"Caramel", di Nadine Labaki
La camera a mano di Labaki, alla sua opera prima, è presenza complice e partecipe della quotidianità delle sue protagoniste, ne osserva gesti e sguardi, reazioni e conversazioni su uomini, sesso, maternità. E con la stessa leggerezza coglie il caos che abita quelle stanze, piene di oggetti, di un continuo transitososta. Presentato al 60° Festival di Cannes nella sezione “Quinzaine des réalisateurs”
La camera a mano di Labaki è presenza complice e partecipe della quotidianità delle sue protagoniste, ne osserva gesti e sguardi, reazioni e conversazioni su uomini, sesso, maternità. E con la stessa leggerezza coglie il caos che abita quelle stanze, piene di oggetti, di un continuo transitososta. Opera prima che sceglie la strada, e talvolta senza esporsi troppo, del cinema di personaggi, ma pure disegnando traiettorie più elaborate, come nelle due scene, montate in parallelo, della telefonata di una delle donne innamorate e del primo piano del poliziotto (innamorato di lei) che la spia alla finestra. Labaki porta nel suo film d’esordio, dopo il cortometraggio 11, rue Pasteur, realizzato nel 1997, anche l’esperienza della sua attività di regista di pubblicità e videoclip per celebri cantanti mediorientali per la quale è stata premiata nel 2002 e nel 2003.
Titolo originale: Sukkar banat
Regia: Nadine Labaki
Interpreti: Nadine Labaki, Yasmine Al Masri, Joanna Moukarzel, Gisèle Aouad
Distribuzione: Lady Film
Durata:
Origine: Francia/Libano, 2007
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