Chiamate un dottore!, di Tristan Séguéla
Una commedia amara e malinconica trainata dalla ‘strana coppia’ composta da Michel Blanc e Hakim Jemili. Troppo tirati i malintesi verbali, ma ha la giusta dose di cattiveria.

Parigi alla vigilia di Natale è una città buia e vuota. Ci sono soltanto le luci dei lampioni, delle finestre delle case e dei negozi e della macchina di un medico di base. Serge Manou Mani si trova a fare il turno di guardia. L’unico contatto che ha è con la voce di una donna che, via radio, gli da le indicazioni sui pazienti da visitare. È solo, non ha nessuno con cui trascorrere le feste e l’unica persona con cui ha un legame è Rose, la fidanzata del figlio morto anni prima. Beve spesso, si addormenta e riceve frequentemente delle lamentele per i suoi metodi, come la volta in cui ha fatto succhiare il suo dito a un neonato. Le chiamate aumentano. Lui è sempre più stanco e accusa dolori fisici. Fortunatamente, la sua strada si incrocia con Malek, un fattorino in bici di Uber Eats. Dopo che il ragazzo ha fatto una prima visita al posto suo spacciandosi per un dottore, Serge pensa di aver risolto i suoi problemi per quella notte.
Giocata sull’accoppiata Michel Blanc-Hakim Jemili, comico in ascesa qui al primo film, Chiamate un dottore! è una commedia amara e malinconica e dimostra anche solo come un solo spunto di partenza possa essere sufficiente per mandare avanti buona parte del film. Basato su una storia vera, il film si affida proprio sul contrasto degli opposti. Ciò non è evidente solo nelle caratteristiche dei due protagonisti. Ma mette a confronto anche due diversi modelli generazionali. Da una parte ci sono i silenzi, gli sguardi stanchi di Michel Blanc, con una recitazione sempre sospesa tra commedia e dramma, tra Bertrand Blier (con cui ha vinto il premio al Festival di Cannes come miglior attore con Lui portava i tacchi a spillo nel 1986) e Patrice Leconte (che gli ha regalato uno dei suoi ruoli più belli con L’insolito caso di Mr. Hire). Dall’altra c’è una rivisitazione da parte di Jemili degli stand-up statunitensi. Volto sbigottito, parole a vuoto che nascondono l’evidente disagio ogni volta che si spaccia come dottore e va a fare una visita e aspetta i suggerimenti di Serge. Ne derivano dei malintesi verbali che forse sono un po’ stiracchiati (“Ha fatto pesi?” – “Ha fatto feci?”). Il film inoltre lascia poi un po’ in disparte la figura di Rose, che è probabilmente l’elemento cruciale per il modo in cui il film si bilancia tra commedia e dramma. Però Chiamate un dottore! non ha cedimenti, trova momenti coinvolgenti (l’appartamento con la fuga di gas) e ha anche la giusta cattiveria: la vendetta contro l’uomo ricco e arrogante che aveva ordinato aragosta e poi ritrova Malek come medico e, infine, come autista, è liberatoria.
Titolo originale: Docteur?
Regia: Tristan Séguéla
Interpreti: Michel Blanc, Hakim Jemili, Solène Rigot, Franck Gastambide, Fadily Camara
Distribuzione: Medusa
Durata: 90′
Origine: Francia, 2019
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani