CINEMA. 1a Festa Internazionale di Roma – "Vitus" di Fredi Murer(Alice nella città)

La seriosità affligge l'impianto, frenando ogni slancio emotivo. Il film si rivela così pretenzioso ma didascalico, esclusivamente orizzontale, monocorde come il suo piccolo personaggio

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Piccolo Amadeus dal carattere introverso, Vitus a soli 6 anni suona il pianoforte meglio di Keith Jarret, sa fare calcoli impossibili e si interessa a qualsiasi cosa abbia a che fare con una enciclopedia. Eppure la sua vita è grigia. Lontano da amici e divertimenti normali, tenuto in gabbia dai genitori come un oggetto fragile e prezioso, è attraverso sguardo e udito che entra in contatto col mondo. Come nella bellissima sequenza in cui, utilizzando i microfoni progettati dal padre, riesce a rapire suoni dalla strada inseguendo particolari di vita vissuta o a insinuarsi tra le ambigue pieghe della società adulta durante una cena tra grandi. Sono brevi frammenti, in realtà. Piccole parentesi in cui il tono della pellicola, complessivamente poco leggero, raggiunge una sensibilità moderna e raffinata, travalicando il didascalismo da racconto pedagogico, e facendosi, seppur in modo decisamente implicito, racconto soggettivo. Purtroppo, però, sono deviazioni presto abbandonate che alla lunga finiamo con il rimpiangere. Non che il film sia incapace di raccontarci una storia. Anzi se c'è un elemento apprezzabile è proprio l'interesse che il regista Fredi Murer nutre nei confronti del personaggio e delle vicissitudini che esso attraversa per arrivare a riprendersi la propria vita: dall'infanzia repressa, all'innamoramento, alla passione per il volo e la bottega del nonno (interpretato da Bruno Ganz), fino ai suoi decisivi interventi 'borsistici' per riequilibrare le sorti economiche della famiglia. Tutto è raccontato con puntualità, pudore, ma anche distacco. Come se la vicenda di Vitus fosse un teorema inoppugnabile. Così la seriosità affligge l'impianto, frenando ogni slancio emotivo. E il film finisce con l'essere pretenzioso ma didascalico, esclusivamente orizzontale, monocorde come il suo piccolo personaggio.

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