Cannes 78 – Incontro con Robert De Niro

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L’attore americano in dialogo con l’artista JR ha incontrato il pubblico in uno dei Rendez Vous della kermesse francese

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A 60 anni dal suo debutto cinematografico, Robert De Niro è salito sul palco del Palais des Festivals – in uno dei Rendez-vous di questa edizione del Festival di Cannes – non per celebrare se stesso, ma per condividere frammenti della sua carriera. Alla Salle Debussy, De Niro ha preso parte a un incontro speciale accompagnato dall’artista visivo JR, con cui sta realizzando un film documentario sulla figura del padre, Robert De Niro Sr: “Quando ho trovato i quaderni e i diari di mio padre, in tua compagnia, ho finalmente voluto leggerli, prendermi il tempo di scoprirli. Avevo già un progetto di documentario con HBO su mio padre, ma ho pensato che con JR avrei potuto andare oltre. Ci vuole tempo, si evolve. Per me è importante che questo lavoro continui”.

Al centro della conversazione c’è stato il tempo, inteso come spazio per riflettere e conservare: “A questo punto della mia vita, a 81 anni, ha senso immergermi in me stesso, anche senza una scadenza precisa”. JR ha incontrato qualche difficoltà a stimolare risposte articolate da De Niro, noto per la sua riservatezza. Tuttavia, il tono dell’incontro è cambiato quando la conversazione si è spostata sul tema della memoria familiare: “Ho mantenuto intatto lo studio di mio padre. Era importante per me, per i miei figli, per i miei nipoti. Dovevano sapere chi era. Quando ho trovato i suoi diari, ho sentito che era arrivato il momento di leggerli”. Sempre ritornando all’ambito familiare, De Niro ha raccontato: “Ho cercato molto la mia famiglia anche in Italia, Irlanda e Germania. Credo che crescendo, con l’esperienza di vita, abbia trovato una sorta di identità. L’età permette di imparare cose sulle persone”.

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Robert De Niro Cannes

Riflettendo sul proprio mestiere, De Niro ha evocato degli aneddoti: “A volte è la prima intuizione che conta. In The Irishman, Joe Pesci dice: ‘Se hai dubbi, non averne’. È vero. Gli attori trovano qualcosa che il regista magari non aveva previsto. Ma serve fiducia”. E sul cinema che lo ha formato ha spiegato: “Montgomery Cliff, Laurence Olivier, gli attori che vedevamo sullo schermo. Un film che mi ha colpito molto è stato The sea of grass di Elia Kazan. Sono rimasto molto colpito anche da Shane di John Ford. Il primo film che ho visto è stato La bella e la bestia di Jean Cocteau, ma ero molto giovane. Un altro posto in cui andavo era il cinema comico sulla 42esima strada. Ci andavo ogni settimana, a vedere i film di Costello e quelli di Stanlio e Ollio”.

L’attore premio Oscar per Toro Scatenato è stato interrogato sul rapporto tra arte e politica: “Le persone sanno cosa devono fare, cosa è giusto. Ci sono troppi esempi di tirannia. Le persone devono avere il diritto di prendere decisioni democratiche. Chi è al potere non vuole mollare”. Alla fine, De Niro ha riassunto tutto in un pensiero che sembra valere tanto per il cinema quanto per la vita: “Il punto è continuare a fare. Senza sapere esattamente dove stiamo andando. Chi vuole fare qualcosa di buono, sa cosa deve fare”. Anche durante la cerimonia di consegna della Palma d’Oro onoraria, l’attore aveva rivolto un pensiero esplicito alla situazione politica attuale: “Ci sono troppi esempi di tirannia nel mondo. Le persone devono potersi esprimere e avere il diritto di prendere decisioni democratiche. Chi è al potere spesso non vuole lasciarlo andare”.

Con la Palma d’Oro onoraria 2025 consegnata da Leonardo DiCaprio, compagno di scena nell’ultimo lavoro di Scorsese Killers of the flower moon, Cannes ha reso omaggio a un attore che ha definito un’epoca ma che, più di ogni altra cosa, oggi sembra voler lasciare tracce per chi verrà dopo.


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