Che cosa resta al regista. L’esperienza in VR dell’Ennesimo Film Festival 2023

L’esperienza VR dell’Ennesimo Film Festival appena conclusosi regala agli spettatori la possibilità di conoscere nuovi mondi e entrare in contatto con le emozioni, senza filtri

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Se il cinema riesce ad includere, a raggruppare sconosciuti e far loro vivere le stesse emozioni simultaneamente tenendosi pur sempre a distanza, divisi da uno schermo, la VR divide in principio, essendo un’esperienza che il singolo compie quasi intimamente, ma riesce, paradossalmente a creare un forte contatto di empatia grazie alla totale immersione.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Nella Biblioteca Ludoteca Archivio (BLA) di Fiorano Modenese, spazio magico circondato dal verde, nel cuore dell’Ennesimo Film Festival, tre sedie girevoli si trasformano in sedili di una navicella virtuale in grado di trasportare gli spettatori avventurieri in realtà (non-realtà) lontane e altrimenti inaccessibili.

Una visiera e un joystick e si parte. Tante proposte del genere documentario, che dimostrano una certa politica, un messaggio significativo. Come nella selezione dei cortometraggi, l’attenzione all’attualità è centrale. La VR si fa portatore di conoscenze, scientifiche e universali.

Micro Monsters: The Mighty Makers, illustra la vita segreta degli insetti, dove la voce di David Attenborough narra la vita nelle complesse colonie, basate sul principio di cooperazione.

Rebuilding Notre Dame mette a dura prova chi soffre di vertigini, compiendo un viaggio sopra il cielo di Parigi per poter ammirare la maestosa cattedrale prima dall’alto, poi dall’interno, prima e dopo l’incendio che ha lasciato il mondo in preda allo shock.

In Solo to the South Pole lo spettatore arriva in Antartide, seguendo i passi di un giovane ragazzo francese che sceglie di passare 50 giorni lontano dalla civiltà.

Always On: Spacewalkers è una passeggiata spaziale senza precedenti.

Notes on Blindness è la testimonianza originale di John Hull, scrittore che nel momento in cui ha cominciato a soffrire di cecità ha registrato le sue sensazioni, riuscendo così a restituire un documento commovente e al contempo scientifico, dove lo sguardo (quasi assente) dell’altro diventa finestra sul mondo del diverso e dell’inaccessibile.

Il vero merito delle esperienze VR è quello di non lasciare scampo alla forza delle emozioni. Avendo la possibilità di muoversi nello spazio, lo spettatore sente il contatto con il proprio corpo e di conseguenza riesce a sentirsi più parte del contesto, dimenticandosi completamente di avere indosso degli occhiali e di trovarsi in una biblioteca.

Le forti emozioni che si provano durante l’immersione spingono lo spettatore a parlare di quest’esperienza e raccontare cosa si è visto e provato. Se inizialmente l’esperienza sembra dividere, in realtà riesce a ricreare il bisogno di dialogo, arte quasi assente nell’epoca del meme.

La paura che si prova davanti al dinosauro di Jurassic Park (Jurassic World: Apatosaurus, Jurassic World: BLUE) non ha eguali – difficile non ripensare alla pellicola di Spielberg e sentirsi, questa volta, sul set, dietro le quinte. Ma si è soli, assolutamente soli e questo è un aspetto che non va sottovalutato.

La ricerca di dialogo che segue, forse, non è del tutto scontata.

Una proposta di genere drammatico, Dear Angelica. Una giovane ragazza rivede i film dove sua madre ha recitato da giovane, sfogando sensazioni e ricordi nel suo diario segreto. L’emotività pervade i tredici minuti di quest’esperienza dolorosa e toccante. Al termine, non è facile parlarne e raccontare la bellezza dei colori e delle immagini (il cui stile ricorda La bella addormentata nel bosco della Disney); siamo in contatto con un dolore che non è nostro ma in qualche modo ci appartiene.

in un’intervista al Metrograph Il regista tailandese Apichatpong Weerasethakul ha fatto una distinzione importante tra cinema e VR: “Il cinema è dittatoriale: è il regista a indicare allo spettatore dove guardare. La VR ridà la libertà di scegliere dove guardare.” Aggiunge una domanda, questione fondamentale: “Che cosa resta al regista?”

Lo spettatore della VR diventa allora sia attore protagonista sia regista che sceglie quale angolazione del mondo inquadrare.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array