#Cannes68 – Hou Hsiao-hsien e il fascino delle donne-assassino

Arriva in Concorso la visione radicale e purificata del cinema di Hou Hsiao-hsien. The Assassin e’ un film depurato da ogni influenza umana e sgraziata, che possa turbarne la visione secolare, e infatti ogni tensione viene spinta magneticamente verso il fuoricampo. “Energia e potere”, il cineasta voleva far sprigionare questi due elementi dalle immagini: “Ai film di kung fu cinesi preferisco quelli di samurai giapponesi, perche’ i combattimenti sono molto realistici”, racconta ai giornalisti in conferenza stampa stamani a Cannes. “Ci sono degli aspetti fondamentali per risultare credibili nel modo in cui si usa una spada sullo schermo. E’ il modo in cui ho voluto realizzare questo film, e ho dovuto studiare gli stunt tutto da solo, perche’ nessuno voleva seguirmi su questa via, con cui sogno di poter realizzare anche il mio prossimo film di arti marziali, se questo avra’ successo.”

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Hou Hsiao-hsien parla spesso del budget consistente con cui ha potuto realizzare il film in tutta liberta’, ma sa che pure con un finanziamento piu’ ridotto avrebbe seguito comunque la strada del suo cuore, ed e’ sicuro che l’attrice-icona del suo cinema Shu Qi sarebbe stata con lui, anche con meno soldi in ballo: “sono molto fortunato, posso fare un film con una produzione come quella di The Assassin e decidere anche di girarlo in maniera piuttosto semplice e lineare. The Assassin e’ una visione molto personale: quando stai creando un film, il pubblico non e’ li’ con te, sul set. Se dovessi pensare al pubblico nel momento in cui sto lavorando ad un film, farei un altro tipo di cinema, e non e’ detto che a ragionare in questo modo si prenda la strada piu’ facile.”

Il film e’ per il regista una sfida di cui sentiva il bisogno, in un periodo in cui Hollywood domina i botteghini in Oriente molto piu’ di quanto lo facesse ai tempi della new wave di cui e’ stato paladino.

E’ un altro dei film di Cannes 68 che mostrano donne forti, risolute, eroine di un prototipo inedito di femminilita’ al cinema. Per Hou Hsiao-hsien, il clamoroso prologo in bianco e nero del film esplicita nel dualismo dei due colori proprio le due anime della sua protagonista, che e’ donna ma anche assassino.

D’altronde, apiega, nella letteratura popolare del IX secolo le storie sono piene di donne-assassino. “E’ un periodo storico che mi affascina moltissimo, pieno di colore e racconti fantastici”, prosegue il cineasta. “Quando ti approcci ad un film in costume vai sempre incontro a dei rischi, qui poi volevo essere preciso sull’aspetto sociale e politico dell’epoca, che e’ molto intricato. Allora mi sono chiesto se non fosse il caso di aspettare di essere un po’ piu’ anziano ed esperto, per fare questo film. In questi 8 anni ho diretto il Festival di Taipei, e alla fine mi sono deciso: questo e’ il momento giusto per questo film, il tempo vola!”

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