#Cannes2019 – Les misérables. Incontro con Ladj Ly

Cast e regista esordiente raccontano sulla Croisette questa versione di banlieue del classico di Hugo, rinnovato all’epoca e alla rabbia dei gilet gialli. Una “visione etica degli uomini di Polizia”

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Due secoli dopo, Ladj Ly riporta in vita i Miserabili di Victor Hugo. Come Hugo prendeva questa realtà per farla racconto, e denunciare le condizioni di vita nei sobborghi parigini, anche il regista Ly decide di denunciare la stessa realtà e soprattutto il fatto che in due secoli la situazione non sia affatto cambiata. “E’ stato difficile denunciare, perché sono cresciuto lì e non era semplice, ma nessuno ci ha mai davvero ascoltato, e avevo bisogno che venissimo ascoltati, per cercare una soluzione.” Dice il regista durante la conferenza stampa tenutasi oggi a Cannes. Il progetto nasce una decina d’anni fa ma si è andato a sviluppare seguendo l’onda che i gilet gialli hanno rialzato.

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Il film ha infatti il grande merito di essere disturbante, di provocare uno scossone nello spettatore, di urlare quell’esigenza all’ascolto che il regista ha da subito dichiarato. Girato nel quartiere di Montfermeil, racconta una continua lotta, una lotta interna, tra le diverse etnie che lo popolano, così come una lotta con le forze della polizia. Questo panorama fa da sfondo ai tre uomini della sezione anticrimine. Uno in particolare è Chris, interpretato da Alexis Manenti che dichiara: “una persona complessa sin dalla scrittura, su cui ho lavorato scolpendo aspetti caricaturali e costruendo così l’architettura del suo profilo”. Damien Bonnard, interprete di un altro agente, che si caratterizza come una voce fuori dal coro di quello scenario, dice: “ho provato a riflettere sull’idea di quale fosse il modo migliore di lavorare eticamente per un uomo di polizia”.

Ma nel film non manca neanche un tocco di umorismo, che tramite le voci e i volti dei personaggi più piccoli si muove lungo la vicenda. Il co-sceneggiatore Giordano Gerlini ci ha tenuto a raccontare come usando la vis dei giovanissimi attori sia stato semplice creare dell’ironia. Ma allo stesso tempo ha dichiarato: “penso abbiamo una responsabilità verso di loro, dobbiamo supportarli, hanno anzitutto bisogno di poter andare a scuola”.

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