Ciao Bambino, di Edgardo Pistone
Bell’esordio nel lungometraggio per il regista partenopeo che gira la sua storia sulle pesanti eredità dei padri nel Rione Traiano, uno dei quartieri più complessi della città.

A quattro anni di distanza dal fortunato cortometraggio Le mosche, Miglior Regia alla Settimana della Critica della 77° Mostra del Cinema di Venezia, Ciao Bambino rappresenta l’esordio al lungometraggio per il regista partenopeo Edgardo Pistone, che è stato premiato come migliore opera prima alla Festa del Cinema di Roma. Storia di dolore sull’eredità dei padri che lasciano il balia degli eventi i figli, costretti a diventare in fretta grandi e ha consumare velocemente la spensieratezza della gioventù. Nel rione Traiano di Napoli un gruppo di ragazzi vive alla giornata, tra spaccio, furtarelli e scippi. Attilio (Marco Adamo), attende l’uscita da galera del padre, ma ad attenderlo c’è anche un suo compagno d’affari che esige da lui un’ingente somma di denaro, deciso a recuperare con ogni mezzo. Attilio trova un impiego particolare; deve badare ad una ragazzina straniera, Anastasia (Anastasia Kaletchuk), costretta a prostituirsi per un magnaccia del quartiere. Lentamente nasce una simpatia tra i due e presto diventa attrazione fisica. Il mondo in cui vivono non lascia speranze e probabilmente l’unica possibilità di appropriarsi della propria vita è quella di ritagliarsi uno spazio lontano dai drammi quotidiani.
L’ombra del padre però incombe all’orizzonte. I riferimenti cinefili dell’autore sono piuttosto evidenti, da Pasolini al cinema nostrano degli anni ’60-70, ma soprattutto è piuttosto chiara l’influenza di un certo stile più vicino ai giorni nostri, anche per l’uso del bianco e nero, ed è rappresentata dal cinema messicano del primo Cuarón e di Escalante, come confermato dallo stesso autore in conferenza stampa. Un punto cruciale dell’opera è certamente costituito dalla location. Rione Traiano si presta sicuramente alla cromatica utilizzata, regalando una certa irrealtà ai luoghi, su cui lasciar muovere i protagonisti, persi nel vuoto. A differenza di altre opere ondeggianti sulla stessa falsa riga, Ciao Bambino non resta ostaggio dell’unico aspetto socio-culturale, che avrebbe potuto fagocitare definitivamente la storia, ma cerca invece caparbiamente una strada poetica e sentimentale, come fosse davvero una sorta di “riscatto” creativo. La perdita dell’innocenza e il passaggio all’età adulta è il senso del dissesto temibilmente presente, non proprio come consapevolezza razionale, perché proveniente dal fondo, dai bassi, dalle origini.
Regia: Edgardo Pistone
Interpreti: Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo, Rosalia Zinno
Distribuzione: Minerva Pictures
Durata: 95′
Origine: Italia, 2024