CANNES 67 – Come una tombola

marion cotillard

Il silenzio potrebbe essere l'unica vera reazione a questo verdetto, che ha ignorato clamorosamente il bellissimo film di Naomi Kawase e la straordinaria interpretazione di Marion Cotillard, è stato molto generoso con l'italiano Le meraviglie e che sembra lanciare una provocazione di basso profilo accostando Jean-Luc Godard e Xavier Dolan. L'ultimo palmarès che ci ha convinto risale al 2008

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marion cotillard“Dolan chi?”. Potrebbe essere questa la risposta di Jean-Luc Godard al giornalista che potrebbe fargli la domanda sul premio della giuria, ex-aequo, vinto da Adieu au language e Mommy. Il nome del giovane regista canadese, allevato da Cannes e pupillo dei Cahiers e dei Les Inrockuptibles, accostato a quello di Godard ci appare una provocazione di basso profilo. E se il cineasta canadese lo cita, lo copia (nella recensione su Mommy abbiamo infatti parlato di Godard 2.0), l’altro probabilmente lo ignora, anzi potrebbe negare l’esistenza del suo cinema con uno sprezzante silenzio.

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Già, il silenzio. Quello che è piombato sul grandissimi film di Naomi Kawase (Still the Water) e dei Dardenne (Deux jours, une nuit) e alla loro immensa protagonista Marion Cotillard.  Se non si dovesse fare questo articolo, è questa la reazione più istintiva ma anche logica  di una parte della redazione di “Sentieri Selvaggi” a questo verdetto. Non solo è raro trovarsi in così totale disaccordo con i premi. Ma si ha l’impressione che la giuria presieduta da Jane Campion abbia come giocato a tombola: ha messo l’elenco dei film in un sacchetto e poi li ha estratti uno a uno. A Cannes accade esattamente il contrario di Berlino. Lì la qualità media dei film del concorso, salvo eccezioni, negli ultimi anni ci è apparsa piuttosto modesta ma sono stati sempre premiati i film migliori. A Cannes succede esattamente il contrario. L’anno scorso la Palma d’oro a La vita di Adele ci ha diviso in redazione. Ma per aspettare un palmarès che ci abbia pienamente convinto, bisogna andare indietro al 2008 quando vinse La classe di Laurent Cantet.

Il risultato di una giuria non può mettere in ombra l’altissimo livello (lo potete vedere dai voti delle pagelle) di un concorso che ha presentato almeno 6 grandissimi film. Però magari alcuni ricordano Cannes 2014 non per la qualità della selezione ma per i premi.

still the waterSi può soprassedere anche su Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan, celebrazione dell’Autore, dove il regista turco aveva già avuto in precedenza tutti i riconoscimenti possibili prima di quello più importante. Non è quello il danno maggiore. Non è neanche, aver ignorato totalmente, Olivier Assayas (Sils Maria), Tommy Lee Jones (The Homesman), Abderrhamane Sissako (Timbuktu) e Bertrand Bonello (Saint Laurent). Ci voleva un atto di coraggio che non era, già visibilmente dall’inizio nelle corde di questa giuria. In primo luogo il Gran Premio della giuria a Le meraviglie di Alice Rohrwacher è un regalo di una generosità spropositata che adesso porterà ovviamente gran parte degli addetti ai lavori e la stampa addomesticata a parlare ancora una volta con le solite frasi slogan “Rinascita del cinema italiano” o “Il nostro cinema è in grande salute”. Pensare però che a Cannes negli ultimi anni sono stati premiati Sorrentino, Garrone e la Rohrwacher e ignorati Bellocchio e Moretti lascia perplessi. Comunque Sentieri Selvaggi porta fortuna ai film italiani di cui si parla male; alla fine vincono sempre qualcosa.

Ma soprattutto, come dicevamo, due premi che sembravano così ovvi da non lasciare dubbi. Still the Water (o Palma d’oro o Gran Premio della giuria) e Marion Cotillard per la migliore interpretazione femminile. Poi i Dardenne. Si dice sempre che non possono più vincere perché hanno già ottenuto due Palme d’oro. Allora perché continuano a essere in concorso?

 

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