Capitalism: a Love Story
di Michael Moore
Origine: USA, 2009
Distribuzione: Mikado
Durata: 127’
Nel 1989 Michael Moore (The big one, Bowling a Columbine, Fahrenheit 9/11, Sicko) esordiva al cinema e nel documentario con Roger and me, in cui narrava delle conseguenze della crisi della General Motors e della chiusura di una fabbrica di automobili a Flint, sua città natale, nello stato americano del Michigan. A vent’anni esatti da quell’esordio, torna ad affrontare il problema centrale della sua “poetica”: gli effetti distruttivi del dominio delle grandi aziende sulla vita della gente.
Capitalism: a Love Story può essere considerato una summa ed un punto di arrivo di tutte le sue opere, che affrontano e portano avanti sempre uno stesso interrogativo: chi siamo e perché ci comportiamo in questo modo?
Il regista si addentra nel problema con il consueto sguardo ironico e pungente, sviluppando la questione proprio come se si trattasse di una storia d’amore: un inizio che pare essere idilliaco si può trasformare nel più drammatico degli incubi. Moore esplora le cause della crisi economica mondiale e ci accompagna nella vita di persone comuni che hanno pagato il prezzo del sogno americano.
(A.M.)