"Catacombs – Il mondo dei morti", di Tomm Coker e David Elliot

Film oscuro e sotterraneo che rifiuta astutamente la facoltà di ideare e tessere una vera trama horror, saltando direttamente a raccontarne gli effetti. Ed in cui la paura diventa frutto esclusivo di ciò che non c’è, non si vede. O che, comunque, si vede male.

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E’ un horror oscuro e sotterraneo Catacombs, raffazzonato su una buona manciata di clichè e farcito sommariamente di morte, tenebre e silenzi dal sottosuolo. Uno snack estivo adolescenziale – di quelli con il ritmo serrato, da videoclip – visitato da ombre sfuggenti, mostri appena intravisti e presenze soltanto supposte.
La macabra vicenda, così dicono i titoli di testa, è inspirata ad una storia vera. Quella della più grande fossa comune della Storia. Pare che a Parigi, un paio di secoli addietro, si siano ritrovati a corto di cimiteri. Così gli amministratori pensarono bene di infilare una cosa come 7 milioni di morti nei 200 chilometri di catacombe che scorrono, come una sorta di gigantesco riflesso, sotto la città.

La protagonista – un’americana a Parigi – finisce laggiù quasi per caso, spinta in profondità dall’entusiasmo macabro della sorella e dall’idea di un trasgressivissimo rave dalle inquietanti atmosfere necrofile.

La festa, ca va sans dire, si trasforma in incubo dopo circa 20 minuti di proiezione: per i restanti 70 la storia scivola dentro il claustrofobico labirinto del titolo, scatenando mezzevisioni agghiaccianti, fughe isteriche e terrore generico.
La macchina da presa del duo Coker-Elliot bracca la sconvolta protagonista attraverso il dedalo d’oscurità – la insegue fino ad entrarle negli occhi – dibattendosi esattamente come lei, scatenandosi come un animale atterrito e accecato: agita fasci di luce a squarciare i densi strati di buio, sbatte a ripetizione nelle mura fatte di ossa secolari, gira in cerchio su se stessa. Come se si muovesse spinta da una disperata ricerca luce – come ogni macchina da presa, in un certo senso – nel tentativo di rivelare l’oggetto della propria paura e quindi di evadere, raggiungere la superficie, salvarsi.
Catacombs rifiuta così astutamente la facoltà di ideare e tessere una vera trama orrorifica, saltando direttamente a raccontarne gli effetti. Un film spaventato, più che un film da spavento.
Ed in cui la paura diventa frutto esclusivo di ciò che non c’è, non si vede. O che, comunque, si vede male. Sempre più semplice che costruire l’immagine-orrore, illuminarla ed esporla allo sguardo.

 

Titolo originale: Catacombs

Regia: Tomm Coker, David Elliot

Interpreti: Shannyn Sossamon, Pink, Mihai Stanesu, Cabral Ibaka

Distribuzione: Eagle Pictures

Durata: 100'

Origine: Usa, 2007

 

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