CARTOLINE ELETTORALI DAGLI USA / 1. BOSTON: The city upon a hill

Le presidenziali del 2016 hanno dato un nuovo senso al concetto della città sulla collina. Iniziamo oggi le nostre corrispondenze dalla campagna elettorale USA, dal nostro inviato Emanuele Di Porto

--------------------------------------------------------------
CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
--------------------------------------------------------------

Voi siete la luce del mondo. Una città posta sopra una collina non può essere nascosta.

--------------------------------------------------------------
IL NUOVO #SENTIERISELVAGGI21ST N.17 È ARRIVATO! in offerta a soli 13 euro

--------------------------------------------------------------

(Matteo, 5:14)

 

Il mio soggiorno americano è iniziato con una coincidenza che ha risvegliato i miei studi più lontani riguardo la storia locale. Gli intensi eventi degli ultimi dieci anni di politica mi avevano fatto dimenticare il mio folgorante incontro con la personalità di John Winthrop. L’uomo che paragonò Boston ad una city upon a hill prima ancora di fondarla e in un momento in cui i coloni di Plymouth venivano decimati dal primo inverno nel nuovo mondo. Tutti ritengono che il viaggio dei padri pellegrini sia stato l’evento fatale che ha costruito la nazione più invadente del mondo. La considerazione è sicuramente vera se si tiene conto soltanto del lato deterministico della vicenda. L’idea che circa centotrenta tra santi e stranieri abbiano attraversato con successo l’Atlantico a bordo di una nave sovraffollata e poco attrezzata è molto più utile a saldare la presunzione di avere Dio dalla propria parte. La realtà è che John Winthrop è stato il padre ideologico degli Stati Uniti e che la sua metafora ha plasmato la mentalità americana fino ai nostri giorni. La sua mente aveva già partorito il ruolo che il loro esperimento sociale e religioso doveva avere rispetto al resto del mondo. John Winthrop era un avvocato esaltato che aveva sedici figli ed era convinto di aver ricevuto la salvezza da Dio in persona. La sua gestione della Massachussets Bay Colony fu degna di un ayatollah e insieme al fondamentalismo del pastore John Cotton si rese protagonista di numerose e crudeli epurazioni. Venne eletto governatore della colonia nel 1629 e per più di dieci anni non fece sconti nemmeno a pensatori del calibro di Thomas Hooker e Roger Williams. Tuttavia, la città conserva ancora la sua statua fuori dalla First Baptist Church di Commonwealth Avenue, nell’elegantissima zona di Beacon Hill. La collina più alta delle tre cime che ospitavano il primo insediamento di Boston. Le motivazioni della sua spietatezza nel gestire le questioni interne e il suo ostinato conservatorismo della dottrina sono spiegate molto bene nel sermone che scrisse quando era ancora a bordo dell’Arabella.

boston

Perché noi dobbiamo accettare di essere come una città sopra ad una collina. Gli occhi di tutta la gente sono su di noi. Così se noi non rispettassimo Dio in questo lavoro che abbiamo intrapreso e quindi lo costringessimo a ritirare il suo aiuto verso di noi, allora diventeremmo un cattivo esempio per tutto il mondo e apriremmo le bocche di tutti i nemici per parlare male delle vie di Dio…

(John Winthrop, A Model of Christian Charity)

Tutto il mondo guarda gli Stati Uniti con timore ma anche con ammirazione: il discorso di John Winthrop è intriso di fanatismo e di idealismo. Forse è per questo che è stato citato da Ronald Reagan e da Barack Obama con la stessa enfasi nel corso della loro avventura politica. Hillary Clinton e Donald Trump potrebbero entrambi rivendicare la propria aderenza ai principi del suo sermone sulla base della sua ambiguità. Da una parte c’è la definizione assoluta di un eccezionalismo elitario che divide il mondo in dannati e salvati. Dall’altra c’è il richiamo ad una società arcadica della cui costruzione ogni americano deve sentire la responsabilità e il carico. Boston doveva essere una città assolutamente non inclusiva e non tollerante e John Cotton analizzava severamente la qualità della fede di chi voleva farne parte. Tuttavia, Boston doveva anche essere il modello virtuoso a cui tutto il mondo doveva aspirare se voleva davvero sublimare le stanche strutture politiche europee. La candidata democratica si autodefinisce l’unico ostacolo rimasto tra il suo popolo e l’Apocalisse. Il suo rivale repubblicano dipinge una nazione sull’orlo del baratro che solo lui può salvare dal fallimento definitivo. La retorica delle presidenziali è sempre stata intrisa di questo concetto per cui il destino del mondo libero dipendeva dalle elezioni. Così come John Winthrop faceva risalire la sua impresa all’ultima occasione che Dio aveva dato ad un gruppo di uomini per compiere la sua volontà. Quasi sempre le altre nazioni hanno visto questo aspetto del no second chance come uno dei tanti teaser di un evento che ha sempre avuto i tempi televisivi del superbowl. Gli schieramenti in campo devono giocarsi una posta per aumentare la tensione e quale migliore trofeo che il futuro geopolitico del pianeta? L’evoluzione della peggiore campagna elettorale della storia americana ha fatto pensare che stavolta non fosse solo una finta per creare lo spettacolo. La sensazione percepita è che il mondo guardi davvero a queste elezioni come ad un momento dopo il quale niente sarà più come prima. Nel dibattito politico locale come nelle relazioni tra i cittadini e tra determinati gruppi sociali. Non era mai capitato che due aspiranti si scambiassero accuse di rilievo penale e mai determinati gruppi etnici sono stati additati come la causa della crisi del prestigio americano. E nella notte del terzo dibattito a Las Vegas le parole di John Winthrop sembrano più una maledizione che sta per compiersi che una profezia che sta per avverarsi.

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative