Chaos Walking, di Doug Liman

Adattamento discutibile del romanzo di Patrick Ness The Knife of Never Letting Go, con un uso bizzarro della Computer Graphics ed una sceneggiatura rimaneggiata e prevedibile.

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Il romanzo di Patrick Ness di successo mondiale dal titolo The Knife of Never Letting Go. Il regista di The Bourne Identity e di Edge of Tomorrow. Due protagonisti di grande richiamo come Daisy Ridley (l’ultima trilogia di Star Wars) e Tom Holland (Spiderman: Homecoming e Far From Home; Captain America-Civil War). Mads Mikkelsen nel ruolo del “villain”.

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Insomma c’erano tutti gli ingredienti per un blockbuster di grande impatto e invece il risultato finale è un’opera monca che perde quasi subito l’attenzione del pubblico e non trova un punto d’appoggio visivo per risollevare la scarsa originalità della storia. L’idea che nel futuro si trovi un Nuovo Mondo da colonizzare dove possono essere ascoltati i pensieri non era malvagia (anche Charlie Kaufman aveva messo mano inizialmente allo script). Ma la decisione di usare in maniera intensiva la CG per creare delle nuvolette violacee (che sarebbero il corrispettivo visivo delle parole pensate) appare subito un autogol: mentre i personaggi dialogano, si sovrappongono voci e colori rimandando ad una estetica da videogioco. Il risultato è insopportabile a maggior ragione quando ci sono diversi attori sulla scena: hai la sensazione possa spuntare da un momento all’altro la scritta Game Over.

Distratto dalla attrazione spettacolare fine a sé stessa, lo spettatore fatica a comprendere le relazioni tra i personaggi e le motivazioni che li spingono a determinate azioni. Rispetto al romanzo ispiratore, Doug Liman attua la scelta discutibile di concentrarsi sul giovane Todd (Tom Holland) e sulla ragazza venuta dallo spazio Viola (Daisy Ridley)  entrambi orfani ed entrambi alla ricerca di un futuro vivibile. Tutte le storie collaterali del romanzo (tra le quali il ruolo dei nativi alieni), materiale per più di una serie tv, vengono compresse e ridimensionate lasciando molti quesiti irrisolti. Lo sterminio delle donne appare incomprensibile, così come il comportamento del sindaco Prentiss (Mads Mikkelsen) che muta tra una scena e l’altra come risultato di pesanti tagli al montaggio. Il folle predicatore Aaron (David Oyelowo), che dovrebbe incarnare il fanatismo religioso, si trasforma in una caricatura. Le tematiche della colonizzazione del nuovo mondo a spese dei nativi Spackle, della mascolinizzazione tribale e della assenza delle figure genitoriali, non vengono approfondite ma imbrigliate da continui cambi di sceneggiatura. Anche le scene di combattimenti e di azione non si distaccano dal solito clichè provocando uno sbadiglio paradosso. La ricerca di Viola nel granaio, la riparazione dell’antenna, gli inganni da falsi Avatar,  la scoperta del diario della madre di Todd, la soluzione finale con i fantasmi del passato sono espedienti banali e prevedibili. Non scatta nemmeno l’alchimia tra i due protagonisti principali che si punzecchiano imitando gli adolescenti di Hunger Games ma si perdono tra le nuvolette da fumetto delle scene di massa. Fa eccezione qualche soluzione scenografica e il momento dell’ inseguimento moto-cavallo in mezzo alla boscaglia con un buon effetto vertigine.

Chaos Walking si dibatte continuamente tra l’omaggiare il filone post apocalittico alla Mad Max e la fantascienza retrò di Westworld con pasticciate incursioni western. Il risultato è un ibrido irrisolto che è appesantito da una conclusione frettolosa e banale. Tenuto conto del budget impiegato e dei costi di produzione esponenziali (circa 125 milioni di dollari) è incredibile come il risultato finale riesca a scontentare un po’ tutti, cultori del romanzo e appassionati di fantascienza. Troppo rumore per nulla.

 

Titolo originale: id.
Regia: Doug Liman
Interpreti: Tom Holland, Daisy Ridley, Mads Mikkelsen, Demián Bichir, David Oyelowo, Kurt Sutter, Nick Jonas
Distribuzione: Prime Video
Durata: 109′
Origine: USA, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
1.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3 (14 voti)
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