#Cannes2019 – La femme de mon frère, di Monia Chokri

Una commedia sull’essere donna nel mondo di oggi. Ma la Chokri sfiora e manca il bersaglio e il risultato appare un po’ deludente. Un certain regard

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Sophia (Anne-Élisabeth Bossé), la protagonista di La femme de mon frère, è una ragazza di 35 anni, laureata in filosofia, che cerca di trovare il suo posto nel mondo, senza molto successo. Nonostante l’età, vive con suo fratello Karim (Patrick Ivon): l’unica fonte di svago e felicità nella quotidianità della sua vita piatta e pessimista. Un giorno, scoprendosi incinta, decide di recarsi in clinica ad abortire, con il supporto di Karim, convinta di non voler mettere al mondo altri esseri umani potenzialmente esposti alla sofferenza e all’angoscia che la vita può riservarti. Ma è proprio in clinica che Karim conoscerà Eloïse (Évelyne Brochu), dottoressa della stessa Sophia, ragazza adorabile e sorridente di cui il giovane si innamorerà, gettando letteralmente sua sorella nel panico della gelosia.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Forse la Chokri riesce, tramite la caratterizzazione di questo personaggio femminile, a interpretare apparentemente le ansie e le aspettative di un’intera generazione di ragazze che si sentono, oggi, esattamente come Sophia: schiacciate da un mondo che non ti mette nelle condizioni di poter diventare ciò che vuoi, di poter ambire al lavoro dei tuoi sogni, di poter essere ricca o di avere un corpo perfetto, come la citata Kim Kardashian.

Eppure, guardando il film, sembra che la regista canadese abbia avuto paura di osare e di sviluppare la problematica reale, sfiorando a malapena la rappresentazione del divario profondo ed esistente in ciascuno di noi tra ciò che sei e ciò che pensi di poter essere. Lo stesso personaggio goffo di Sophie non si ribella mai al suo status quo, si arena completamente nella piattezza della sua vita, non lotta per il raggiungimento dei propri obiettivi… o forse, più semplicemente, non ha obiettivi. L’operazione secondo la quale la Chokri vorrebbe creare una sorta di identificazione della protagonista di La femme de mon frère con tutte le ragazze d’oggi appare dunque un po’ debole, e a nulla serve il tentativo finale di sostituire i volti di Sophia e Karim con quelli di altre persone qualsiasi, tra cui anche la stessa regista (della stessa età della protagonista).

Non è chiaro dunque se il punto centrale della vita di Sophia sia la ricerca di un lavoro, la gelosia per suo fratello, la ricerca dell’amore e di una relazione stabile, l’angoscia di stare al mondo… tutto si perde in fogli di carta rosa e blu, ghiaccioli colorati e pantofole con pellicani, personaggi nerd ma non troppo nerd, genitori cool che parlano di sesso e comunismo a tavola e tracce musicali sparate in punti improbabili che peggiorano la visione del tutto.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array