CINE-GUINNESS – Remake: Fatti, ri-fatti e stra-fatti

"Ma questo l'avevo già visto da qualche parte": un'ossessione riepilogativa, mnemonica, classificatoria che scatta un po' in tutti noi quando stiamo notando in una pellicola una citazione o scavando nella nostra mente per ricordare di cos'è il remake… che è quello che accade in questi giorni con "Ladykillers" dei Coen

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"Ma questo l'avevo già visto da qualche parte": un'ossessione riepilogativa, mnemonica, classificatoria che scatta un po' in tutti noi quando stiamo notando in una pellicola una citazione o scavando nella nostra mente per ricordare di cos'è il remake… che è quello che accade in questi giorni con Ladykillers dei Coen, nuova versione della classica commedia nera targata Ealing La signora omicidi di Alexander Mackendrick. Ma la storia da cine-guinness del remake potrebbe iniziare da altre parti con lo stra-fatto per eccellenza, anzi la "stra-fatta": Cenerentola, della quale sono state girate 96 versioni, un numero che farebbe venire quasi la nausea per la sua esponenzialità se non fosse per la varietà del suo utilizzo: alcune versioni sono pornografiche (vantate anche due trasposizioni dello stesso genere dal Robinson Crusoe di Defoe!), altre balletti musicati da Prokof'ev, altre ancora opere liriche di quel prodigio di modernità che è Rossini e non mancano i remake parodici. E come se non bastasse nel lungometraggio animato australiano The magic riddle (1991), Cinderella incontra addirittura i "colleghi" Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pinocchio e i tre porcellini. Com'era facile immaginarsi seguono, nella singolare classifica degli stra-fatti, Amleto con 56 versioni classiche, 6 moderne e 12 parodie, Carmen che raggranella 56 versioni e 2 parodie mentre subito dopo giunge Dr. Jekyll e Mr. Hyde con 52 versioni, comprese varianti e le immancabili parodie. Capita, poi, talvolta che un regista faccia il remake di una sua opera ma Cecil De Mille surclassa tutti perché oltre a essere il primo nella storia del cinema a compiere quest'operazione (The squaw man del '13, remake nel '18), non pago ne produsse anche un terzo clone: Naturich, la moglie indiana nel 1931: narcisismo auto-citazionistico o perfezionismo mai sazio? Se solitamente i remake s'inanellano uno dietro l'altro, come una ciliegia tira l'altra, talvolta bisogna avere veramente molta pazienza perche lo stesso "evento" si ripeta:

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per il mèlo Camila (Argentina, 1912) si dovette attendere addirittura 72 anni per una sua fiammeggiante "reprise" in co-produzione con la Spagna. Tutto a causa delle censure e delle pressioni politiche scatenate dalla scabrosità storica della trama: una giovane aristocratica (Camila O'Gorman), celebre nella Argentina della prima metà dell'Ottocento per il suo fulgore, che s'innamorò di un prete gesuita, fuggì con lui e finì fucilata assieme al sacrilego ministro di Dio, una volta catturata. Anche gli attori, ma soprattutto le attrici, operano il remake di sé stessi e si concedono una seconda chance: è il caso della nostra Sophia Loren che 28 anni dopo riprese il ruolo da Oscar della madre in La ciociara nella versione tv del 1989, mentre altre slittano adeguandosi allo scorrere del tempo e al formarsi delle rughe come Jean Simmons che 17enne interpretò Estella, la pupilla di miss Havisham, nel capolavoro Grandi speranze di David Lean e la stessa Havisham 45 anni dopo in una miniserie tv. Passaggio di testimone, invece, per Magda Schneider, protagonista nel 1932 dell'ophulsiano Amanti folli che vide la più celebre figlia "principessa Sissi" Romy interpretare lo stesso ruolo nel remake L'amante pura dell'anonimo Pierre Gaspard-Huit. Un altro cine-guinness che vi snoccioliamo riguarda il maggior numero di proiezioni consecutive di remake dello stesso film: teatro dell'evento la Cinémathèque Française che nel 1985, durante una rassegna sugli adattamenti cinematografici, propose una full-immersion di Les Misérables: furono proiettate le versioni francesi del '12, '25, '33, '57, '71 e '82, quelle hollywoodiane del '18, '35 e '52, quella italiana del '47 e quella sovietica del '37. Undici in tutto. Un caso eclatante, poi, di come la pratica del remake possa risultare particolarmente dispendiosa è The battle of the sexes, girato da Griffith nel '13 in quattro giorni con 3500 dollari, il cui rifacimento fu realizzato nel '28 in 4 mesi e costò 100 volte tanto!


E la salacità senza peli sulla lingua di Woody Allen ci viene in soccorso per confermare lapidariamente la quasi totale inesistenza di un remake che sia all'altezza, se non migliore, dell'originale (ci viene in mente al volo come eccezione che conferma la regola solo Prima pagina di Wilder, remake di quello del '31 di Lewis Milestone, già rifatto con esiti inferiori anche se con celebri dialoghi super-sonici da Hawks nel '40 con La signora del venerdì): "se rinascessi farei tutto esattamente allo stesso modo, a parte forse rivedere il remake di Orizzonte perduto (firmato in originale da Capra)". Se proprio vogliamo fare le pulci, da filologi "di ferro", a quest'ultimo omaggio dei Coen non si tratta nemmeno in senso stretto di un remake (padre di tanti "figliocci" che s'innervano da lui: rivisitazione parziale, critica, rilettura comica, attualizzante, demitizzante, inconfessata, plagiante…) ovvero di una copia il più aderente possibile al corpo filmico in cui si vuole specchiare come dimostrano il cambio del nome dei personaggi (il prof. Marcus di Guinness diventa il prof. Goldthwait Higginson Dorr di Hanks) e di colore nella pella della vecchietta, ma anche gli slittamenti topografici sostanziali (il rifugio della banda passa dal piano superiore alla cantina, dall'Inghilterra al Mississippi), sintomo forse della consapevolezza dei Coen dell'impossibilità di riesumare quel profumo d'epoca perduto che contiene il gioiello Ealing. Tutto questo in attesa di una futura pioggia di ri-fatti e stra-fatti che già sono in lavorazione in uno studio o covano nella mente di un regista o di uno sceneggiatore, alcuni dei quali forse non vedranno mai la luce come quello di Dalle 9 alle 5 orario continuato, che in news web datate settembre 2001 si vociferava avrebbe avuto un remake con cast all-black guidato da Will Smith e la moglie Jada Pinkett!

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