Cannes 76 – Perfect Days. Incontro con Wim Wenders e il cast

La ricerca della completezza nella formula di una semplicità presa a piene mani da Ozu è la chiave di volta di Perfect Days. Ecco cosa ha raccontato Wim Wenders tornato al festival di Cannes

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Perfect Days è il racconto della bellezza nella semplicità quotidiana, la storia di Hirayama, un sessantenne che pulisce i bagni pubblici della città con attenzione meticolosa ai dettagli e dedizione certosina al suo lavoro oltre che alla sua pulizia intima personale. A sei anni dal suo ultimo film di finzione (Submergence) Wim Wenders è tornato al Festival di Cannes.

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Nella conferenza stampa tenuta oggi, presenti lo sceneggiatore e produttore Takuma Takasaki, la coprotagonista Arisa Nakano, Koji Yakusho (Hirayama nel film) e il regista tedesco Wim Wenders. Perfect Days è anche un film sull’architettura della città. E partendo dalla genesi del luogo che il protagonista vive maggiormente e del fascino nella composizione nei bagni pubblici Wenders racconta: Il film nasce da un invito a me e Koji, nel vedere questi bagni appunto, in seguito alla riapertura dopo la pandemia. Subito è emerso come Koji trovasse ispirazione e fascino in questi luoghi e immediatamente si è pensato a un cortometraggio o un documentario. Ma io penso che il miglior modo per raccontare la realtà sia attraverso la finzione… il mondo che volevo raccontare comunque è Tokyo, l’incredibile e affascinante città che è.

Parlando del legame tra attori/personaggi, Arisa Nakano spiega che Wenders è stato costantemente affianco agli attori sul set, per seguire in prima persona la crescita che poi sarebbe derivata nei personaggi. Come una sorta di accompagnatore. Sul set c’era una aria conviviale e familiare, quindi viene spontaneo e naturale lavorare con lui; e costruire insieme questo tipo di storia. Nell’ambito della backstory e la relativa costruzione di quest’ultima, Arisa continua: Il mio personaggio non ha esattamente il miglior rapporto del mondo con sua madre. Magri quest’aspetto mi rispecchia molto, e come altri lati che uniscono me e il personaggio, mi hanno permesso di entrare appieno nella rappresentazione.

L’ultima volta che Wim Wenders è stato a Cannes partecipò con un film affresco della e sulla morte, Palermo Shooting; circondato dalle influenze di Antonioni. Anche Perfect Days esplora la vita (o vorrebbe) nella sua complessa forma, guardando fortemente alle arie tipiche di Ozu. Quanto di questo maestro c’è in Perfect Days? Girare un film a Tokyo e non prendere ispirazione dal lavoro di Ozu è pressoché impossibile per me. Per me lui è tra i massimi spiriti guida nel mio lavoro di regista. E questo film vorrebbe essere un tributo a Ozu, e il fatto che sia evidente è anche voluto. Specialmente i personaggi femminili, sono scritti pensando alle moderne giovani donne che affollano i suoi film.  

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