Child 44, di Daniel Espinosa
Child 44 tratta la cornice storica dello stalinismo come uno sfondo su cui ambientare un thriller. Il film è più fedele ad Alan J. Pakula che all’atmosfera claustrofobica del romanzo di Tom Rob Smith
La Summit Entertainment è stato il primo studio hollywoodiano a puntare sulla letteratura young adult e da allora non ha mai smesso di cercare il fenomeno editoriale. Child 44 dello scrittore inglese Tom Rob Smith venne opzionato da Ridley Scott ancora prima che uscisse in libreria ma l’attenzione della produzione non è diventata concreta fino a quando il primo libro non è diventata una serie. La pratica della Summit Entertainment prevede infatti che l’ipotesi del successo non si consumi in un unico film ma dia immediatamente la possibilità di sfruttare un franchise. L’eclatante esempio di Twilight di Stephenie Meyer ha ripagato tutti gli esperimenti falliti in precedenza e il know-how che è stato acquisito in precedenza ha accompagnato l’acquisizione da parte della Lionsgate e l’ulteriore affermazione di The Hunger Games di Suzanne Collins. Il caso in questione ha delle potenzialità interessanti perchè fa riferimento ad un personaggio ben definito e punta sulla possibilità che il pubblico si affezioni alle sue indagini. L’attenzione alla sua costruzione fa in modo che il film trascuri in parte l’atmosfera di Tom Rob Smith e il suo ruolo centrale nel determinare uno stato d’animo peculiarmente oppressivo.
Il nome di Ridley Scott è decisivo per capire il tipo di lavoro che è stato fatto sull’insolita ambientazione della fase finale ed estrema dello stalinismo. Il romanzo concepisce questa fase storica come un momento unico e gli eventi come una naturale conseguenza di una cornice politica. La scelta forza persino la cronologia degli eventi anche perchè gli omicidi a sfondo pedofilo e sessuale di Andrej Cikatilo nella realtà sono avvenuti tra il 1978 e il 1990. Il film compie una chirurgica assimilazione degli accurati dettagli descrittivi di Tom Rob Smith e li piega ad una riduzione cinematografica che identifica da sempre la cifra stilistica del suo produttore. Le sue storie sono ambientate nei mondi e nelle epoche più disparate perchè nessuno possiede la sua stessa abilità ad organizzare dei layout. L’invidiabile disinvoltura con cui ha spaziato in lungo e in largo per il cinema è anche il segnale di un’eccezionale superficialità che prende in prestito dall’immaginario collettivo preesistente e contribuisce a costruirne uno nuovo. La ricostruzione di Mosca si basa su altri posti dell’est europeo e nessuno percepisce la differenza perchè la scenografia si affida al luogo comune della società sovietica.
Child 44 è stato immediatamente boicottato dai mercati russofoni perchè restituisce un passato non lusinghiero ma la suscettibilità della censura del Cremlino ha esagerato sui veri intenti del film. Le strade della capitale e il palazzo della Lubjanka non hanno un ruolo così centrale nella vicenda e sono solo uno sfondo che affianca il marcato accento che macchia la recitazione degli attori. La Summit aveva il solo proposito di fare un robusto film di genere e i riferimenti alle esecuzioni della CEKA e dell’MGB sono solo una variazione sul classico tema della paranoia. Daniel Espinosa modella il suo film sulla base dei thriller politici degli anni settanta e il suo riferimento principale è The Parallax View di Alan J. Pakula. Il vero nemico non è l’implacabile assassino di bambini ma il perfido poliziotto politico Vasili che è pronto a tutto pur di fermare le indagini clandestine che metterebbero in crisi la negazione propagandistica del crimine. L’urgenza delle violazioni nixoniane non è più d’attualità ma la figura dell’antieroe che rovescia le verità consolidate del sistema cerca solo un altro contesto dove liberare le sue potenzialità narrative. Tom Hardy si cala molto bene nella parte di un cacciatore che si trasforma in preda e la sua interpretazione rende giustizia alla fisicità del protagonista ma anche alla sua confusione delle sue motivazioni. Il ritmo del film è adeguato alle ambizioni di una trama di caccia all’uomo in costume: l’identità dell’assassino non è un mistero ma la storia tiene fino alla fine anche perchè il vero ricercato è proprio il personaggio principale. Il suo destino è in bilico fino alla fine e la sua salvezza non si limita all’incolumità fisica ma anche alla sua resistenza alla rieducazione.
Titolo originale: Child 44
Regia: Daniel Espinosa
Interpreti: Tom Hardy, Noomi Rapace, Gary Oldman, Joel Kinnaman, Jason Clarke, Vincent Cassel
Distribuzione: Adler Entertainment
Origine: USA, 2015
Durata: 137′