Cinelatino 2010

Bergamo, 16-19 giugno 2010

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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CINELATINO, NUOVI FILM DALL’AMERICA LATINA
 
Terza edizione
 
Dal 16 al 19 giugno, a Bergamo, in Auditorium di Piazza Libertà e a Esterno Notte, si svolgerà Cinelatino, la terza rassegna dedicata al cinema latinoamericano. L’iniziativa è promossa da TenarisDalmine, organizzata da Bergamo Film Meeting, Fondazione Dalmine, Fundación Proa, Gamec  e curata da Sara Mazzocchi (Gamec) e Angelo Signorelli (Bergamo Film Meeting).
Dopo il successo dello scorso anno, ritorna l’appuntamento con i film realizzati nei paesi dell’America Latina, dove le produzioni continuano a mostrare grande vivacità per quanto riguarda le situazioni rappresentate e interesse verso i problemi reali della società e la vita delle persone. Cinque sono quest’anno i paesi rappresentati: l’Argentina, il Messico, la Colombia, il Cile e l’Uruguay.
 
Tra gli ospiti Marciano Martìnez e Yull Nuñez, protagonisti di Los Viajes del  viento e Daniel Bustamante, regista di Andres quiere dormir la siesta.
 
Di seguito i film e le sinossi:
Opera intensa e commovente è Los viajes del viento del regista colombiano Ciro Guerra. Il protagonista è Ignacio Carrillo, un uomo che ha passato tutta la vita viaggiando attraverso i villaggi nel nord della Colombia, portando in giro la musica e la canzoni del suo paese grazie alla fisarmonica, uno strumento che la leggenda dice sia maledetto perché un tempo era appartenuto al Demonio. Divenuto ormai vecchio, decide di sposarsi e di stabilirsi in un piccolo villaggio, abbandonando così la sua vita da nomade. Quando la moglie muore all'improvviso, Ignacio decide di fare un ultimo viaggio verso il nord del paese per restituire la fisarmonica all'uomo da cui l'aveva ricevuta, il suo insegnante e mentore. Sulla strada incontra Firmin, un adolescente deciso a diventare un girovago come lui. È un incontro tra due esseri che all’inizio non hanno nulla in comune ma che, lungo la strada e non senza difficoltà, trovano il modo di conoscersi e di condividere un cammino fatto di silenzi e di ricerca interiore. L’adolescente Firmin vede in Ignacio l’occasione per andare via e nella musica lo sfogo alla propria irrequietezza. Tra paesaggi bellissimi si dipana lo strano rapporto che diventa come quello tra un padre e un figlio, dove la scontrosità e la malinconia della vecchiaia urtano contro l’ostinazione e la fragilità della giovinezza.
L’uruguayano Gigante di Adrián Biniez è ambientato nella Montevideo di oggi e racconta la storia dell’amore improbabile del corpulento Jara, che lavora al servizio di sorveglianza di un supermercato, verso Julia, che è addetta alle pulizie dei locali e che l’uomo può osservare attraverso i monitor mentre svolge il lavoro notturno di sorveglianza. La sua diventa una vera e propria ossessione, tanto che comincia a pedinarla anche fuori del posto di lavoro. Quando si sparge la voce che la compagnia per cui lavorano entrambi ha deciso di licenziare molti dipendenti, tra cui Julia, Jara non riesce più a spiare la ragazza. Allora decide di incontrarla veramente. Film di sguardi, di timidezze, di attese e di sentimenti trattenuti, girato con uno stile asciutto e insieme affettuoso.
In Norteado, del messicano Rigoberto Pérezcano, la protagonista vera è la frontiera tra Messico e Stati Uniti, divisi da un muro di lamiera che, ogni anno, più di mille messicani cercano di attraversare per trovare nel Nord una vita migliore. Andrés è uno di questi: sposato con due figli cerca due volte di andare dall’altra parte, ma è sempre riportato in patria dalle guardie. L’incontro con due donne e un lento ma inesorabile coinvolgimento affettivo lo trattengono per un po’ di tempo dai suoi tentativi, ma il desiderio di partire è troppo forte e Andrés troverà finalmente un modo alquanto strano di passare il confine. Il film è fatto di sospetti, di esitazioni, di reticenze, mentre tra le persone crescono attrazioni, gelosie e rivalità; oltre il piccolo mondo di intimità domestiche e di rapporti tra le persone, si snoda la linea contorta della barriera che domina sulle vite di ognuno e che, paradossalmente, nel suo correre lontano sembra disegnare la tenacia del sogno e la fede in un’esistenza diversa.
L’Argentina urbana e violenta è al centro di Andrés no quiere dormir la siesta, di Daniel Bustamante. Protagonista del film è il piccolo Andrés, che passa il tempo tra i giochi in strada con i suoi coetanei e la casa della nonna paterna. Quando la madre del ragazzino muore per un incidente, turbata per qualcosa che è venuta a sapere, la nonna ne prende il posto, amorevole verso di lui e paziente verso il genitore, un tipo che passa da momenti, peraltro rari, di tenera affettuosità a impennate irascibili. Spesso è ubriaco, autoritario verso il figlio e ossessivo nei divieti. Dalla sua camera Andrés osserva quello che succede fuori e vede delle persone che fanno cose inusuali, come mettere a terra una ragazza e coprirne il viso con un telo nero. Quando chiede spiegazioni alla nonna, questa gli dice che probabilmente si trattava di un brutto sogno. Mentre la vita continua con la sua frenesia, nella casa di fronte c’è uno strano andirivieni: forse la madre aveva visto qualcosa anche lei. C’è qualcosa che Andrés non capisce. C’è molto di oscuro, ancora, nel passato dell’Argentina.
Dall’Uruguay arriva Mal día para pescar di Álavaro Brechner, un road movie agrodolce e intrigante. Jacob van Oppen, un tempo l’uomo più forte della terra, e il suo manager Orsini, magro ed elegante uomo d’affari che si presenta come “il Principe”, passano la vita a viaggiare tra le piccole città sudamericane per organizzare esibizioni di wrestling in teatri abbandonati. Jacob van Oppen è un incontrollabile titano di dimensioni gigantesche che si tranquillizza solo al suono dolce della melodia di “Lili Marleen”. Quando questa eccentrica coppia sbarca al villaggio di Santa Maria, scatta davvero l’affare; il giornale locale è immediatamente entusiasta nel promuovere il combattimento, manifesti pubblicitari annunciano il grande evento e lanciano un appello pubblico per trovare un degno avversario. Sempre pieno di risorse, Orsini conosce il modo per trovare il combattente che fa al caso, ma la pesca in Santa Maria potrebbe portare a una preda più grossa di quanto sperasse… Film originale e umano, è anche una storia di amicizia, di lealtà e di rispetto, pervasa da un sottile senso dell’umorismo. L’avvincente racconto cinematografico è l’adattamento di un breve romanzo del famoso scrittore Juan Carlos Onetti.
E ancora, La buena vida di Andrés Wood, Cile/Argentina 2008. Santiago 2008. Teresa, Edmundo, Mario e Patricia vivono nella metropoli e le loro vite, senza mai toccarsi, si intrecciano nel caos del traffico e della folla. Teresa fa la psicologa e il suo intento è quello di salvare le vite dei suoi pazienti, Edmundo sogna di comprarsi un'auto, Mario desidera entrare nella filarmonica cittadina e Patricia si lascia sopravvivere. Tutti inseguono i loro sogni, ma combattono senza fortuna e rimangono sorpresi da dove la vita li porta. A differenza degli altri film con più personaggi che incrociano le loro storie, qui non c’è un elemento drammatico centrale che leghi le diverse vicende. L’intenzione del regista è quella di mostrare le vite dei personaggi come autentiche, senza eccedere nella descrizione realistica. Sono pezzi di vita che, insieme, posseggono una carica drammatica, che si sviluppa proprio sulla fragilità delle persone che, tutte, rincorrono qualcosa e che, tutte, devono misurarsi con i “programmi” del destino.
Infine una commedia ironica e limpida dal Cile La Nana, di Sebástian Silva. Raquel, una donna di 42 anni, lavora da anni come domestica per i Valdes, una famiglia benestante e numerosa, della quale si sente ormai parte. I guai cominciano quando Pilar, la padrona, assume una seconda cameriera per aiutarla. Sentendosi minacciata, Raquel fa scappare la nuova arrivata con maltrattamenti psicologici infantili e crudeli. Le emicranie di cui soffre Raquel peggiorano però all'improvviso e in maniera pericolosa, tanto che un giorno perde conoscenza mentre sta servendo la colazione. Durante la sua convalescenza, Pilar assume Lucy, una cordiale e estroversa ragazza di campagna. Lucy va molto d'accordo con l'intera famiglia, e Raquel la vede come la peggior minaccia che abbia mai avuto. L’arrivo di Lucy avrà un ruolo chiave nello squarciare il velo e rendere comprensibile il quadro psicologico della tata. Il confronto tra le due chiarisce il mistero di una vita dal comportamento abitudinario. L’assuefazione lavorativa è troppo radicata in Raquel perché si arrenda. L’orgoglio spigoloso non le permette di cedere.
 
Il cinema latinoamericano viaggia nella modernità, coltiva l’irrequietezza, si muove tra piccole storie che si svolgono in primo piano, fatte di una quotidianità sofferta e intrigante, disperata e stravagante, folle e giocosa, e la storia di un passato che rimane sullo sfondo, dove affiorano di tanto in tanto le durezze dell’oppressione totalitaria, spesso aggirate, frequentemente rimosse. Poi c’è la tradizione, un’arretratezza economica e sociale ancora devastante, ma che rimane un bacino inesauribile di fantasia, di stravaganza, di riti e feste collettive, di musica e danze. Il contrasto che nel sud del mondo è ancora di un’asprezza enorme tra città e campagna, la criminalità che spopola nelle periferie, la corruzione dilagante, una società che cresce tra contraddizioni violente. Paesaggi che cambiano lungo migliaia di chilometri, immensi, mutevoli e numerosi, come le vicende degli uomini che li abitano, che li attraversano portandosi dietro le loro invenzioni, le loro inquietudini, le loro furbizie, i loro intrighi. L’america latina è un contenitore inesauribile di storie, di suggestioni, di sorprese; è un territorio cinematografico di eccellenza.
Cinelatino vuole far conoscere quanto di meglio è realizzato in quelle terre lontane: il programma di questa edizione tiene fede all’impegno, che è anche quello di portare al pubblico film che non avrà altre occasioni di vedere.
 
Tra i tanti eventi collaterali, segnaliamo la papayera “Palenque”, composta da un minimo di cinque elementi, che interpreta musiche afro-caraibiche colombiane alternando i fiati e le voci alle percusión in motivi squisitamente popolari (Leonardo Ponce – voce principale e percussioni, Diego Sosa – sasso baritono e cori, Mauricio Salamanca – sasso e voce, Sebastian Rozo – eufonio e cori, Jaime Vargas – percussioni e cori, Hernado Ibañez – percussioni e cori). Già nel periodo precolombiano le popolazioni indigene utilizzavano solo strumenti a fiato o a percussione, che erano impiegati durante le cerimonie religiose, le festività e le battaglie. Pochi di questi antichissimi strumenti sono arrivati a noi. Dopo l’arrivo degli spagnoli e delle popolazioni di colore furono importati gli strumenti a corda e nuovi ritmi musicali, che si fusero con quelli indigeni e diedero vita a forme e ritmi del tutto originali. Le musiche africane si diffusero soprattutto nel bacino caraibico. La cumbia, il mapalè, il currulao, il bullerenque, il porro e non ultimo il vallenato sono quasi del tutto sconosciuti in Italia e sono ripresi dal regista Ciro Guerra nel suo splendido film Los viajes del viento. 
 
DATE E ORARI:
16 giugno 2010,
ore 20:15 – Auditorium – Inaugurazione
ore 21:00 – Auditorium – Los Viajes del Viento di Ciro Guerra
17 giugno 2010
ore 20:30 – Auditorium – Gigante di Adrián Biniez
ore 22:30 – Auditorium – Mal dia para pescar di Alvaro Brechner
18 giugno 2010
ore 20:30 – Auditorium – Andrés no quiere dormir la siesta di Daniel Bustamante
ore 22:30 – Auditorium – Norteado di Rigoberto Pérezcano
19 giugno 2010
ore 18:00 – Auditorium – La buena vida di Andrés Wood
ore 20:30 – Esterno Notte
Degustazione di specialità latinoamericane e Musica colombiana dal vivo
ore 21:30 – Esterno Notte – La Nana di Sebastián Silva
 LUOGHI:
·         Auditorium di Piazza Libertà
Piazza della Libertà – 24124, Bergamo
·         Esterno Notte, cinema all’aperto
Cortile Biblioteca Caversazzi
Via Torquato Tasso 4 – 24124, Bergamo
 
Ingresso: Intero (due spettacoli) € 5; Ridotto: € 4
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