Cars 3 – Incontro con il regista Brian Fee e il produttore Kevin Reher
Il pubblico italiano dovrà aspettare fino al 14 settembre per assistere all’imminente Cars 3. Nel frattempo,il regista Brian Fee e il produttore Kevin Reher hanno incontrato a Roma la stampa italiana,
Il pubblico italiano dovrà aspettare fino al 14 settembre per assistere alle nuove avventure di Saetta McQueen e del suo team, protagonisti dell’imminente Cars 3. Nel frattempo, a due passi da Villa Borghese, in una favolistica cornice del Parco dei Principi, il regista Brian Fee e il produttore Kevin Reher, in un eccentrico outfit uscito, probabilmente, dall’armadio del boss Pixar John Lasseter hanno incontrato la stampa romana. L’inizio dell’incontro, per forza di cose si è concentrato sui problemi produttivi e narrativi di un terzo episodio, spesso il tallone d’achille di molte saghe di successo. I due talent, però, non si sono mostrati troppo nervosi. Reher, infatti, ammette: “E’ chiaro che la grande sfida con i sequel è quella di non ripetersi, di non lasciare al pubblico la spiacevole sensazione del già visto. Abbiamo iniziato il progetto di Cars 3 solo nel momento in cui siamo stati convinti di avere tra le mani nuove avventure all’altezza delle precedenti.”
Fee, invece, preferisce svelarci il meccanismo che porta alla scelta del cast vocale dei film Pixar: “Il casting dei doppiatori, per noi, è un processo decisivo. All’inizio ragioniamo solamente sulla descrizione dei personaggi e ad ognuno colleghiamo una lista di 10 potenziali voci. Tra queste 10, poi, il regista ne sceglie solo tre, indicando però un preferito. L’ultimo passo è sottoporre le liste a John Lasseter. Se il suo preferito combacia con quello del regista allora iniziamo le trattative per coinvolgere l’attore. Per questo Cars 3, devo ammettere, che siamo stati molto fortunati visto che abbiamo avuto subito tutti sì.”
“Noi vogliamo voci che escano dallo schermo.” aggiunge il produttore “Quando pensiamo agli attori da coinvolgere non ci concentriamo sulle loro facce ma solo sulle loro voci. Deve essere un timbro che dia qualcosa di più al personaggio, che riesca, immediatamente a raccontare qualcosa di lui. Visto che non possiamo introdurre tutti i personaggi, vogliamo che con le loro voci riescano a creare subito un rapporto interessante con il pubblico.”
Uno degli elementi più commoventi del film è l’omaggio continuo fatto al personaggio di Doc Hudson, mentore del protagonista nel primo film, e al suo doppiatore Paul Newman. “Visto il tema del film, volevamo subito reintrodurre il personaggio di Doc Hudson.” rivela il regista “Nel momento in cui parliamo di passaggi di testimone, di mentori e allievi, non potevamo dimenticare il grande rapporto che c’era stato tra Saetta e Doc. Abbiamo pensato a qualche doppiatore potesse “imitare” la voce di Paul Newman ma abbiamo subito scartato l’idea. La nostra fortuna è stata che John Lasseter aveva ancora ore e ore di conversazioni registrate provenienti dal doppiaggio del primo film in cui Newman parlava di corse. Siamo partiti da questo tesoro per creare la storia.”
I due uomini Pixar hanno voluto “chiarire” anche il coinvolgimento del pilota Mercedes Lewis Hamilton, nel film. Un piccolo cammeo vocale che è stato sostituito, furbamente, nella versione italiana da nostro ferrarista Sebastian Vettel: “Sebastian è stato generoso a partecipare alla versione italiana del film ma noi, anche per la nostra collaborazione in Cars 2, abbiamo pensato questo piccolo ruolo esclusivamente per Lewis Hamilton. Lewis, sin da quando ha saputo della possibilità di un Cars 3, ci ha chiesto di poterne partecipare, cogliendo al volo anche la possibilità di fare il computer di bordo. Hamilton non solo è un grande professionista ma una persona piacevole e un amico. Siamo orgogliosi di aver collaborato ancora una volta con lui.”
I due uomini Pixar si sono detti sicuri del successo di Cars 3, nonostante i temi che il film tocca (l’invecchiamento, la paura del fallimento) siano decisamente impegnativi. Fee ammette che il pubblico ideale del suo film sono proprio i bambini dell’età delle sue figlie: “Negli anni ho osservato molto il comportamento delle mie due bambine e dei loro coetanei. I bambini spesso hanno molta paura dei fallimenti e credono fortemente nella distinzione tra “cose da femmine” e “cose da maschi”. Le mie figlie, ad esempio, hanno evitato di imparare a suonare la chitarra perchè lo considerano uno strumento da maschi. Il nostro film, invece, vuole spiegare loro che non esistono barriere, non bisogna fermarsi di fronte a quello che dicono gli altri. Il personaggio di Cruz è il portatore di un messaggio preciso: tutto è possibile. Siamo sicuri che i bambini capiranno questo insegnamento.”
Al di là degli importanti messaggi educativi Kevin Reher, prima di salutarci per godersi un meritato pranzo romano, indica il senso profondo di Cars 3: “Il film è una lettera d’amore verso il mondo delle corse e delle macchine. Noi tutti amiamo questi mondi e ci siamo divertiti a raccontarli. Ovviamente il film è rivolto anche a chi non è un fan scatenato dei motori. Cars 3 è solo una pellicola che parla di passione.”