#Cannes2018 – John Travolta racconta GREASE

John Travolta, in occasione della presentazione della versione restaurata di Grease a Cannes 71 per il 40° anniversario del film, si è concesso ad una chiacchierata con pubblico e stampa

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Dopo il suo enorme successo pre-ventunesimo secolo, John Travolta sta tornando pian piano sotto i riflettori. L’attore e divo statunitense è stato invitato alla 71esima edizione del Festival di Cannes per presentare, la sera del 16 Maggio, una versione restaurata del musical Grease in occasione del 40° anniversario del film. Per l’occasione si è anche concesso ad un’interessante chiacchierata con pubblico e stampa

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La prima inevitabile domanda posta all’attore chiede come sia riuscito a creare una connessione così fortemente empatica col suo pubblico, tramite i suoi personaggi e al suo carisma. La risposta è stata immediata: “Non posso spiegarlo. Quando recito, mi fido dei miei personaggi e delle loro storie. C’è qualcosa di organico che incoraggia il pubblico a credere nei loro viaggi. Li porto via con me, il mio compito è quello di dare loro quella fiducia. Non penso di aver bisogno di essere d’accordo con i miei personaggi. Non sento il bisogno di identificarmi con loro a livello personale. Il mio compito è di lasciarli esprimere, senza preoccuparmi di quello che sto facendo, semplicemente per dare loro la presenza. Non giudico i miei personaggi, bensì ne assorbo la loro essenza”. Travolta ha poi elogiato l’importanza di Grease tanto a livello cinematografico quanto culturale, per le persone e per lui: “È un dono eterno, qualcosa che si trasmette di generazione in generazione, è un film che rimane fresco. Ieri, Benicio Del Toro mi ha detto: “Quando ero giovane, ho visto Grease 14 volte, ed è grazie a te che sono diventato un attore!”

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John Travolta ha vissuto un periodo difficile nella sua vita, che ha inficiato anche sulla carriera e che lo ha portato a tirare il freno per un po’: “Non credo nei rimpianti, credo nell’osservazione umana. Il lavoro di un attore è sperimentare con la vita e osservare. Ho scelto una professione che è intrinsecamente imprevedibile e ho avuto fiducia nel futuro”. Nel suo momento di massimo splendore, il film che lo ha consacrato ad attore poliedrico lanciandolo a gamba tesa nell’industria cinematografica è stato Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Parlando proprio di ciò, l’attore americano ha dichiarato: “La conseguenza diretta di Pulp Fiction è stata che ho ottenuto un biglietto veloce per qualsiasi film o regista con il quale volessi lavorare. È stato il film più importante della mia carriera, ancor più di Grease, perché mi ha dato 24 anni di libertà”. L’intervista si è conclusa con un’osservazione sulle registe donne: “Trovo più facile comunicare con le donne, ma dal punto di vista del talento non c’è differenza. Una buona idea è una buona idea. Penso che una donna sul set abbia meno bisogno di comunicare rispetto a un uomo. Ma alla fine della giornata, la differenziazione tra uomini e donne è quasi innaturale”.

 

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