Che diavolo di rap è quello di JPEGMAFIA?
I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU (DIRECTOR’S CUT) di JPEGMAFIA è un cocktail di generi talmente opposti che solo lui poteva accostare. Un album a tutto tondo, molto più di una semplice deluxe

È possibile proporre una “director’s cut” di un album musicale? Se la tua idea di musica è simile a quella di JPEGMAFIA allora sì. Ma che diavolo di rap è quello di JPEGMAFIA?
Una pila di stringhe in un lampo forma un codice, lo schermo di videocamera analogica inquadra una sagoma. Ci allontaniamo dallo schermo della videocamera. Una ripresa di una ripresa, il nuovo attraversa il vecchio, o il vecchio attraversa il nuovo. Emerge un soggetto dall’ombra. È JPEG e il video è quello di Cult Status, che poi ritrae il rapper frammentato, poi in bianco e nero, poi in fermo immagine, poi in infrarossi e poi in loop, in un montaggio tanto folle quanto la base, che ha tanto in comune con il rap attuale quanto con un allarme antincendio.
I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU (DIRECTOR’S CUT) è molto più di una semplice deluxe dell’album omonimo rilasciato il 1° agosto 2024. Peggy, così è chiamato dai suoi fan, preme sulla componente “director’s cut” offrendo il racconto di una storia più complessa, arricchita dall’evoluzione musicale, dalla riflessione personale e dai videoclip di cui è co-regista.
Un’opera a tutto tondo che si staglia all’interno del panorama musicale odierno, dove la sperimentazione è spesso ridotta a una ricerca di approvazione. JPEGMAFIA emerge come un artista che non ha paura di infrangere le regole e, mentre i rapper americani si infliggono stilettate sotto la luce di giganteschi fari a led, JPEG resta in disparte e proietta la sua musica.
Il disco rispecchia la visione originale dell’album ed è nostalgicamente diviso in due parti: lato A e lato B. Le tracce già presenti nella versione di agosto sono riorganizzate in scaletta nel lato A e arricchite con nuove parti strumentali estese. Il brano Cult Status, prima presente su Bandcamp, è stato inserito con una strofa aggiuntiva. Coke or Dope? presenta la seconda strofa e l’outro di Jihad Joe mentre nella versione di quest’ultima Peggy rimuove del tutto l’outro. Il lato B ospita invece tracce bonus che estendono l’universo sonoro del progetto.
Peggy sembra possedere un’inesauribile vena creativa che lo porta a variare e sperimentare tra generi talmente opposti che se non fosse per lui verrebbero considerati incompatibili. Jazz, metal, noise music, rap e punk sono solo alcuni delle fonti alle quali l’artista attinge per la creazione della sua musica.
Ma quindi, che diavolo di hip hop è questo? Nemmeno Peggy sembra avere la risposta dal momento che riporta il quesito nel primo titolo del lato B what the hip hop hell is this? Sicuramente futuristico e orgogliosamente innovativo, è da sempre sperimentatore indipendente e con I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU (DIRECTOR’S CUT) riscrive ancora una volta le regole di un genere ormai lontano da quello nato nella seconda metà degli anni ’70 a sud del Bronx, New York.
Nonostante l’evoluzione musicale, JPEGMAFIA mantiene salde le sue radici rap. Il brano Exmilitary usa un sample di Tearz del leggendario Wu tang clan. Anche nei temi Peggy esalta la cultura rap. Non manca nel disco un diss, precisamente a Drake. Nella schizofrenica it’s dark and hell is hot il rapper fa riferimento alle accuse di pedofilia mosse da Kendrick Lamar nei confronti di Drake. “Private school rappers don’t know what it is/if I show you a Drac’, I ain’t playing with kids”. Il dissing procede a ritmi serrati anche nella successiva New Black History in collaborazione con il rapper Vince Staples.
Non manca anche un riferimento al basket americano. In un mix di umorismo e provocazione JPEG si paragona a una versione peggiore di Dillon Brooks, mentre i piatti risuonano sullo sfondo. “if i was an NBA player/ i’d be dillon brooks/ but worse” canta Peggy nella traccia di apertura dell’album i scream this in the mirror before i interact with anyone. Dillon Brooks, ex giocatore dei Memphis Grizzlies, dopo aver provocato LeBron James durante i playoff del 2023 e aver fallito nel sostenere le provocazioni sul campo è stato tagliato dalla franchigia, che ha dichiarato che non sarebbe stato riconfermato “a nessuna condizione”. L’umorismo irriverente si mescola a una certa saggezza: puoi essere un provocatore instancabile finché continui a dimostrare il tuo valore.
Il rapper è recentemente stato attaccato per i suoi incontri con Kanye West con cui ha poi collaborato in quattro tracce di VULTURES 1. JPEG ha risposto alle polemiche sostenendo che non c’è nulla di politico nella collaborazione tra artisti, aggiungendo che Ye è il suo preferito da sempre e che “se non fosse stato per lui non sarei qui e basta. E lo amo e basta”.
Peggy si mostra lucido e perspicace nel riconoscere le provocazioni, del resto quella di Dillion Brooks inaugura l’album. Il rapper non si piega all’industria musicale e quella dello spettacolo in generale, sempre più influenzata e influente in politica (Trump è stato il primo presidente degli Stati Uniti ad essere presente al Super Bowl in cui Kendrick Lamar ha proposto un halftime show iconico).
JPEG tiene a mente la sua esperienza nell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti e il razzismo subito crescendo in Alabama e non risparmia messaggi politici diretti e frecciate sulle droghe. La sua riflessione a riguardo in Boy You Should Know! è sagace e provocatoria. “That shit isn’t hitting/ the way that you stream/ You better keep swimming/Oxycontin, percy, benzos/ Trazadone coke & dmt/ Molly, acid, fenty, K2/ nicotine, meth and ghbs/ Codeine, heroin, oxycode/ Nitris ox and pcp/ If I put all these things in me/ I feel like im ai me”. Qui il rapper cita una catena quasi esaustiva delle droghe più utilizzate negli US per poi paragonarsi ad un AI quando è sotto effetto, depersonalizzato.
I LAY DOWN MY LIFE FOR YOU (DIRECTOR’S CUT) è il perfetto cocktail da assaporare all’ombra della notte vicino ad un crocifisso, come suggeriva l’immagine di copertina della versione di agosto, o in pieno giorno con un cappello da cowboy sotto la stessa croce. Il flash della macchina fotografica illuminava arte e religione, bianco e nero, introspezione e riflessione sociale, lasciando a noi la scelta su che strada prendere tra i sentieri bui descritti da Peggy. Gli stessi sentieri che nella nuova copertina sono sullo sfondo illuminati dal sole delle montagne mentre Peggy e la sua croce sono questa volta in ombra con lo sguardo basso.