CATTIVE LETTURE – "L'Elenco – Morire in diretta", di Martina Bertola, Ilaria Fusé e Mariacarla Marini Misterioso


In un futuro molto prossimo, due classi di liceali si ritrovano vittime di un reality. Obiettivo del gioco: uccidere la classe avversaria. Una vera e propria riflessione sullo statuto attuale dell'immagine e dei media. Un libro che nasce già come immagine all'interno di uno schermo.

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L'Elenco - Morire in direttaIn un futuro molto prossimo, due classi di liceali si ritrovano vittime di un reality. Obiettivo del gioco: uccidere la classe avversaria. Questa la premessa di L'Elenco – Morire in diretta, libro scritto a sei mani da Martina Bertola, Ilaria Fusé e Mariacarla Marini Misterioso. Una premessa che si rifà apertamente, come ammettono le autrici stesse, a Battle Royale, un cult della letteratura giapponese. La particolarità di questo libro è il fatto che le avventure all'interno di questo sadico gioco, ambientato in una realtà a tratti distopica e, al tempo stesso, estremamente reale, vengono esplorate da tre punti di vista diversi, quelli dei tre leader di una delle due classi, Elettra, Andrea e Anita, ognuno scritto da una delle autrici. Una varietà di voci che permette un coinvolgimento diretto nella vicenda di questa “classe di casi umani”, così come la definisce a un certo punto Anita, ma soprattutto una grande empatia con i personaggi, ognuno con un passato più o meno traumatico con cui fare i conti e un presente più che incerto.

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Nato come una sorta di esperimento tra le tre autrici, una scrittura condivisa che è caratteristica dell'era digitale e soprattutto di un certo tipo di narrativa fiorita grazie a Internet, a cui in maniera metanarrativa si fa accenno anche nel libro, L'Elenco, in realtà, si contraddistingue sin da subito per una tecnica narrativa tipica della serialità televisiva. Non solo per la pluralità di punti di vista, così come accade in telefilm corali sulla scia di Lost, in cui a ognuno dei personaggi viene dedicata una puntata, permettendo di conoscere il suo passato e portando avanti la narrazione al tempo stesso. Ogni capitolo è infatti strutturato come un episodio, una tranche della trama orizzontale mentre altrove sta accadendo qualcos'altro, ricco di colpi di scena come le morti inaspettate o gli attacchi a sorpresa nel cuore della notte fino a elementi più tipicamente romanzeschi legati alle vicende sentimentali dei personaggi. Ma soprattutto, è un altro meccanismo che rimanda alla serialità televsiva: il cliffhanger, il finale in sospeso dell'episodio che lascia incerti sul futuro dei personaggi e che spinge lo spettatore, o in questo caso il lettore, a sintonizzarsi per la puntata successiva.

La televisione fa da referente diretto anche per la riflessione sui reality, in questo caso portato all'estremo, e sulla violenza, spesso spettacolare ed estremamente reale come nelle immagini a cui la televisione ci ha abituato. Un'immagine brutale che va a confondere i confini tra realtà e finzione (pensiamo ancora all'attacco in diretta alle Twin Towers, spaventevole doppio da disaster movie), come ben presto si rendono conto anche i personaggi. Una violenza spesso pulp, tarantiniana nel suo essere grafica e stilizzata, ma mai gratuita.

E non a caso si tira in ballo Tarantino, una delle tante citazioni cinematografiche che costellano il libro, diventando parte della struttura stessa e dei dialoghi, a dimostrazione di quanto il cinema, così come la TV e i videogiochi, sia entrato a far parte nel nostro bagaglio culturale. Inevitabile non pensare a Kill Bill e alla sposa quando Elettra sfodera la sua katana o al finale di Inglorious Basterds per il modo in cui viene punito Emidio. Ma più cinematografico di tutti è l'antagonista del libro, il generale che fa da carceriere ai ragazzi, soprannominato da Andrea Sergente Hartman per il suo sadismo e per la sua retorica costruita. È proprio il generale che rimanda al confine tra realtà e finzione. Fino a che punto sta recitando una parte? Quanto fa parte del suo personaggio e quanto è invece parte della persona reale? Un dilemma che non potrà essere risolto, rimanendo fino all'ultimo con il dubbio che la realtà sia più finta della fiction.

L'Elenco si configura così non solo come un interessante libro da leggere, ma come una vera e propria riflessione sullo statuto attuale dell'immagine e dei media. Un libro che nasce già come immagine all'interno di uno schermo.

L'Elenco – Morire in diretta

di Martina Bertola, Ilaria Fusé, Mariacarla Marini Misterioso

Città del Sole Edizioni, 2013

pp. 332

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