CANNES 67 – Leviathan. Incontro con Andrey Zvyagintsev

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Corso estivo di MONTAGGIO, dal 22 luglio

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Il regista russo, Leone d’oro 2003 con Il Ritorno e premio speciale della giuria 2007 nella sezione Un Certain Regard a Cannes con Elena, è in concorso con un’opera che richiama la metafora di Giobbe del mostro biblico, Leviatano. Un uomo e la sua famiglia sono minacciati di esproprio dal sindaco della città, sulla penisola di Kola, bagnata dal mare di Barents. Resoconto dell’incontro con la stampa

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Corso estivo di RECITAZIONE CINEMATOGRAFICA, dal 14 luglio

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zvyagintsevIl regista russo, Leone d’oro 2003 con Il ritorno e premio speciale della giuria 2007 nella sezione Un Certain Regard a Cannes con Elena, è in concorso con un’opera che richiama la metafora di Giobbe del mostro biblico, simbolo del caos, Leviatano. Il mostro marino nella Russia contemporanea, in cui un uomo e la sua famiglia sono minacciati di esproprio dal sindaco della città, sulla penisola di Kola, bagnata dal mare di Barents. Il film si ispira al libro del filosofo Thomas Hobbes e alla lotta che l’uomo deve ingaggiare con il diavolo per non soccombere sotto i suoi colpi. Resoconto dell’incontro con il regista


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Perché ha scelto di prendere ispirazione da questa metafora biblica?
Un amico mi aveva raccontato la storia di un uomo che viveva in Colorado e che si era opposto contro il potere di un’impresa edilizia. Quest’uomo ha distrutto la sua proprietà prima di mettere fine ai suoi giorni. Ho trovato subito questa storia universalmente potente e quindi l’ho trasportata nella Russia moderna. Mi è venuto in aiuto Giobbe e la sua metafora biblica sul mostro marino Leviatano
 
 
Anche Thomas Hobbes è stato un riferimento importante?
Ovviamente si. Il pensiero di Hobbes sullo Stato, è quello di un filosofo che sente imprescindibile lo scontro finale tra l’uomo e il diavolo. L’uomo ha bisogno del mostro marino, simbolo del caos, per evitare la guerra del “tutti contro tutti” e potersi assicurare la libertà.
 
 
Pensa che la Russia attuale si presti maggiormente a tale metafora?
Non credo più di tanto. Penso invece che questa storia potrebbe essere buona per tutti i Paesi del mondo. Tutti prima o poi, durante la propria vita, devono fare i conti con una scelta fondamentale: vivere da schiavi o vivere in libertà. Prima o poi bisogna difendere in senso di giustizia e il senso di Dio sulla terra.
 
 
I suoi personaggi bevono tutti tantissimo…
Quando ho fatto vedere il film al Ministro della Cultura Russa mi ha detto: “Ma nel film non si beva come qua in Russia…”. Sono contento che il film sia stato sostenuto e finanziato dal Governo e che sia stato compreso nei suoi significati. Ho ferma intenzione di restare nel mio paese e continuare a fare cinema.  
 
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