CINEMA. 1a Festa Internazionale di Roma -"Vorrei fare ancora un altro film con Martin Scorsese prima di diventare ambedue così vecchi da non riuscire più a stare in piedi." Incontro con Robert de Niro

L'ultimo divo presente alla Festa del Cinema di Roma è stato Robert de Niro, accolto da una folta folla all'Auditorium. L'attore ha risposto alle domande poste ripercorrendo i momenti più significativi della sua carriera

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L'incontro con Robert De Niro ha avuto inizio con una serie di sequenze di alcune scene di film che hanno particolarmente segnato la vita dell'attore. E' lui stesso ad aver scelto le sequenze alle quali si sente particolarmente legato. De Niro è anche legato all'Italia ed è soddisfatto di aver ricevuto il passaporto italiano.

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Le è stato appena consegnato il passaporto italiano che desiderava da tanto, che significato ha avuto averlo ricevuto oggi:


 


R. De N.: E' un cerchio che si chiude, si compie un po' il destino della mia famiglia che è di origine italiana. E' come essere tornato a casa, e non vedo l'ora di mostrarlo ai miei figli.


 


La prima sequenza è stata tratta dal film del 1976 Taxi Driver, una scena che ha particolarmente influenzato il cinema e che ha fatto da spunto ad altri registi.


 


R. De N.: E' passato così tanto tempo che temo di non ricordare molto di questa interpretazione. La scena è stata  in parte improvvisata e in parte era già scritta. Per me è sempre imbarazzante rivedermi, in particolar modo in questa scena.


 


La seconda sequenza ha riguardato il film Toro scatenato, per interpretarlo ha modificato la forma del proprio corpo, la propria immagine: fino a che punto è importante questa identificazione nell'attore di oggi?


 

R. De N.: Non dico che debba essere applicato sempre e comunque questo grado di intensità nell'identificarsi con un personaggio da interpretare, ma quando è possibile ritengo che vada fatto. Ricordo che quando Scorsese mi inviò il libro ero nel nord Italia per le riprese del film di Bertolucci, Novecento. Leggendolo l'ho trovato subito interessante e valido, la storia mostrava un grande cuore. Mi affascinava l'idea di un pugile così importante che lentamente si lasciava andare, si lasciava cadere a pezzi sia fisicamente che psicologicamente.

Per la terza sequenza è stato scelto il film Terapie e pallottole: un attore drammatico bravo anche nelle parti comiche, ma far ridere è più complicato?


 


R. De N.: Io mi sono divertito molto a fare questo film e ad interpretare un personaggio così caricatoriale. Ma dei tocchi di umorismo da parte mia ci sono anche in altre pellicole che ho fatto ad esempio con Scorsese.


 


In anteprima mondiale abbiamo assistito a dieci minuti di riprese del nuovo film The Good Sheperd, che vede De Niro oltre che nella veste di interprete soprattutto in quella di regista. Il film uscirà in America a dicembre mentre è previsto l'arrivo in Italia verso febbraio 2007. E' un progetto per la cui realizzazione sono state necessarie delle lunghe ricerche e la testimonianza di tantissime persone: cosa ha trovato di tanto attraente in questa storia?


 


R. De N.: Infatti il progetto mi ha sempre interessato ma ero sempre molto impegnato per realizzarlo. Alla fine ci sono voluti dieci anni per mettere a punto la storia. Ad esempio è stato necessario documentarmi sulla storia della Cia con tutte le difficoltà del caso. Mi interessava lo sviluppo storico dei servizi segreti e tutta la storia che ne fa seguito, dalla crisi di Cuba alla caduta del Muro di Berlino.


 


Dal pubblico arrivano diverse domande tra cui richieste di consigli per fare l'attore e il regista e soprattutto che tipo di rapporto ha mantenuto con Martin Scorsese:


 


R. De N.: Consiglio semplicemente di continuare a fare ciò che si ama, se poi questo porta anche a guadagnare tanto da vivere tranquillamente, meglio. Devo ammettere che fare il regista è molto difficoltoso e impegnativo. Il regista deve prestare molta attenzione agli attori ai quali deve essere lasciata la libertà di esplorare i propri personaggi. Ma poi è necessario che un regista inquadri l'interpretazione nel contesto del film. Essendo io un attore, nel ruolo di regista riesco sempre a trovare questa complicità con i miei interpreti. Sono molto legato ai personaggi interpretati nei film di Scorsese ed ho sempre trovato particolarmente interessante lavorare con lui perché ha sempre una gran voglia di scavare al massimo dentro i personaggi. Ho mantenuto con Scorsese un rapporto straordinario e mi ritengo molto fortunato di aver avuto modo di lavorare con lui. Vorrei fare ancora un altro film insieme prima di diventare ambedue così vecchi da non riuscire più a stare in piedi.


 


 

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