CINE-GUINNESS – Nel blu dipinto di… blue-screen: i colori del cinema

Lo sperimentalismo di “Sky captain and the world of tomorrow” risiede nel suo essere la prima pellicola girata interamente in blue-screen: il blu, uno dei tre colori cosiddetti fondamentali diventa così la tonalità per eccellenza della fantasia cinematografica. Ma qual è la storia del colore al cinema? Scopriamola insieme…

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Rosso, verde, blu: i tre colori fondamentali. Blu, il colore del cielo, dell'infinito, dell'immaginazione e del blue-screen, digitali trasparenti/fondali che creano mondi interni a quel contenitore di fantasia che è già il cinema prima che risuoni nell'aria lo schiocco del ciak. Ma di che colore è il cinema? Naturalmente di tutti i colori che il nostro cristallino riesce a percepire e se i veri amanti della settima arte ritrovano già tutto lo spettro cromatico nel bianco e nero di Russell Metty per Quarto potere, di Gianni di Venanzo per Otto e mezzo, di Freddie Francis per The elephant man, o di Roger Deakins e Ken Kelsh rispettivamente nei più recenti L'uomo che non c'era e The addiction, è altresì vero che l'arte più è minuziosamente fedele alla vita, più la ritrae/replica. Allora largo all'irrompere dell'arcobaleno sul grande schermo! Anche perché cosa sarebbero Il mago di Oz di Fleming, Scarpette rosse di Powell-Pressburger o Dolls di Kitano senza di esso? La sua ufficializzazione è assai ritardata rispetto ai suoi primi utilizzi nei quali il blu torna profeticamente alla ribalta, infatti la prima pellicola a colori degna di questo nome fu in un Kinemacolor a 2 colori usato da George Albert Smith (e non Eastman, come molti pensavano…) di Brighton. Il film mostrava il giardino della sua casa nel luglio del 1906 animato dai figli intenti a giocare: il maschietto era tutto vestito di blu con in mano una bandiera di sua Maestà britannica e la bambina di bianco vestita spiccava grazie ad una sciarpa rosa. Il primo film a colori distribuito commercialmente, dal settembre del 1908 fu, invece, A visit to the seaside, sempre di G.A. Smith, che mostrava per 8 minuti il gruppo vocale dei White coons ("negri bianchi") in costume da pierrot (?!) e la banda musicale scozzese degli Highlanders. Il primo dramma a colori era sempre prodotto dalla Gran Bretagna che nel 1910 distribuì Checkmated di Theo Bouwmeester, anche protagonista nel ruolo nientedimeno che di Napoleone. La Tosca del '12, con Lillian Russell nei panni della celebre eroina pucciniana e sempre in Kinemacolor è il primo film drammatico targato Usa e l'anno successivo The scarlett letter era interpretato dalla moglie di Griffith, Lina Arvidson. The world, the flesh and the devil segna, invece, nel 1914 il traguardo del primo lungometraggio a colori e fu proiettato il 9 aprile di quell'anno all'Holborn Empire di Londra, accompagnato da questo slogan "un film a colori da 10.000 sterline, in 4 parti e 120 scene". In Italia bisogna attendere ancora un bel pò prima che sbarchi: Totò a colori girato dal Steno nel '52 è il primo lungometraggio italiano a colori!

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Gli Stati Uniti già stupivano nel '29 coniugando il sonoro al colore nel musical della Warner Bros On with the show girato da Alan Crosland (autore due anni prima anche del primo film parlato della storia, Il cantante di jazz) in Technicolor a 2 colori e proiettato al Winter Garden di New York. E il Technicolor fece il suo ingresso in sala già nel '17 con The gulf between, primo lungo a colori prodotto in Usa e terzo nel mondo. Disney con le sue Silly Simphonies (in un episodio intitolato Flowers and trees) nel '32 ebbe l'onore di realizzare il primo film in Technicolor a 3 colori, visionato ufficialmente al Grauman Chinese Theater di Hollywood, quello con le impronte delle stars impresse sulle piastrelle del marciapiede che passa davanti davanti e Becky Sharp di Rouben Mamoulian, con Cedric Hardwicke e la bellissima Miriam Hopkins fu il primo lungo in Techincolor a 3 colori. E anche se questa colorazione ebbe il monopolio coloristico quasi assoluto dal '32 al '52, anno nel quale il canadese Royal Journey aprì un'altra era (quella dell'altrettanto famoso Eastman Color della Kodak, che regna incontrastato in Occidente anche oggi), i critici "infilzarono" i due protagonisti del film di Mamoulian così: "sembrano salmoni bolliti in salsa di maionese"! Il primo film colorizzato dopo essere stato girato in b/n fu, invece, Ribalta di gloria del '42 con James Cagney. Ma quando il colore ha soppiantato il b/n? Anche qui Hollywood è stata anticipatrice e gli Usa nel 1954 furono il primo paese a produrre più film a colori (157 su 237 totali, per la precisione), anche se curiosamente nella seconda metà dei Cinquanta avvenne una temporanea inversione di tendenza, ma nel '62 il colore tornò a dominare, questa volta per sempre. La Birmania si è dimostrata, invece, decisamente la meno reattiva e la più tradizionalista visto che fino al 1983, come dire "l'altro ieri", tutti i film prodotti erano in b/n! Una curiosità per concludere: la più breve sequenza a colori mai girata furono due soli fotogrammi nell'hitchcockiano Io ti salverò, in cui l'esplosione di un colpo di pistola fu fotografata in Technicolor producendo l'effetto di una brevissima vampata rossa. In confronto, lo straziante, geniale cappottino rosso della bambina ebrea inghiottita dall'Olocausto che fa brevissimamente capolino a tratti in Schindler's list è una presenza cromatica quasi ingombrante!

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