"Catwoman" di Pitof

L'ennesimo film commerciale tratto dai fumetti: spettacolare ma senz'anima. "Catwoman" mette in scena un ibrido a metà tra l'ultimo cinema di genere francese e il low budget americano dedicato ai fumetti ("The Punisher") con risultati tutt'altro che buoni, causa attori sopravvalutati e sceneggiature colabrodo.

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Il regista francese Pitof, che esordì dietro la macchina da presa nel 2001 con il thriller in costume Vidocq, avrebbe dovuto pensarci due volte prima di barcamenarsi in un opera dai toni complessi come la trasposizione di Catwoman. La celebre donna gatto, creata dalla matita di Bob Kane per essere l'amata/odiata nemica del suo Batman in tanti albi a fumetti, è infatti un personaggio controverso e instabile, che ha trovato un certo spazio al cinema nel '92, quando fu interpretata magnificamente da Michelle Pfeiffer in quel capolavoro gotico che è Batman – il ritorno di Tim Burton. Niente del film di Pitof si rifà alla suadente figura della Pfeiffer, la sua carnagione pallida e il suo costume stretto (quasi sado maso) viene malamente sostituito dalla pelle d'ebano di Halle Berry le cui forme vengono messe in risalto da uno striminzito costumino che copre ben poco. Il tutto risulta essere un incredibile pasticcio di bassa lega: a metà tra l'action movie e il fumetto alla Van Helsing o The Punisher… condito con un pizzico di glamour e con un irritante retrogusto sexy nel dualismo che la donna gatto intraprende con una diabolica Sharon Stone.              

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La timida Patience Phillips (Halle Berry) lavora in un'industria di cosmetici gestita dalla famiglia Headare (Sharon Stone e Lambert Wilson) che stà per lanciare un innovativo prodotto anti invecchiamento sul quale però grava un losco segreto. Patience indaga ma viene ferita a morte da uno scagnozzo della famiglia Headare, riportata in vita da un gatto la donna acquista degli straordinari poteri. Decide di vendicarsi e di svelare al mondo i misteri che si celano dietro il colosso dei cosmetici, grazie anche all'aiuto del agente di polizia Tom Lone (Benjamin Bratt) di cui è innamorata.


Catwoman è un film caratterizzato da una tendenza tremendamente estetizzante. Basta dare uno sguardo al costume della Berry per capire con quale eroe abbiamo a che fare: la maschera è risibile e mostra praticamente tutto il viso ben truccato con tanto di rossetto rosso shocking, il reggiseno push up che gli copre i seni è una nota di inutile fashion, così come il pantalone in pelle e gli stivali col tacco degni di una entreneuse per non parlare dei guanti e degli artigli di diamante, assolutamente imparagonabili alle curve e alla plasticità che risaltava tutto il fisico della donna gatto di Tim Burton. Da antieroe, Catwoman, si trasforma in eroe e nello scambio non ci va a guadagnare. La regia di Pitof non fa altro, con evoluzioni della macchina e montaggio frenetico, che appesantire e confondere l'andamento del film. Sharon Stone recita stupendamente, è l'unica capace di non celare l'ambiguità del suo personaggio, ma Halle Berry dimostra ancora una volta di essere un attrice sopravvalutata e inespressiva, capace solo di rendere sguaiatamente sexy un eroe dei fumetti che invece è attraente perché ambigua e psicologicamente instabile… per interpretare questo personaggio avrebbe dovuto studiare la capoeira: un antica arte marziale brasiliana che unisce la lotta alla danza ma ha solo passato qualche ora in più in palestra e al make up. Pitof ha vissuto con ansia il suo opus primo con capitale americano girando Catwoman come se stesse girando il seguito di Vidocq: la cornice è interessante (far risalire le origini del eroe dall'antico Egitto) ma tutto il resto è noia.


 


Titolo originale: id.


Regia: Pitof


Sceneggiatura: Theresa Rebeck, John D. Brancato, Michael Ferris e John Rogers dai fumetti di Bob Kane.   


Fotografia: Thierry Arbogast 


Montaggio: Sylvie Landra


Musica: Klaus Badelt


Scenografia: Carol Lavallee e Lisa K. Sessions 


Costumi: Angus Strathie


Interpreti: Halle Berry (Patience Phillips/Catwoman), Benjamin Bratt (Tom Lone), Sharon Stone (Laurel Headare), Lambert Wilson (George Headare), Frances Conroy (Ophelia), Alex Borstein (Sally).


Produzione: Denise Di Novi e Edward McDonnel


Distribuzione: Warner Bros. Italia  


Durata: 97'


Origine: Usa; 2004


 

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