveva con sua moglie. Alla morte di mia nonna, avrà sentito senz’altro un enorme dolore, ma ancheb dimostrato una forza di reagire. È proprio ragionando sulla sua esperienza e i suoi sentimenti che ho deciso di fare questo film. E, scrivendo la sceneggiatura, pensavo a quale attore avrebbe potuto interpretare un personaggio del genere. E mi è venuto in mente Jerry, che conoscevo per i suoi film, le sue celebri commedie. L’unico attore adatto, mi son detto. Soprattutto perché ci dimostra la grande vitalità che si può ancora avere a una certa età.  

 

Mr Lewis, cosa l’ha convinto a interpretare questo ruolo?

J.L. Ho letto la sceneggiatura e ho contatto immediatamente Daniel, per dirgli che sarei stato ben contento di recarmi l’indomani in qualsiasi studio lui mi avesse indicato. Non ho avuto dubbi, perché si tratta della migliore sceneggiatura che mi sia capitato di leggere negli ultimi quarant’anni. Non mi è mai succeso di accettare un ruolo così rapidamente. Poi ho guadagnato anche tre milioni. Tutto perfetto, no?

Perché la migliore sceneggiatura?

J.L. Quello che è straordinario è che racconta di persone anziane, messe da parte. Si può intendere come una seconda modalità di lettura di questa storia. Quello che mi ha colpito dell'avventura è che, prima di incontrare Daniel Noah, ho dovuto chiudere in valigia tutto ciò che ho fatto nel cinema da 60 anni a questa parte. Si conosce la mia follia, ma stavolta non potevo essere comico, dovevo impegnarmi a restituire la bellezza di questa storia, l’amore profondo che lega il personaggio a sua moglie e ai suoi figli. É un film che riempie di felicità a vederlo. Ed è un obiettivo difficile. Come è difficile per un clown folle cambiare completamente il suo modo di recitare.

 

Lei è l’attore più celebre della storia del cinema, ma…

Perché urla?

Sì, scusi, lei è…

Parli più forte!

Lei è l’attore più celebre…

Sono d’accordo!

 

Come ha lavorato sul suo personaggio? 

J.L. Quando si deve interpretare una sceneggiatura come questa, occorre cambiare la fisiologia del personaggio, il modo di muoversi conformemente al tono, alla psicologia di quella sceneggiatura. È difficile non calarsi al cento per cento in un personaggio del genere. Ma bisogna stare attenti, perché si parla alle sensibilità, di cose che toccano profondamente. Credo che Daniel sia riuscito a fare un film così, perché ha scritto di proprio pugno la sceneggiatura, mostrando il cuore. Inoltre è una grande operazione commerciale. Se dovete scrivere qualcosa di questo film, scrivere che Max Rose se ne frega dell’ortografia.

 

Lei fa cinema da sessant’anni. Come lo vede oggi e nel futuro?

J.L. Non è solo questione di idee, che passano in fretta. Deve esserci qualcosa su cui possano continuare a ragionare in futuro i bambini piccoli. Per fare questo, un film deve essere meraviglioso. E per fare un film meraviglioso, non si può avere un cervello vuoto, certo, ma soprattutto non si può avere un cuore vuoto.

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