#Cannes68 – Chauti Koot, di Gurwinder Singh

In Un certain regard un’opera prima ancora acerba, che pur aprendosi a momenti lirici affascinanti fa fatica a trovare un’intensitá di racconto.

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Negli anni Ottanta e Novanta la regione del Punjab, a cavallo tra India e Pakistan, fu il terreno di una guerra civile sanguinosa che provocό morte e soprattutto la dispersione della setta separatista dei Sikh, movimento religioso fondato nel XV secolo che persegue un rapporto diretto tra l’uomo e Dio. Un Punjab diviso in due e dilaniato da una violenza che sembra esplodere da un momento all’altro è quello quindi raccontato in Chauti Koot. La rabbia dei ribelli da una parte e gli abusi dei militari dall’altra sono i due poli attorno ai quali ruota la compressione psicologica dei personaggi e soprattutto l’atmosfera di terrore di questo esordio alla regia dell’indiano Gurwinder Singh, che durante il drammatico periodo raccontato era appena un bambino e che qui con la distanza storica e prospettica prova a raccontare una pagina controversa del suo Paese. Per farlo sceglie un percorso narrativo non immediato.

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Due storie si intersecano nel 1984: quella di due amici pronti a tutti pur di prendere un treno e fare ritorno alla cittá di Amritsar e quella di un contadino che viene costretto a uccidere il cane di famiglia. Da una parte il viaggio puό forse trasformarsi nell’occasione di una nuova (e forse utopistica) fratellanza, dall’altra la scelta di uccidere l’animale come simbolo di una purezza perduta, di un sangue con cui annegare la terra e la famiglia. La guerra civile è uno spettro evocato in fuori campo, attraverso racconti, minacce, sospetti. Il giovane autore sa aprire il film a due tre momenti lirici affascinanti, sospesi, quasi snaturati da tutto il resto (molto bella la doppia carrellata quasi bertolucciana sulla protesta contro i militari). Sono le parti migliori di un progetto ancora acerbo e dai ritmi estremamente autoriali e dilatati. Forse troppo pensato e distaccato per disperdere l’intensitá e il dolore necessari a far prendere vita a questa porzione di Storia invisibile.

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