CARTOLINE ELETTORALI DAGLI USA / 7. NASHVILLE – Southern Comfort

Nashville è una città che conserva con orgoglio il country e le buone maniere del vecchio sud. La nuova grandezza che Donald Trump gli promette è un mondo in cui le cose semplici vivranno in eterno

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Children of the Corn è una delle prime novelle di Stephen King e ancora oggi è una delle più riuscite. Il racconto inizia con una coppia che sta percorrendo gli sterminati campi di cereali del Nebraska durante un viaggio on the road. Il clima tra i due è appesantito da anni di rancore matrimoniale e l’atmosfera non è alleggerita dall’autoradio che trasmette su ogni frequenza i sermoni di qualche fanatico adoratore del grano. La loro sensazione di spaesamento e di disagio è decisamente familiare a chi viene dalla East Coast ed entra nel Tennessee. La voce di Donald Trump e dei suoi advisers si moltiplica con maggiore insistenza su tutte le stazioni. L’ultimo sondaggio sul New Hampshire indica un pareggio con il candidato repubblicano in crescita e il sorpasso significherebbe il crollo del muro di garanzia di Hillary Clinton. E se cadesse il New Hampshire che certezze ci sarebbero nel Michigan o nel Wisconsin che hanno più o meno lo stesso profilo demografico? Il brivido del visitatore aumenta non appena la donna che sta leggendo la notizia invita gli ascoltatori a spingere qualsiasi amico locale ad andare a votare per eliminare la corruzione da Washington. Il viaggio è ancora lungo e l’entusiasmo per la resurrezione di Donald Trump negli opinion polls e nei modelli di proiezione dei collegi elettorali si percepisce ovunque.

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Tutti gli stati americani hanno un soprannome da portare con orgoglio e quello del Tennessee è the volunteer state. Il nome gli venne assegnato durante la guerra con gli inglesi tra il 1812 e il 1815 e venne onorato in quella con i messicani tra il 1846 e il 1848 che portò all’annessione del Texas. Il governo federale chiese allo stato circa duemila soldati e se ne presentarono da volontari circa trentamila… In questa bizzarra campagna elettorale anche il lone star state è stato in bilico e solo ora la vittoria texana di Donald Trump non è più in discussione. Il Tennessee non ha dato alcun problema di fedeltà, visto che il tycoon ha vantato sempre delle percentuali schiaccianti e un entusiasmo superiore a quello generato da altri candidati repubblicani. L’adesione di massa non può essere giustificata soltanto con l’indole interventista dei red state dal passato confederato. L’inossidabile passione dei redneck per le armi è solo un altro tassello di un sentimento che unisce tutto il vecchio sud intorno a dei valori solidi. Nashville è la capitale della musica country ed è stata anche la culla politica del presidente Andrew Jackson. L’enorme tenuta che ospita anche il suo mausoleo è un orgoglio locale per dispetto alla controversa eredità che ha lasciato nella storia americana.

Il fenomeno di Donald Trump è stato analizzato per quasi un anno dalle prospettive più

childrenofthecornposterdisparate. Quasi tutti lo hanno giudicato sbrigativamente come un caso isolato nella storia della loro repubblica. Pochi analisti hanno rintracciato i suoi punti in comune con il jacksonismo e hanno ammesso che questa tappa della loro democrazia ricorre ciclicamente. Il settimo presidente degli Stati Uniti fu il primo leader a conquistare la Casa Bianca manifestando un esplicito fastidio verso l’elitarismo dei costituenti. Il suo grande nemico politico era John Quincy Adams, un harvardiano che aveva passato tutta la sua vita a studiare diplomazia presso le corti europee. Andrew Jackson aveva accumulato ricchezze facendo il mercante di schiavi e il latifondista senza scrupoli. Il suo avversario era il figlio di John Adams, l’erede di George Washington e il primo presidente ad entrare nella Casa Bianca. Il consenso che gli fece sfidare il migliore della classe dirigente americana nasceva dalle sue leggendarie imprese militari e dall’efficacia con cui aveva sgominato i seminole in Florida. I metodi spicci con cui aveva risolto la questione dei nativi culminarono con la più che discutibile approvazione dell’Indian Removal Act del 1830. L’uomo che campeggia sulla banconota da venti dollari è anche il primo che ha rivendicato il diritto legale di deportare gli indiani. I suoi due mandati presidenziali furono sostenuti dal fanatismo dei piccoli agricoltori che non si sentivano rappresentati dalla nuova aristocrazia del nord. Ai loro occhi, Andrew Jackson restò sempre un arrogante bifolco anche se il sentimento di antipatia era più che ricambiato. Il presidente decise di rendere elettive quasi tutte le cariche pubbliche per eliminare il loro consolidato nepotismo. I punti in comune con Donald Trump non si limitano ad una generica preferenza per le scelte più semplici. Gli americani a volte sentono il bisogno di un uomo forte non solo per risollevare la nazione ma soprattutto per rovesciare un tavolo sclerotizzato dalle consuetudini.

Il clima di Nashville è completamente differente dal luogo comune europeo sull’ignoranza dei redneck. Al contrario, la percezione del southern comfort è una delle esperienze più belle che un visitatore possa vivere. Broadway è la strada che ospita quasi tutti i locali di musica country e non è difficile capire il motivo per cui Donald Trump è così popolare da queste parti. Gli avventori di questi bar sono tutti bianchi e la loro cortesia e il loro sorriso sono un tratto distintivo al pari del loro abbigliamento inconfondibile. L’impressione è che siano molto più felici perché hanno poche pretese rispetto alla stressante competizione delle città del nord-est. Le parole delle loro canzoni ritornano continuamente al ruolo della loro homeland, della famiglia e della devozione alla grazia e all’amore. La loro maggiore preoccupazione è che le cose semplici su cui è costruita la loro felicità possano essere contaminate da elementi esterni. A Memphis il country iniziò a mescolarsi con il blues e i neri e i bianchi iniziarono a suonare insieme fino a trovare la formula del rock n’roll. Il panorama musicale di Nashville rifiutò il nuovo meltin’ pot e ancora oggi difende strenuamente la propria identità con un monumentale museo. La città crede fermamente che il mondo funzionava meglio quando ognuno stava al posto proprio. Gli Stati Uniti forse hanno una missione ma i cittadini di Nashville credono che il loro compito nel disegno complessivo sia quello di lavorare duro e ballare la sera. La loro garbata euforia ha creato un microcosmo dove il vecchio sud ancora sopravvive con tutti i suoi limiti ma anche tutto il suo fascino. Per la maggior parte di loro, la nuova grandezza che Donald Trump gli promette non riguarda la supremazia ma il ritorno ai punti di riferimento. Nashville è una città che vorrebbe indietro le main street in cui le insegne erano tutte in inglese e in cui i drugstore e le pharmacy erano condotte dalla famiglia di qualcuno del quartiere. La città rimpiange il mondo delle buone maniere con lo spirito naive di chi è pronto a credere a qualsiasi santone pur di riaverlo indietro. Anche se viene da New York, non è mai salito su un cavallo in vita sua e l’educazione non sa neanche dove stia di casa.

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