#Cannes68 – Valérie Donzelli e la finzione della Storia

Dopo il successo de “La guerra è dichiarata”, la Donzelli torna a Cannes, e in concorso, con “Marguerite et Julien”, una storia in costume declinata in chiave contemporanea. La conferenza stampa

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

 

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Valérie Donzelli, dopo il successo travolgente de La guerra è dichiarata, torna a Cannes, sbarcando nel concorso principale con Marguerite et Julien, storia di una travolgente passione incestuosa tra un fratello e una sorella. Ambientato nel 1600, il film stravolge completamente la verosimiglianza storica, introducendo tutta una serie di elementi della contemporaneità.

L’accoglienza della stampa internazionale non è stata unanime. E in conferenza stampa, la Donzelli, accompagnata dall’attore protagonista e suo compagno Jérémie Elkaïm, ha provato a chiarire le sue intenzioni. A partire dal lavoro sulla sceneggiatura, che fa in qualche modo parte della storia del cinema, visto che una prima stesura risale addirittura a Jean Gruault e François Truffaut: “Si tratta di una storia molto bella, quella di Marguerite e Julien, oltre che reale. Non volevo raccontare qualcosa che attenesse alla mia vita personale, ma una storia che contenesse comunque una verità. Quando mi sono imbattuta nello script di Gruault, ho subito avuto voglia di farne un adattamento che non si limitasse alla semplice ricostruzione storica“. Ecco spiegata, dunque, la scelta dell’anacronismo: “l’obiettivo era quello di allontanarci dalla sceneggiatura di Jean Gruault, molto più concentrata sui fatti storici. Con Jérémie volevamo creare una sorta di commedia musicale. Al punto che ho scritto anche delle canzoni. Poi le canzoni sono scomparse e sono rimasti gli anacronismi. Volevo creare un universo a sé, che appartenesse solo al film“. Aggiunge Elkaïm al riguardo: ” se avessimo mantenuto una verosimiglianza storica nel raccontare un soggetto del genere, il discorso si sarebbe spostato immediatamente su un piano sociale, oggettivo. Per questo abbiamo cercato uno spiazzamento, che fosse più consono al desiderio di lirismo di Valérie“.

Si tratta di un film senz’altro differente rispetto ai miei precedenti – sottolinea la Donzelli – più ricco e articolato nella messinscena...” Per Elkaïm, Marguerite et Julien risponde al “tentativo di liberarsi dal dogma del naturalismo, del realismo. Credo che la nostra ambizione, quella di Valérie in particolare, sia stata quella di raggiungere la verità attraversa la finzione più spinta. Incarnare la verità attraverso il cinema“.

Il film è girato in parte in pellicola e in parte in digitale. “Volevo qualcosa di originale dal punto di vista visuale – spiega la Donzelli – qualcosa che, appunto, potesse mescolare la modernità e la velocità del digitale con un’immagine più classica, ‘antica’. Ed ecco, dunque, la pellicola. So che questo ha comportato conseguenze sul piano dei costi. Ma è stata una scelta consapevole, ben ponderata. E sono contenta del risultato”.

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array