"Ce n'è per tutti" di Luciano Melchionna




Tentativo fastidiosamente fallito di accattivarsi i favori del pubblico con una serie di presunte gag surreali,  questo film dall'impalcatura da palcoscenico  e dai dialoghi pretenziosamente ioneschiani è il secondo lavoro per lo schermo del regista  teatrale Luciano Melchionna. L’impegno degli attori e le apparizioni di Stefania Sandrelli e Arnoldo Foà non lo rendono meno intollerabile

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Dunque un ipersensibile giovane poeta si assiepa sul Colosseo con le sue poesie minacciando di buttarsi giù. Arriva il fantasma della sgangherata e romantica nonna Sandrelli che cerca di farlo desistere a forza di aneddoti sulla Resistenza e parmigiana di melanzane. Nel frattempo si sparge la voce e soprattutto si spargono le immagini, attraverso la tv onnipresente. Il minacciato suicidio diventa il fulcro attorno al quale convergono le microstorie di tutti gli amici del giovane sparsi per Roma.
Il titolo del film dovrebbe alludere alla presunta carica di sarcasmo corrosivo, critica sociale sotto forma di trovate estetiche surreali. Secondo questa tesi quindi, dovrebbe essercene per tutti; per la televisione vampira dei sentimenti, per la società che non investe nei giovani, per l’attrice ninfomane, per i genitori mediocri. Fermarsi davanti all’aggettivo “stereotipato” sarebbe fare un favore troppo grosso al film di Luciano Melchionna, regista teatrale già autore di Gas (2005). Un favore che non merita. Non è infatti semplicemente questo il problema. Non è solo nell’uso banale e tristemente inefficace di immagini trite e ritrite come quelle dell’Anna Falchi (produttrice del film insieme al fratello Sauro) iena del piccolo schermo, che ricorda tanto il personaggio di Francesca Neri in Il siero della vanità. Né in quello altrettanto fastidioso della ninfomane napoletana che dice ScioPèn invece di Sean Penn, o in Ambra Angiolini con la sua “coatta” che immancabilmente rumina gomme americane. L’impalcatura teatrale, con le varie storie raccontate attraverso dialoghi pretenziosamente ioneschiani, trasforma quello che sarebbe solo un brutto film in un’accozzaglia insopportabile di battute non riuscite e di umorismo inefficace e per di più di infimo rango. Ma anche “fastidioso” è un aggettivo troppo blando. Ce n’è per tutti è un film osceno. Nel senso più profondo del termine; e cioè nel senso di qualcosa che offende profondamente il senso del pudore. Quel senso del pudore che protegge dalla stupidità, dalla disonestà. Sì, perché è di questo che si tratta, di un film che offende. E ringraziamo il Cielo che almeno ci sia stata risparmiata la lettura delle poesie. Poi la diva Sandrelli e Arnoldo Foà, apparizioni fantasmagoriche che non riescono nel loro tentativo di captatio benevolentiae. E grande dispendio di dolly, montaggio accurato e mezzi di Polizia Municipale, Carabinieri e Vigili del Fuoco che avremmo preferito sapere impegnati altrove.
Ma quello che offende ancora di più, e che però è al tempo stesso il motivo per cui Ce n’è per tutti è un film interessante dal punto di vista sociale, è un'altra cosa. Il film ha infatti beneficiato dei fondi che il MiBac, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, riserva alle “(…) opere filmiche (…) e alle sceneggiature originali di particolare rilievo culturale e sociale.”
Di quale particolare rilievo culturale e sociale si ammanti il film di Melchionna non è dato sapere. Ed è per questo che ci si sente offesi. Profondamente. Come spettatori e come cittadini.
Sarebbe il caso di cominciare a chiedersi come vengono erogati questi fondi, da chi, e con quali criteri. E da questo punto di vista Ce n’è per tutti rappresenterebbe un interessantissimo caso su cui indagare. Nel frattempo, in attesa di saperne di più, a chi ha avuto l’ingenua idea di aiutare il cinema italiano andandolo a vedere, non resta altro che fare i conti con la dilaniante voglia di emigrare che assale dopo la sua visione.



Titolo originale: Ce n’è per tutti
Regia: Luciano Melchionna
Interpreti: Lorenzo Balducci, Stefania Sandrelli, Jodi Mollà, Ambra Angiolini, Micaela Ramazzotti, Arnoldo Foà, Anna Falchi
Distribuzione: Medusa
Durata: 96 min.
Origine: Italia 2009

 

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    Un commento

    • Elvio Calderoni

      Dissento completamente da quanto dice Valentina Gentile. Trovo il film strapieno di spunti e di visioni, direi decisamente pregno. Probabilmente il problema è che non è stato capito: si gioca con i luoghi comuni, si destruttura il teatro, si ha un approccio al mezzo audiovisivo che prevede una certa preparazione dietro l'immediatezza della cornice. CE N'E' PER TUTTI è pieno di creatività e forse non tutto è a fuoco ma ce ne fossero di talenti del genere nel nostro paese pieno di stereotipi travestiti da film. Ma non penso ci sarà mai se continuiamo ad avere una stampa specializzata che non vede l'ora di affondare il coltello, chissà poi perché…