#Cannes2016 – Claudio Giovannesi presenta Fiore alla Quinzaine des réalisateurs

Arriva alla Quinzaine des réalisateurs Fiore di Claudio Giovannesi, l’ultimo film italiano della selezione.

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Arriva alla Quinzaine des réalisateurs Fiore di Claudio Giovannesi, l’ultimo film italiano della selezione. Accolto da una buona accoglienza, il regista racconta lo spunto che lo ha portato a quest’opera: “Volevamo raccontare una storia d’amore. Si dice che più sia grande l’ostacolo che incontrano due innamorati, pensiamo a Romeo e Giulietta o Lolita, e più grande sarà la loro storia. Quando abbiamo scoperto che a Roma esiste un carcere minorile misto, dove adolescenti nel pieno della scoperta dell’eros, sono costretti a vivere vicini ma con il divieto assoluto di ogni contatto, ci è sembrato lo spunto ideale.” Un importante e decisivo lavoro è stato fatto dal punto di vista delle ricerche:“Per scrivere il film, io e i miei co-sceneggiatori, visto che nessuno di noi era mai stato in carcere,abbiamo fatto un grande lavoro di ricerca e passato sei mesi all’interno del minorile. afferma Giovannesi.Molte delle storie e dei ragazzi che appaiono del film, arrivano direttamente dal carcere. Tra le tante cose che abbiamo scoperto, c’è anche questa forma di ereditarietà della detenzione. Molti ragazzi, infatti, hanno genitori che sono o sono stati detenuti. Da qui nasce il rapporto tra Dafne e suo padre Ascanio, il personaggio di Valerio Mastandrea. Mi sembrava paradossale e affascinante raccontare l’incontro tra i due, una detenuta e l’altro appena uscito, in un parlatorio.

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Il regista torna, dopo il successo di Alì ha gli occhi azzurri a parlare di adolescenti problematici: “Nel film mi pare evidente che i ragazzi, nonostante facciano delle cose terribili e siano respingenti, abbiano dentro di sè sempre una forma di innocenza. E’ un aspetto che mi emoziona. L’idea di usare dei non-professionisti nasce dall’esigenza di enfatizzare questa emozione e avvicinare realtà e finzione. I due protagonisti ad esempio, sono stati scelti per questo. Josh è un ragazzo ex-detenuto che ha imparato in carcere a recitare, mentre Dafne era una cameriera che, pur non essendo una delinquente, aveva passato delle esperienze vicine a quelle del suo personaggio.Giovannesi parla anche del lavoro fatto sulle musiche, svelando il retroscena dietro la scelta di Maledetta Primavera, canzone protagonista di una delle scene più belle del film:”Sulle musiche ho cambiato idea all’ultimo. All’inizio volevo solo usare far sentire le stesse canzoni che ascoltano i personaggi. Poi, dopo il primo montaggio, ho scelto di isolare cinque momenti in cui la colonna sonora poteva dare una mano a far crescere il pathos. La scelta di Maledetta primavera per la scena della festa nasce da una chiacchierata con Alice Rohrwacher, una mia cara amica. Insieme eravamo d’accordo che fosse perfetta per una scena di lento tra adolescenti.

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