Captain America: Brave New World, di Julius Onah
Captain America ha cambiato etnia e poteri ma questo film onora il suo retaggio. Anthony Mackie è la nuova leva più promettente del MCU

Captain America: Brave New World è chiaramente un film interlocutorio e arriva in un momento in cui il MCU non ha ancora capito cosa fare di Avengers: Doomsday, previsto per la primavera del 2026. La sorprendente apparizione estiva di Robert Downey jr. al ComicCon di San Diego ha spostato tutti i riflettori su The Fantastic Four: First Steps. Tra pochi mesi, il pubblico riuscirà finalmente a capire come ha fatto Kevin Feige a trasformare la sua superstar più amata in uno dei più famosi villain dei fumetti. E l’erede del supersoldato a stelle e strisce? Il suo esordio è stato programmato nel frattempo, con uno script che ha dovuto superare persino lo sciopero degli sceneggiatori.
La ripetuta serie di fallimenti commerciali e la crisi di rigetto del grande pubblico verso i nuovi personaggi hanno convinto i Marvel Studios a riflettere. Brave New World esprime questo desiderio di prendere tempo e di tornare a costruire il carisma delle seconde linee. Quantumania (2023) aveva denunciato che la simpatia e la buona volontà di Paul Rudd non erano sufficienti a reggere un blockbuster di quella portata. La tiepida accoglienza riservata a Wakanda Forever (2022) aveva dimostrato che non è possibile fare un film su Black Panther senza il suo protagonista. Il successore di Captain America sarebbe stato davvero all’altezza di Steve Rogers?
The Falcon and the Winter Soldier (2021) aveva dato una risposta cautamente positiva sulle capacità di Anthony Mackie di tenere in alto il suo iconico scudo. Tuttavia, affermarsi in una serie televisiva è un conto mentre reggere due ore sul grande schermo è un altro. Captain America: Brave New World sembra uno dei primi incerti esperimenti del MCU e questa è una buona notizia. La presenza di Julius Onah alla regia aveva fatto pensare all’ennesima transizione di un eroe popolare verso una versione più inclusiva e più forzata. Ovviamente, la sceneggiatura di Malcolm Spellman propone anche questo tema, ma si presenta principalmente come un film d’azione.
Far accettare al fandom che l’amato supersoldato ha cambiato etnia, poteri e costume era un’impresa praticamente impossibile. L’unico modo di tentarla era quello di confezionare un film normale e senza grandi divagazioni, in grado di stare sulle sue gambe senza azzardarsi verso ulteriori traumi. Captain America: Brave New World accenna a linee narrative future e richiama a quelle passate ma si avvantaggia di una continuity che non è ancora completamente delineata. Perciò, funziona anche come una storia autoconclusiva, che dà al suo eroe l’opportunità di farsi strada tra le simpatie del pubblico.
Così, Anthony Mackie è diventato la nuova leva più promettente del MCU. L’attore ha presenza scenica, una discreta credibilità nel recitare le battute e una buona resa nelle scene d’azione, che siano sparatorie, lotte corpo a corpo o peripezie aeree. Spesso, si ritrova volontariamente a combattere senza costume e senza maschera. Il film insiste molto sul fatto che il protagonista abbia rifiutato di assumere il siero che ne avrebbe potenziato a dismisura le capacità. Il nuovo Captain America ha deciso di essere il più umano possibile e forse questa scelta non gli permetterà di assumere la leadership di un nuovo gruppo di supereroi. Eppure, tutti quelli intorno a lui sembrano giovarsi della sua personalità.
La sua presenza in qualsiasi nuovo assortimento pensato da Kevin Feige è garantita. L’interazione di Anthony Mackie con il sidekick Danny Ramirez è efficace e il suo umorismo smorza il pericolo di qualsiasi deriva militante. Il suo sforzo va lodato soprattutto quando il copione ripropone il supersoldato afroamericano dimenticato, apparso per la prima volta in The Falcon and the Winter Soldier. La pagina oscura di Isaiah Bradley era quella di un marine imprigionato a vita dal governo americano nonostante numerosi atti temerari nel conflitto coreano. L’attore evita anche la trappola del sistema ingrato e trasforma una potenziale zavorra in un altro elemento di freschezza della trama.
Captain America: Brave New World resiste ad ogni tentativo di trasformare un popolare eroe in un altro simbolo di divisione. Così, le frecciate politiche più attuali sono quelle che riguardano l’ascesa del generale Thaddeus Ross verso la Casa Bianca. La morte di William Hurt ha consegnato il personaggio del persecutore dei supereroi ad Harrison Ford. Il film ha il merito di non lasciarsi sfuggire l’occasione di aver acquisito una star così versatile nel suo portafogli. Chi altro avrebbe potuto affrontare così bene le ambiguità dello Studio Ovale e la metamorfosi del militare verso la sua nemesi più odiata? Il guerrafondaio che diventa pacificatore è più verosimile della sua evoluzione in Red Hulk?
Il film ha riportato la leggerezza nel MCU e non è chiaro se questo sarà sufficiente a costruire una nuova generazione di film. Il suo pregio indiscutibile è aver regalato allo spettatore una storia che non respira l’epica ma sa come intrattenere restando nei suoi confini. La linearità di Captain America: Brave New World si tiene saggiamente lontano dalla magniloquenza dei titoli che lo avevano preceduto. Tutti accettano il rischio di perdere qualcosa sul lato del coraggio pur di essere più accattivanti e più divertenti.
Titolo originale: id.
Regia: Julius Onah
Interpreti: Anthony Mackie, Harrison Ford, Danny Ramirez, Shira Haas, Tim Blake Nelson, Xosha Roquermore, Giancarlo Esposito, Carl Lumbly, William Mark McCullough, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Takehiro Hira, Harsh Nayyar
Distribuzione: The Walt Disney Company Italia
Durata: 118′
Origine: USA, 2025