#Cannes68 – Taklub, di Brillante Mendoza

In Un certain regard Brillante Mendoza arriva con un film che racconta la difficile ricostruzione di una comunita’ filippina dopo il tifone Hayan

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Il tifone Hayan ha colpito alcune zone costiere delle Filippine nel novembre 2013, disseminando distruzione e un altissimo numero di vittime tra gli abitanti. E’ considerato uno dei cicloni tropicali piú terribili della storia e l’ultimo film di Brillante Mendoza parte da qui e racconta la comunitá che piú è stata colpita da questa calamitá naturale. Lo fa concentrandosi sulla vita di alcuni personaggi interpretati stavolta da attori professionisti. Bebeth, Larry, Erwin: sono le persone “comuni” sopravvissute al disastro che cercano di rimettere insieme i pezzi della loro famiglia e delle loro case, nel ricordo dei figli e dei genitori che hanno perso ed affrontando giorno dopo giorno sempre nuove avversitá.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Mendoza prosegue la sua poetica fatta di dettagli, rituali quotidiani, pedinamenti, sospensioni, contaminazioni tra fiction e documentarismo. E questo puό far pensare a un modello espressivo stanco, forse troppo collaudato per stupire ancora. Ci puό anche stare, soprattutto se ci si sofferma su una produzione come questa, nata sotto il marchio istituzionale del governo filippino e quindi forse condizionata da una costruzione narrativa, recitativa e morale ingombrante. E certamente il finale con i riferimenti al cristianesimo e alla memoria dei defunti incontra sfumature persino didascaliche, “positive” e sopra le righe. Ma dietro il dazio da pagare al messaggio, si nasconde ancora un cinema capace di far vibrare lo schermo, di regalare frammenti fuori controllo di percezione visiva e tattile, con una forza drammatica che sfida continuamente le condizioni del set arrivando a definire sequenze che nascono direttamente dentro l’apocalisse – impressionante l’incendio iniziale in cui perde la vita un’intera famiglia, come anche il tifone che a un certo punto si scaraventa contro edifici, uomini e macchina da presa.

Anche se con piú fatica che in passato – l’astrattezza del precedente Thy Womb era decisamente piú moderna – le immagini di Mendoza e del genio alla fotografia Odissey Flores continuano a risplendere di una loro magia, arrivano a rimarcare quella linea sospesa tra il peso del vivere e l’altrove, la disperazione e la spiritualitá, lo spazio e la luce.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative