"Che la commedia abbia inizio!". Conferenza stampa di "Una cella in due"
Incontro in occasione della presentazione alla stampa del film Una cella in due, primo lungometraggio diretto da Nicola Barnaba, con protagonisti Enzo Salvi e Maurizio Battista. Nel cast anche i calciatori Rosi, Taddei, Firmani, Foggia, Rocchi. E alla fine tutti ci tengono a precisare, con molta umiltà, non è Via col vento ma è un film fatto col cuore

Ed è proprio nel corso della conferenza stampa che esce fuori la vera natura dei due attori principali del film, quella di brillanti commedianti, soprattutto Maurizio Battista, più che mai a loro agio liberi di improvvisare scenette e battute che intrattengono e divertono i presenti. Preso simpaticamente di mira anche il moderatore, chiamato in causa da scherzi e ironiche provocazioni.
E alla fine tutti ci tengono a precisare, con molta umiltà, non è Via col vento ma è un film fatto col cuore.
Inizia il regista, con una breve presentazione dell’idea alla base del progetto.
Nicola Barnaba: nasce dall’idea di mischiare più generi, un po’ sulla base del filone natalizio, un po’ commedia all’italiana. Mi sono affidato molto agli attori, non avendo molta esperienza nel genere. Abbiamo lavorato e combattuto insieme per ottenere lo stesso scopo.
Nicola Barnaba: le idee non mancavano, sia le mie ma soprattutto le loro. C’è stato il bisogno di scremarle, lavorare un po’ seguendo l’ispirazione. C’è tanto materiale che non è stato messo nel film, la difficoltà è stata nel cogliere e selezionare le cose giuste per trovare un equilibrio. Ritengo che la durata giusta per una commedia sia di 85/90 minuti.
Enzo Salvi: È una commedia con un percorso drammaturgico, sarebbe stato troppo semplice costruire un film solo basandosi sulle nostre gag; ci siamo piuttosto imposti di costruire una storia e far ridere con sottile ironia, l’intento è far ridere tutti. Ce l’abbiamo messa tutta nel tentativo di regalare un sorriso senza cadere nella volgarità.
Enzo Salvi: mi aspettavo questa domanda. Beh, visti i fisici, direi Stanlio e Ollio!

Jane Alexander: Meno male mi fanno fare la buona!
Maurizio Battista: ma che state dicendo? Ma il moderatore l’ha visto il film?
Jane Alexander: Diciamo che è una cattiva che fa finta di essere buona.
Nicola Barnaba: facevano parte del personaggio di Maurizio (Angelo), del suo essere eterno Peter Pan, l’uomo mai cresciuto. Avevamo nella truppa Massimiliano Mereo, grande collezionista di modellini di quel tipo, dei vari Goldrake, Jig Robot. Per necessità di badget, ognuno ha dato il proprio contributo, mettendo a disposizione il proprio tesoro.
Nicola Barnaba: è tutto relativo al film che si fa. Fosse stato girato tutto in una cella, sarebbe stato persino ingente. Ma il film è ricco, ci siamo mossi in varie location.
Per Maurizio, essendo abituato al teatro e ai suoi tempi comici, ti sei sentito ingabbiato nel ruolo?
Maurizio Battista: Il personaggio mi piaceva molto, non l’ho trovato particolarmente difficile. Il teatro è un’altra cosa, un artista per giudicarlo veramente va visto a teatro. Lì non si bluffa, non puoi rifare la scena tante volte. Poi mi sono detto, lo fa Scamarcio, perché io devo stare a casa con mia moglie?
Ci stai prendendo gusto? Lo rifarai?
Maurizio Battista: allora non hai capito?!? Basta che non sto a casa con mia moglie. Per sei anni ho fatto finta di andare a pesca!

Enzo Salvi: sono tutti miei amici. È stato uno stimolo in più. Ho chiesto loro il piacere di partecipare, anche per rendergli omaggio. Gente che ha vissuto l’esperienza del carcere. Hanno accettato di buon grado.
Lavorare con Maurizio è stato stupendo. Voi lo vedete così, spavaldo e caciarone, ma è una persona incredibilmente umile. Ogni volta, dopo la scena, mi chiedeva come fosse andato, se si era comportato bene. Il bacio è stato una tragedia, lui si vergognava da morire, è molto timido. Poi alla fine è andata bene. Sono contenta.
Christian Lelli, infine, ha voluto precisare la questione Sara Tommasi…
A seguito delle varie voci a riguardo, del discorso del doppio poster con e senza il nome di Sara Tommasi. Il discorso è a livello commerciale. Il film è destinato alle famiglie, non ci interessa buttar dentro la politica, non ci è sembrato giusto tirare in mezzo discorsi che non ci competono. Resta un semplice cammeo, non volevamo che qualcuno si facessi idee strane.