CiakPolska 2022 – Paweł Łoziński, il rabdomante

Due film minimali, uno intimo, l’altro collettivo, del grande documentarista polacco. In programma oggi alla Casa del Cinema di Roma in occasione della X edizione di CiakPolska che ospita il regista

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Paweł Łoziński è uno dei più importanti documentaristi polacchi, ed arriva in Italia per partecipare a CiakPolska, in occasione della decima edizione del Festival dedicato alla cinematografia polacca. Il regista è presente nel programma con due titoli simili per costruzione schematica ed i ridotti movimenti di macchina, basilari, pieni di quella essenzialità sufficiente a rendere le immagini poesia. You have no idea how much i love you è un film del 2016, passato in Italia al Festival fiorentino dei Popoli. Ewa e Hania, madre e figlia, hanno un rapporto difficile. Il regista riprende le sedute delle due donne dallo psicoterapeuta, ed i tre diventano i protagonisti di un processo. Al dottore tocca il compito di rabdomante emotivo, scandaglia le parole, osserva le reazioni, i sussulti, cerca di portarle su un comune terreno sensoriale per recuperare il legame perduto. Le inquadrature fisse dei volti hanno un eco bergmaniana, lavorano sugli occhi ed i silenzi coatti, sull’angoscia palpabile, e mentre le parole cercano spazi di libertà, i corpi restano schiacciati dal peso del loro senso. Il ritratto di un amore che non ha nulla di automatico, perché è una cosa viva di cui prendersi cura. Piano piano in mezzo al dolore si riducono le distanze, le risposte diventano meno formali e più sincere e si attivano dei tasti delicatissimi da toccare.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

The Balcony movie è invece un mosaico, intimo, collettivo, costruito da Łoziński riprendendo quello che succede sulla strada davanti casa sua, per un periodo di tempo lungo abbastanza per raccontare i cambi di stagione, il sole e la pioggia e il temporale, l’arrivo di un bambino, e trasmettere una certa familiarità con alcuni personaggi, un ex carcerato, una vecchia vedova. Le parole assumono anche qui un posto di rilievo, ma non servono direttamente a superare una barriera traumatica, quanto ad intavolare una chiacchierata spontanea sul senso della vita. Le domande che il regista pone ai passanti sono colloquiali, cominciano da un semplice saluto, sono rivolte ad adulti e bambini, a donne, uomini e cani, presenti in numero eccezionale, di ogni credo e di qualunque estrazione sociale. Ed il risultato di insieme è abbastanza straordinario, tocca tematiche religiose e umane, restituisce dignità alle persone umili e scoraggiate, fino a registrare persino un umore politico dopo il passaggio di alcuni nazionalisti polacchi di ritorno da una manifestazione. Semplice, leggero e con un ritmo impensabile considerate le premesse, rappresenta un film nel quale le idee bastano a se stesse, senza ricorrere ad artifizi che spesso nascondono il nulla. Pieno di cinema e di vita. Da pochi metri quadri ottiene un riflesso macroscopico universale, utilissimo per insegnare con esempi concreti un uso geniale della macchina da presa.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array