C’era una volta il crimine, di Massimiliano Bruno

Il terzo capitolo della saga catapulta la banda nel ’43 durante la Seconda guerra mondiale, ma gli spunti narrativi restano deboli e pretestuosi.

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Dopo aver ampiamente esaurito l’universo anni Ottanta di Romanzo Criminale per Non ci resta che il crimine ed aver inserito degli antagonisti gomorriani per il secondo capitolo Ritorno al crimine, la saga di Massimiliano Bruno prosegue il suo grottesco percorso spazio-temporale durante la Seconda Guerra Mondiale. Se nei primi due capitoli i protagonisti erano perlopiù delle maschere sordiane, ovvero italici cialtroni mossi dal desiderio di affermarsi e “fare i soldi con la pala“, in questo terzo film i nostri si tramutano lentamente in eroi della patria. Un lungo viaggio per l’Italia del 1943, costellato da improbabili incontri con importanti personalità della nostra storia, contribuirà a cambiare profondamente la natura della “banda”. E quale miglior nemico da combattere se non l’esercito nazista, il cattivo per eccellenza? Come già anticipato nel finale del capitolo precedente, C’era una volta il crimine si apre con il furto della Gioconda, raccontato nei titoli di testa in chiave fumettistica (una delle poche idee interessanti, anche se derivata da logiche produttive), ma ben presto le cose si complicano e la banda sarà costretta a compiere un’eroica opera di salvataggio in giro per l’Italia sotto occupazione nazifascista.

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Oltre ai soliti Moreno e Giuseppe, interpretati da Marco Giallini – come sempre il più in parte – e Gianmarco Tognazzi, la banda è supportata da Claudio, un saccente professore di storia impersonato da Giampaolo Morelli, in sostituzione dell’impacciato Sebastiano di Alessandro Gassman. Questo personaggio innesca alcune gag tutto sommato divertenti in contrapposizione al bulletto ignorante di Giallini, simile allo studente arrogante affrontato da Claudio durante la sua lezione di storia. L’altra new entry è Carolina Crescentini nei panni di Adele, un’antifascista tosta e testarda da cui i tre si rifugiano perché inseguiti dai nazisti. Dopo la perennemente svestita Ilenia Pastorelli del primo capitolo e la Giulia Bevilacqua dal sedere tatuato del secondo, Adele è il primo vero personaggio femminile della saga ad avere un minimo di solidità e credibilità. I riferimenti cinematografici di Bruno per C’era una volta il crimine sono ben chiari, da una parte il Ritorno al futuro di Zemeckis (citato chiaramente nella scena della lettera inviata dal passato) e dall’altra la commedia all’italiana in costume di Monicelli, come La grande guerra e L’armata Brancaleone. Giunti ormai al terzo film il riferimento più azzeccato sarebbe forse A spasso nel tempo di Carlo Vanzina, non tanto per la scarsa ricostruzione storica ma per la scialba e banale progressione narrativa. Da un film in cui Massimiliano Bruno è uno scienziato alla Doc Brown esperto di wormhole e cunicoli spazio-temporali non si può certo pretendere una ricostruzione storica veritiera ed accurata. Ad ogni modo il film prova a fornire una panoramica generale della complessa situazione italiana di quel periodo, comunque più accurata di quella del Freaks Out di Gabriele Mainetti, in cui pullulano i nazisti ma non si intravede neanche una camicia nera.

Anche se forse non significa nulla, C’era una volta il crimine è probabilmente il capitolo più riuscito e divertente della saga. L’assenza quasi totale di Renatino De Pedis (Edoardo Leo), assunto nei capitoli precedenti a figura eroica e “modello” per i protagonisti, di certo aiuta a elevare il livello del film. Gli spunti narrativi sono davvero deboli e pretestuosi, mentre la messa in scena mostra le consuete gravi carenze in ogni scena di azione. I limiti sono chiari e i modelli seguiti dal regista non sono neanche lontanamente avvicinati, seppur resta molto apprezzabile l’entusiasmo cinefilo di Bruno. Ma se metti a confronto i nazisti, i partigiani, la Banda della Magliana e gli ultras romanisti, l’imbarazzo non solo è naturale ma auspicabile.

 

Regia: Massimiliano Bruno
Interpreti: Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi, Giampaolo Morelli, Carolina Crescentini, Massimiliano Bruno, Giulia Bevilacqua, Edoardo Leo, Ilenia Pastorelli
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 100′
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
2.29 (14 voti)
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