"Chi ha in mano la cultura deve smettere di comportarsi così". Incontro con Federico Zampaglione

Zampaglione sul set
Federico Zampaglione
ci parla di come ha avuto origine il suo progetto horror e delle difficoltà che un certo tipo di cinema incontra in Italia: la visibilità, la distribuzione, l'assenza di un'industria "di genere"….e poi la sua opinione da diretto interessato sulla polemica-Shadow su Sentieri Selvaggi…

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Federico Zampaglione sul set di SHADOWCome nasce il progetto Shadow, dopo un film completamente diverso come Nero Bifamiliare?

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E’ nato proprio perché nella mia testa Nero Bifamiliare doveva essere molto più simile a Shadow: sostanzialmente era partito come un giallo, e poi pian piano si è trasformato. Ha avuto un percorso faticoso, ha subito una gestazione travagliata, e siccome era costato abbastanza e c’erano grandi nomi, i produttori lo volevano lanciare su una scala più grande. E così, tra mille tensioni, alcune cose sono andate perse… Voglio molto bene a quel film e complessivamente mi piace, però ha due anime che si alternano, commedia e nero. Io non sono affezionato alla parte commedia di quel film, sono più contento quando vedo le parti dark… Da lì ho capito che se mai avessi fatto un secondo film, costi quel che costi, o sarebbe stato così, dark, gotico, cupo, oppure non lo avrei fatto e basta: poi questa storia ha preso corpo, ho trovato un produttore che si è buttato in questa avventura ed eccomi qua.

Per Shadow hai avuto il controllo totale?

Si. Nel bene e nel male, mi assumo tutte le responsabilità del film, nel senso che non sono stato forzato a fare nulla controvoglia. È stato bellissimo, perché sentivo veramente di essere padrone del mio film. Non c’erano più visioni col test screening, coi giudizi, coi punti deboli, le analisi e via dicendo. E’ stato come quando realizzo i dischi:  dopo tanti anni di esperienza la casa discografica forse li ascolta quando sono finiti, e basta. Però non intervengono su nulla. Per questo film è andata alla stessa maniera, ed è stato il massimo.

In Italia siamo sempre molto bravi a lamentarci del fatto che non esiste più un cinema di genere, che il cinema di genere è morto, e così via. Però quei pochi titoli che riescono a uscire nelle sale, belli o brutti che siano,  vengono completamente abbandonati al proprio destino. Com’è stata la tua esperienza a proposito?

Non me ne parlare… Proprio in questi giorni è scoppiata una polemica. Noi siamo riusciti a fondare una piccola etichetta che si chiama Ellemme Group e, insieme al mio produttore, ci siamo lanciati nella distribuzione del film. Per tentare almeno di crederci, perché altrimenti un film di questo genere sarebbe stato considerato meno di zero, senza uscire per niente nelle sale. Abbiamo avuto tante difficoltà, anche la data di uscita è cambiata: in un primo momento doveva essere marzo. Si fa proprio fatica a fare uscire in sala un film così, adesso fa fatica pure Dario Argento (Giallo, ndr), figuriamoci. Il discorso delle sale è diventato problematico. Alla fine siamo riusciti a farlo uscire nella settimana di Robin Hood, con titoli come Iron man 2 e la commedia con Jennifer Lopez, film che comunque fanno cassa. Ci siamo collocati in top ten, poi già due giorni dopo il film era settimo, stava facendo il suo percorso dignitoso di film indipendente con dei buoni risultati. Poi, improvvisamente, dal fine settimana successivo ci hanno riservato solo spettacoli all’una di notte, perché durante la giornata venivano proiettati Robin Hood e Prince of Persia a orari alternati per avere più orari possibili in cartellone, e noi siamo stati relegati in questi spazi microscopici. Questo purtroppo dipende dal fatto che sostanzialmente il nostro governo non protegge il cinema indipendente: in Francia, per esempio, se tu fai una cosa del genere ti chiudono il cinema e ti mettono in galera proprio perché c’è una legge che prevede sostegno, spazio e visibilità anche al prodotto locale. In cinque giorni Shadow è stato visto da circa 46000 – 47000 persone che comunque vanno rispettate, sono un numero. Se leFederico Zampaglione sul set di SHADOW fa Vasco Rossi a un concerto lo scrivono in prima pagina dappertutto, ma se le fai con l’horror invece no, diventa un altro discorso. E se provi a protestare, te lo tolgono completamente. E allora che gli vai a dire? Ti devi accontentare degli spettacoli notturni, e basta.  Conoscendo tutti questi meccanismi, vedendoli adesso in questi giorni in prima persona, sono comunque molto contento di come il film si stia comportando, il pubblico lo ama e se ne discute molto, ma sinceramente rimango basito. Senza una legge in grado di proteggere seriamente un certo tipo di cinema, nell’arco di due anni nelle sale troveremo soltanto i grandi blockbuster americani, le commedie di Natale (e i relativi comici milionari) e qualche film d’autore particolarmente grosso come Nanni Moretti. Per il resto, con questa logica da multisala che moltiplica copie dello stesso film su più schermi, non ci sarà spazio per nessun altro. Sia chiaro, provo grande gioia per il risultato di Shadow, perché seppur di notte la gente continua a vederlo, è venduto in tutto il mondo, la critica lo apprezza… Io sono contentissimo, non me lo sarei mai immaginato, però credo sempre più fermamente che chi ha in mano la cultura deve smettere di comportarsi così. E non parlo soltanto di Shadow, il quale in fin dei conti ha avuto sostegno e visibilità: ci sono film molto più belli del mio e molto meno visibili che non finiranno mai su nessuno schermo, e in un paese come l’Italia questo non può essere possibile. Un piccolo spazio per la cultura deve esserci.

Cosa pensi del dibattito che ha avuto luogo su Sentieri Selvaggi a proposito dei commenti relativi al tuo film?

Io penso che le opinioni degli altri vadano sempre rispettate. E’ bellissimo confrontarsi, io stesso a un certo punto ho sentito di dover intervenire perchè mi dispiaceva che si arrivasse agli insulti personali e ad altre cose spiacevoli.  Sapere di aver generato in qualche modo una situazione imbarazzante o volgare mi ha spinto a cercare di indirizzare il dibattito verso atteggiamenti più educati, soprattutto per rispettare pienamente il giudizio di un giornalista a cui il film non è piaciuto. A me a volte non piacciono film che altri invece apprezzano e se ne discute, ma è sacrosanto insomma. Anche perché non stiamo certo parlando di Apocalypse now, sul quale non si può dire niente:  parliamo di un film che ha dei pregi, dei difetti, dei momenti più riusciti ed altri meno. Non bisogna abbassarsi a certi atteggiamenti, ecco.

Anziché chiederti quali film e quali registi ti hanno ispirato, mi piacerebbe sapere quali scrittori di narrativa prediligi…

Bè, su tutti Edgar Allan Poe. E Lovecraft, certo… (indossa una t-shirt con il volto di Lovecraft, ndr). Il senso catacombale e decadente di Poe mi ha offerto tanto a livello di immaginario, le storie che lui scriveva erano sempre visive, potevi vivere e sentire gli odori… Mi ricordo l’angoscia che mi metteva Il pozzo e il pendolo solo a sentirlo nominare, o La caduta della casa Usher. Già dai titoli provavo malessere. E poi sono stati realizzati interessanti adattamenti delle sue opere, nello specifico a me piace molto l’episodio di Dario Argento nel film Due occhi diabolici. Penso che Poe alla fine sia stato il padre di tutti coloro che amano soggetti e storie dark.

Hai nuovi progetti cinematografici per il futuro?

Adesso farò un disco con i Tiromancino. Voglio prendermi una pausa dal cinema, questo film è stato faticosissimo: farlo, difenderlo, proteggerlo… E’ stato un parto. Non ricordo in vita mia di aver fatto, di aver curato e accudito qualcosa con tanta dedizione. E’ stato minacciato e continua a esserlo… Ha ricevuto anche tanto, tanta attenzione e tanto affetto in tutto il mondo, però alla fine resta pur sempre un piccolo film indipendente, con tutte le difficoltà che questo comporta. Però è stata un’operazione assolutamente di cuore, e artigianale soprattutto. Come un figlio, ecco.

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    8 commenti

    • Bella intervista! 😉

    • Grande Zampa, sai essere sempre un occhio vigile ed obiettivo su cio' che succede, forse e' questo il motivo per cui ti vogliamo cosi' bene. Complimenti comunque per il tuo Shadow, un piccolo gioiellino di genere.CIAO fEDE, TI VOGLIO BENE. Renata

    • CAZZO SE HAI RAGIONE, L'ITALIA E' DIVENTATO UN PAESE PER VECCHI!!!!GRANDE FEDERICO E SHADOW COMUNQUE RESTERA' NEI NOSTRI CUORI, PER SEMPRE!

    • Maurizio Gervasio

      Sono un regista indipendente con la passione per il genere, e leggere le parole di Zampaglione non e' che la triste conferma di un sistema davvero marcio e destinato a peggiorare.<br />Shadow e' un ottimo prodotto , Zampaglione e' un nome solido e malgrado tutto i problemi non sono tardati ad arrivare.<br />cosa succedera' ,allora, a film piu' piccoli e nomi sconosciuti come me? personalmente non vedo nulla di buono all' orizzonte… ma apprezzo davvero il coraggio di Zampaglione di uscire allo scoperto denunciando il malcostume che ci circonda.<br />rispetto massimo.Maurizio Gervasio

    • roberto curti

      Shadow e' un ottimo film, purtroppo in italia si meritano il medico in famiglia..la solita storia…cmq bravo Zampaglione

    • GRANDE FEDE!!! L'IMPORTANTE E' CHE IL FILM VADA BENE ALL'ESTERO, COME SAI IN ITALIA STIAMO CON LE FICTION E I FILMETTI DI MOCCIA!!!

    • Massimo Morici

      Leggere cio' che dice Zampa da una parte rincuora per le prospettive internazionali che un buon film italiano ,come Shadow, puo' avere…dall'altra parte, indigna per come invece il nostro cinema viene trattato da politici e teorici detentori della cultura.<br />Non cambieremo mai finche' a governare il paese ci sara' certa gente.Amen.

    • Ho letto la notizia della distribuzione in dvd e blu ray con la new entry CINEKULT!!!! eccezionale!!!