Cannes 78 – Vie privée. Incontro con Rebecca Zlotowski e il cast

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La regista francese ha presentato il film Fuori Concorso a Cannes con il cast, tra cui Jodie Foster, Daniel Auteuil, Virginie Efira e Mathieu Amalric

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Rebecca Zlotowski è una vecchia conoscenza del festival: il suo debutto a Cannes risale al 2010 con Belle Épine, per poi ritornare in concorso nel 2022 con I Figli degli altri. Già allora, racconta, avrebbe voluto coinvolgere Jodie Foster nel progetto, ma non se ne presentò l’occasione. L’attrice americana ha confessato di aver sempre apprezzato lavorare in Francia, ma di aver nutrito un certo timore nell’accettare ruoli con molti dialoghi in francese, come in questo caso. A convincerla è stata la sceneggiatura di Vie privée, che l’ha profondamente appassionata, oltre alla stima per il lavori della regista.

È stata una sfida per me – racconta Foster – ma molto interessante. Quando recito in francese mi sento diversa, quasi come se stessi urlando di più. Questo mi dà una sicurezza diversa, che mi permette di costruire i personaggi in modo nuovo“.

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Zlotowski spiega che il film è nato proprio intorno al personaggio di Lilian, interpretato da Jodie Foster, che si contrappone a quello di Paula, affidato a Virginie Efira. L’intera narrazione ruota attorno al rapporto tra queste due donne.

Anne Berest, co-sceneggiatrice del film, ha raccontato la genesi di Vie privée: “Ho scritto la sceneggiatura due anni fa, ispirata da mio suocero, psichiatra e sostenitore dell’ipnosi, che ha sempre lottato per promuoverne l’uso terapeutico. Da lì è nata l’idea di una psicologa che si sottopone a una seduta di ipnosi“.

Berest ha ammesso anche il suo interesse per la possibilità dell’esistenza di vite precedenti, un elemento che introduce nel film una tensione ambigua: lo spettatore si interroga continuamente se ciò che accade sia reale o frutto della mente della protagonista. L’amicizia di lunga data tra Zlotowski e Berest ha sicuramente favorito la realizzazione di questo progetto così personale.

La regista ha spiegato di sentirsi vicina al personaggio di Liliane, una donna razionalista come lei. “Mi affascinava l’idea che una persona così razionale potesse essere sconvolta dalla perdita di un paziente fino a mettere in discussione le proprie convinzioni e credere nella possibilità delle vite passate. Il film è un mix di psicologia, amicizia… e un po’ di erotismo“, racconta.

Zlotowski ha espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto dal cast, tanto da confessare che avrebbe voluto continuare a girare. Ha sottolineato quanto sia stato importante che sia Jodie Foster che Daniel Auteuil avessero anche esperienza da registi: “Sempre più attori stanno passando dietro la macchina da presa. Questo arricchisce il cinema, perché da regista hai bisogno di comprendere a fondo l’esperienza della recitazione“.

Anche Foster e Auteuil concordano sul fatto che dirigere li abbia resi attori migliori. L’attore francese scherza: “Serve anche solo per evitare di fare domande stupide al regista“, mentre Foster aggiunge: “Gli attori pensano ai momenti e al presente. I registi, invece, hanno in mente l’intero quadro. È fondamentale avere sul set persone che capiscano entrambe le prospettive“. Tra i due interpreti si è creato un ottimo feeling sul set che entrambi ricordano con piacere. Parlando delle riprese, la regista ha raccontato: “Abbiamo girato a Parigi per sei mesi, ma prima c’è stato un lungo lavoro di preparazione: abbiamo discusso ogni dettaglio dei personaggi. Il gruppo era molto affiatato e composto da veri professionisti“.

Un grande interesse è stato riservato anche al personaggio di Paula, interpretato da Virginie Efira, una donna carismatica e affascinante, ma con un lato oscuro. L’attrice ha spiegato di aver costruito il ruolo immaginando una sorta di “trasfer inverso”, dove è la psicoterapeuta ad essere attratta e affasciata dalla paziente. “Nessuno è davvero quello che sembra“, aggiunge. “Come ha detto Rebecca, è stato tutto molto naturale. Ma rivedendo il film ieri, sono rimasta sorpresa: ci sono scene bellissime che, mentre le recitavo, non avevo davvero notato“.

Jodie Foster ha poi aggiunto: “Quello che amo di più di Paula è che è il fulcro del film, una sorta di stella polare. Virginie è straordinaria: ha un personaggio memorabile, incantevole, divertente, profondo e misterioso. Lo conosciamo solo attraverso l’impatto che ha sugli altri“.

Foster ha anche trovato somiglianze tra se stessa e il personaggio che ha interpretato: “Io e Lillian abbiamo la stessa età ed entrambe siamo realizzate sul piano professionale, ma Lilian si accorge di essere ferma, immobile, e sceglie di cambiare. Questo film è un’indagine interiore, che non viene mai trattata come un problema o un dramma, ma come un insieme di dettagli che compongono ciò che siamo. Serve coraggio per mettersi in discussione. Quello che amo davvero di Lilian è la sua trasformazione totale“.

Infine, scherzando, l’attrice americana ha rivelato che il prossimo film che girerà in Francia sarà una commedia con Daniel Auteuil: “Mi piacerebbe tantissimo. Una versione comica di Vie privée. Ancora più privata!“.


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