Cannes 78 – The Mastermind. Incontro con Kelly Reichardt, O’Connor e Magaro
La regista, che ha citato Jean Pierre Melville tra i suoi cineasti preferiti, è tornata sulla Croisette con un film capace di narrare “persone normali in posizioni straordinarie”

Al suo terzo film a Cannes dopo Wendy and Lucy e Showing Up, Kelly Reichardt è tornata con The Mastermind, in gara per la Palma d’Oro. La regista ha riflettuto riguardo al suo film in compagnia degli attori Josh O’Connor e John Magaro.
Magaro, che con la regista aveva già collaborato per First Cow e Showing Up, ha rivelato quanto apprezzi la semplicità e la verità dei suoi personaggi: “Amo che i suoi personaggi siano solo persone, che incontriamo nelle nostre vite e con cui abbiamo interazioni. È questo che rende le cose semplici, stupende, amorevoli e bellissime da guardare”. Anche O’Connor ha apprezzato la capacità di narrare “persone normali in posizioni straordinarie”.
O’Connor inoltre ha condiviso una riflessione su ciò che il suo personaggio pensa di se stesso e sul ruolo maschile: “Per me, lui crede di avere queste aspettative altissime, che non è mai arrivato a raggiungere. Secondo lui meriterebbe di più e il suo grande piano è un capolavoro, che dovrebbe funzionare in qualche modo, e invece non lo fa. Ma questo atteggiamento deriva da un privilegio, da generazioni di uomini cui viene insegnato che si meriterebbero qualcosa di più. E questo film esce ora in un momento storico molto interessante, dove i modelli maschili stanno cambiando.”
Sempre sulle tematiche delle persone comuni e delle aspettative irrealizzabili, Reichardt afferma che The Mastermind è anche un’ode a un certo tipo di cinema: “Jean Pierre Melville è uno tra i miei cineasti preferiti, e amo anche la nuova ondata di film a Hollywood. Ma anche il genere è molto, beh, film di uomini fatti da uomini.”
Inoltre, la regista ha continuato il discorso riflettendo sul genere del suo film e su come si sia relazionata con questo aspetto: “C’è questa tradizione di uomini, del protagonista che è uno scemo ma che è anche sotto certi aspetti l’eroe. Parte di ciò risiede nella natura stessa della narrazione. Se segui qualcuno, Travis Bickle o i personaggi interpretati da Jack Nicholson, quel personaggio può fare quel che vuole e tu lo amerai lo stesso. Sono interessata a quella tradizione, ma anche a smantellarla e osservare come le varie caratteristiche funzionano. Voglio dire, il genere di riferimento viene meno quando il piano di Mooney va a rotoli. Sì, possiamo dire che certi generi mi interessano e mi diverte capire come funzionano.”