Chi ha paura (oggi) del lupo cattivo: Cursed – Il maleficio, di Wes Craven

"Lo spettacolo nello spettacolo" stavolta sembra farsi nella ripetizione e non nella citazione. Più che prospettive di fuga in “Cursed” si notano ansie di interrogazione, di studio, di messa in dubbio. La paura è un dettaglio, forse inutile, se non una chimera che evita perfino il ricorso alla tipica ironia di Craven.

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Siamo ancora in grado di oltrepassare la porta della paura violando i perimetri sempre più stringenti del nostro vedere (in chissà quale direzione)? O nell’epoca del post-tutto dobbiamo solo tornare sui nostri passi per capire come eravamo e cosa ci ha portati a questo punto? Wes Craven da diversi anni si pone simili domande utilizzandole direttamente come vettori della propria estetica. Da A Nightmare on Elm Street a Mullholland Drive il passo è allora fin troppo breve quando è l’autore stesso a non riconoscersi nella strada indicata, causa eccesso di riconoscibilità. Non è più tempo di gore perché la visione della carne è ormai entrata di prepotenza nelle pieghe del nostro immaginario. I circuiti spaziotemporali violentati da Freddy Krueger sono saltati e l’osmosi realtà/incubo è ordinaria amministrazione dello sguardo e del senso, volta sempre più di frequente a terremotare gli argini di eventuali proiezioni del vissuto. La carta dell’ironia citazionista può essere valida per accumulo di materiali ancora sterminati (ed anche qui Craven non manca di giocarla in certi frangenti), tra i quali si è compreso in passato persino l’autoreferenzialità di Wes Craven’s New Nightmare (Nightmare -Nuovo incubo) dove l’archetipo maligno poteva prendere corpo nelle menti che quella stessa orrenda entità avevano saputo creare. E se la società tratteggiata nei tre capitoli di Scream non era rimasta indifferente alle riflessioni metasemiologiche condite di umorismo cinefilo, grazie al contributo dei vari Scary Movie quella stessa non può più consumare in modo incosciente un’ulteriore elevazione potenziale di tali meccanismi. Craven lo sa e assieme a Kevin Williamson, lo sceneggiatore della fortunata trilogia, riparte comunque da ambienti e situazioni (si fa per dire) rassicuranti. L’incidente nella notte losangelina di luna piena, che coinvolge i due giovani Ellie (Christina Ricci) e Jimmy (Jesse Eisenberg), si configura in tal modo come ipotesi impraticabile di un’impossibile parodia lynchiana. Paradossalmente l’aggressione che subiscono ad opera di quel “qualcosa”, che nei loro pensieri si materializzerà sempre più come un lupo mannaro, non li porterà ad uno splendido limbo amnesico ma ad una fase di forte riappropriazione della propria capacità di capire, possedere e ricordare (pur attraverso una consueta via crucis del contrappasso cattolico). Dentro e fuori il film si denota la ricerca di una condizione di autosufficienza rispetto alle figure genitoriali, quelle mancanti al nucleo Ellie/Jimmy. E’ per questo che le figure mitiche del genere vengono viste come elementi familiari, dalla trasformazione licantropica che ricalca l’effetto Landis ad un Lon Chaney imbalsamato (ed omaggiato nella scena iniziale della chiromante che avvisa le vittime predestinate anziché il protagonista) in un’asettica casa degli orrori che a sua volta contiene una sala degli specchi dove si inscena un falso finale. La paura è un dettaglio, forse inutile, se non una chimera che evita perfino il ricorso alla tipica ironia craveniana, ravvisabile solo in alcune goffe movenze dei personaggi. Più che prospettive di fuga in Cursed si notano ansie di interrogazione, di studio (i libri sui licantropi), di messa in dubbio della propria ed altrui natura “mostruosa”, che può manifestarsi in segni di omosessualità, gelosia, invidia. Craven si sta specializzando in raffinate rappresentazioni del mondo dei teenager, che avvolge in un’atmosfera pre-seriale ricreata con sicura perizia geometrica e fotografica. L’ottima Christina Ricci ma anche gli altri sembrano vivere serenamente nei limiti di un pilot di una serie a venire. “Lo spettacolo nello spettacolo” stavolta sembra farsi nella ripetizione e non nella citazione (anche se il ricordo di Voglia di vincere nelle scene del riscatto anti-nerd di Jimmy è deciso). Non sarà un caso allora la presenza di attori protagonisti di Dawson’s  Creek e Allie McBeal nonché l’omaggio all’indimenticato Chachi diHappy Days.

Titolo originale: Cursed

Regia: Wes Craven

Interpreti: Christina Ricci, Joshua Jackson, Jesse Eisenberg, Judy Greer, Scott Baio, Milo Ventimiglia, Portia De Rossi

Distribuzione: Buena Vista International Italia

Durata: 97′

Origine: USA, 2004

 

 

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