Chi era Hakim Bey, l’anarchico teorizzatore delle TAZ

Spirito nomade, Hakim Bey è stato un saggista libero e visionario, padre ideologico della cultura hacker e teorizzatore delle Zone Autonome Temporanee. Ci ha lasciati lo scorso 22 maggio

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OPEN DAY FILMMAKING & POSTPRODUZIONE: 23 maggio

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Il 22 maggio scorso ci ha lasciato all’età di 77 anni il pensatore anarchico Hakim Bey, al secolo Peter Lamborn Wilson, presumibilmente a causa di un infarto. Poeta e saggista libero e visionario, Bey è stato tra le voci fondamentali della controcultura americana del Secondo Dopoguerra. Dopo gli studi classici presso la Columbia University ha trascorso diversi anni tra India, Pakistan e Iran, Paese nel quale approfondì il sufismo evolvendo il suo pensiero in quello che ha successivamente definito come “anarchismo ontologico” o “immediatismo”. Allo scoppio della Rivoluzione Iraniana del 1979 rientra negli Stati Uniti dove inizia a pubblicare diversi saggi sotto lo pseudonimo di Hakim Bey. Nel saggio Angels del 1980 mette in correlazione le diverse culture e religioni del mondo partendo dal presupposto che ognuna di esse condivida la medesima devozione verso figure angeliche, a suo avviso l’unico culto “spirituale” transculturale comune a tutto il mondo.

Hakim Bey diventerà noto in tutto il mondo nel 1991 con la pubblicazione di T.A.Z., acronimo che sta per Zone Autonome Temporanee. Il momento era molto particolare, non esisteva ancora la Rete ma iniziavano già a nascere spontaneamente delle organizzazioni con una visione “hackeristica” e prendeva forma il movimento Cyberpunk. In quel periodo storico rave e festival liberi stavano rivoluzionando la concezione stessa di aggregazione sociale superando l’idea di politica “pura” del decennio precedente. T.A.Z. diventò immediatamente oggetto di culto tra i giovani dell’epoca tanto che veniva distribuito durante festival, riunioni di collettivi e centri sociali. Alcuni di questi stessi luoghi di aggregazione si autodefinirono Zone Autonome Temporanee.

Nel suo saggio Bey prende come esempio i pirati del diciottesimo secolo e le zone franche da loro ideate. In queste piccole comunità chiuse regolate secondo il volere comune si viveva al di fuori di quella che era la legge del tempo. Bey definisce queste società come Utopie Pirata, zone in cui l’autorità e il potere venivano organizzate in maniera orizzontale e non verticale. In sostanza una TAZ può essere vista come una sorta di isola, reale o virtuale, libera dal dominio del sistema capitalista. Negli ultimi anni dai suoi insegnamenti sono nate a Seattle e in altre città americane delle TAZ urbane a seguito dell’uccisione di George Floyd. La “CHAZ”, ovvero la Capitol Hill Autonomous Zone, è durata dall’8 giugno al 1° luglio 2020 e consisteva nell’occupazione pacifica di una piccola zona della città in cui si distribuiva cibo e si tenevano spettacoli artistici in strada.


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